Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

giovedì 8 gennaio 2009

SANTO STEFANO RUGGERI DOC, HAI TOCCATO !


Non erano mani esperte del mondo del vino quelle che poche sere fa mi hanno allungato il Santo Stefano del Ruggeri, credo che l'amico che ha avuto questo pensiero per me quando mi ha detto "beviamocela insieme" pensasse più ad una cortesia che alla possibilità che mi potesse interessare fino al punto di scriverne.
Ironia della sorte il primo vino di cui scrivo qui è...... si chiama Stefano e qui c'è poco da spiegare, si tratta di bollicine materia alla quale io sono ben poco affezionato, me lo ha portato uno scettico del bere, aggiungo che si tratta di prosecco altra materia alla quale non presto di solito troppa attenzione...ma...perdinci ...è stato bello trovarsi. Diciamolo !
Il clima freddo esterno ha favorito il suo ingresso in tavola alla naturale temperatura di circa 6/7 ° e fino a qui possiamo anche dire che la fortuna aiuta gli audaci.
Il santo Stefano è arrivato per accompagnare i primi dolci cremosi che annunciano il carnevale e si pensava questi ultimi prendessero il sopravvento nelle nostre fantasiose celebrazioni del gusto ma ha vinto lui.
Non credo fosse perchè avevamo voglia di dissertar di prosecco, in quanti lo fanno ancora con tanta passione? Rispetto a questo punto si mettano una mano sul cuore (ed una sulla coscienza) le cantine del celebre vino trevigiano: ne troviamo troppo in giro per aver voglia di pensare che è tutto proprio ...insomma veramente...a volte lo assaggi e pare...mha. Andiamo avanti.
Dicevamo del Santo Stefano di Ruggeri. Non esageratamente fruttati i primi profumi, dietro i suoi 11 gradi si fa trovare rotondo morbido e armonioso all'ingresso, perlage sottilissimo come se si preoccupasse di disturbare ed un equilibrio spesso sconosciuto alla varietà in questione. Molto più fruttato ma non esagerato il suo finale.
Una cosa semplice e delicata, elegante ma non sontuosa, sul Santo Stefano è impossibile meditarci sopra ma anche difficile non ricordarlo.
Serata interessante e per questa volta la cucina pasticcera ha dovuto piegarsi all'arte del vinaio di Valdobbiadene e provo per quanto accaduto un sottile piacere, ma non so il perchè.
Costo della bottiglia? Non lo so, pareva maleducato chiederlo, alla fine è solo una serata fra amici.

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3 commenti:

  1. Uhm... "Dissertar di Prosecco"... Da dove si comincia?? ;-)
    Benvenuto nella famiglia dei blogger, caro Stefano. Un altro consumatore, un altro difensore dell'idea del buon vino.
    In bocca al lupo!

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  2. Toh guarda chi si vede! ma allora è piccolo anche il (grande) mondo della rete! Bentrovato nella wine-blogosfera. E complimenti per il coraggio di iniziare con un Prosecco!
    Per uno che dice di amare poco le bollicine, e ancor meno, il vino, beh, notevole come esordio!!

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  3. Assolutamente d'accordo con le tue riflessioni. Il Santo Stefano di Ruggeri è un ottimo prodotto che conosco molto bene e che conservo sempre nella cantina di casa mia. Secondo me ottimo anche l'abbinamento con i dolcetti. Perlage fine, residuo zuccherino che si percepisce ma non eccede, rendendo il prodotto elegante, fine, e soprattutto "ruffiano", un aggettivo che utilizzo spesso per definire quei vini che si prestano al meccanismo "unbicchieredietrol'altro" pur distinguendoli da altri prodotti che generalmente si definiscono "da beva". Ti consiglio anche il Giustino B. sempre di Ruggeri.

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Prima di scrivere il post ricordate: "Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare." (Mark Twain)