Vorrei stringergli la mano e congratularmi di cuore, dopo gli darei anche cinqu'anni di galera ma quello dopo. Stiamo parlando di un viticultore americano che, non conoscendolo, chiameremo John.
John una mattina si sveglia, si sbrodola con una tazza di corn flakes,un succo d’arancia, frutta fresca, toast al burro, uova con il bacon fritto, un paio di salsicce, pancakes e muffin con caffè e latte, una colazioncina americana che ti annebbierebbe un elefante indiano inseguito da un topo pakistano e invece John è ancora sano e pronto a vivere il sogno americano (fa pure la rima, grazie John!).
John ha un problema: gli manca il nome del suo vino appena prodotto.
John allora telefona al suo amico Albert che dello scienziato ha solo il nome e lavora al Lucky Store, il supermercato locale e gli chiede " Senti Einstein" (soprannome dell'amico Albert, gli americani hanno una fantasia...) "senti Einstein come si chiama un vino italiano da 20/30 dollari che hai li ? Come ? Ma dai !"
Grazie ad Albert John ha trovato il nome del suo vino : Key Auntie. Un altro sogno americano che si realizza, un'altra famiglia americana che emerge grazie al duro lavoro, alla tenacia ecc ecc; grazie John, storia commuovente, non piangevo così dai tempi del tuo Presidente Carter.
La scenetta stupida sopra non è propriamente uno scherzo e ce lo comunica direttamente la Coldiretti in questo comunicato stampa ricordandoci che tre su quattro dei prodotti alimentari "italiani" che si trovano all'estero sono falsi.
Negli USA l'ultimo vino di insana e dubitabonda costituzione è proprio il Key Auntie (avete capito bene, chianti!). Il buon "John" ha fatto una "pensata" niente male e pare abbia avuto un discreto successo di vendite; il Consorzio del Chianti Classico ha voluto puntualizzare "Il nostro Consorzio spende ogni anno 200.000 euro solo per difendere la propria immagine dai cloni del Gallo Nero prodotti in Europa, Stati Uniti o Australia".
Il logo del Gallo Nero è già registrato in 40 paesi ma non basta e si sta lavorando per registrare anche la denominazione "Chianti Classico" . Tutti costi che i vignaioli americani, cileni, australiani ecc. non devono certamente sopportare.
Il Chianti Classico è una realtà da 38 milioni di bottiglie prodotte da quasi 600 cantine toscane, il 30% circa della produzione va negli USA ovvero la stessa quantità di bottiglie destinate al mercato italiano (altro grande cliente la Germania con il 10%). Una reputazione ed un mercato da difendere con tutte le nostre forze e a tutti i livelli contro chi crede che la nostra capacità e la nostra tradizione siano banalmente "copiabili".
Oh ameri'ani "Pan d’un giorno e vin d’un anno, pan che canti e vin che salti”, questo un si copia, un s'impara, si sa. Così direbbe il nonno.
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John una mattina si sveglia, si sbrodola con una tazza di corn flakes,un succo d’arancia, frutta fresca, toast al burro, uova con il bacon fritto, un paio di salsicce, pancakes e muffin con caffè e latte, una colazioncina americana che ti annebbierebbe un elefante indiano inseguito da un topo pakistano e invece John è ancora sano e pronto a vivere il sogno americano (fa pure la rima, grazie John!).
John ha un problema: gli manca il nome del suo vino appena prodotto.
John allora telefona al suo amico Albert che dello scienziato ha solo il nome e lavora al Lucky Store, il supermercato locale e gli chiede " Senti Einstein" (soprannome dell'amico Albert, gli americani hanno una fantasia...) "senti Einstein come si chiama un vino italiano da 20/30 dollari che hai li ? Come ? Ma dai !"
Grazie ad Albert John ha trovato il nome del suo vino : Key Auntie. Un altro sogno americano che si realizza, un'altra famiglia americana che emerge grazie al duro lavoro, alla tenacia ecc ecc; grazie John, storia commuovente, non piangevo così dai tempi del tuo Presidente Carter.
La scenetta stupida sopra non è propriamente uno scherzo e ce lo comunica direttamente la Coldiretti in questo comunicato stampa ricordandoci che tre su quattro dei prodotti alimentari "italiani" che si trovano all'estero sono falsi.
Negli USA l'ultimo vino di insana e dubitabonda costituzione è proprio il Key Auntie (avete capito bene, chianti!). Il buon "John" ha fatto una "pensata" niente male e pare abbia avuto un discreto successo di vendite; il Consorzio del Chianti Classico ha voluto puntualizzare "Il nostro Consorzio spende ogni anno 200.000 euro solo per difendere la propria immagine dai cloni del Gallo Nero prodotti in Europa, Stati Uniti o Australia".
Il logo del Gallo Nero è già registrato in 40 paesi ma non basta e si sta lavorando per registrare anche la denominazione "Chianti Classico" . Tutti costi che i vignaioli americani, cileni, australiani ecc. non devono certamente sopportare.
Il Chianti Classico è una realtà da 38 milioni di bottiglie prodotte da quasi 600 cantine toscane, il 30% circa della produzione va negli USA ovvero la stessa quantità di bottiglie destinate al mercato italiano (altro grande cliente la Germania con il 10%). Una reputazione ed un mercato da difendere con tutte le nostre forze e a tutti i livelli contro chi crede che la nostra capacità e la nostra tradizione siano banalmente "copiabili".
Oh ameri'ani "Pan d’un giorno e vin d’un anno, pan che canti e vin che salti”, questo un si copia, un s'impara, si sa. Così direbbe il nonno.
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