Il mio carissimo amico Siro, giramondo per lavoro ma anche per scelta, mi invia la bellissima storia che gli ha raccontato un stravieli furlan e ci da l'occasione per parlare di Picolit. Grazie Siro. Scoltè ca.
"Qualche anno fa, andando a prendere del vino da un piccolo produttore nel cuore dei "Colli", ebbi il grande privilegio di ascoltare un anziano signore del posto che, seduti all’interno della sua piccola cantina davanti ad un bicchiere di buon vino, mi raccontò una storia molto affascinante sulle origini del Picolit. La regione dei Colli Orientali del Friuli è tra le altre cose una zona ad alta densità ornitologica ed i viticoltori locali combattevano quotidianamente contro gli uccelli che decimavano le loro pregiate uve; venne così l’idea di piantare, alternate alle viti “buone” un’uva dolce non adatta alla vinificazione, ma che gli uccelli preferivano di gran lunga alle uve tocai. Ciò che rimaneva di quest’uva, lasciata appassire sulle viti fino a novembre, veniva poi raccolto e schiacciato, acino per acino, mettendolo sul palmo della mano usando il pollice dell’altra. Ne usciva un vino leggermente passito e dolce al quale si dava scarsissimo valore: il picolit appunto.Un vino, mi disse questo anziano signore regalandomene una bottiglia in segno di amicizia, che lui si godeva un sorso la sera da solo, seduto fuori sull’aia, guardando la sua vite e la sua terra illuminata dalla luna."
Il Picolit appartiene alla storia del Friuli più di ogni altro vino. Di questo vitigno autoctono a bacca bianca posto per poche decine di ettari nella zona dei Colli Orientali del Friuli la storia se ne ricorda fin dall'epoca Romana ma è nell'ottocento che lo ritroviamo come vino di grandissimo prestigio : un vino di Re e Regine presente in tutte le Corti d'Europa.
E' il 2006 il primo anno di uscita con il Disciplinare di Produzione in DOCG, un disciplinare molto rigido che lo vuole al consumo almeno a 15 % di volume alcol minimo (16 per la sottozona Cialla) acidità minima a 4 g/l, non più di 4 tonnellate per ettaro la produzione delle uve con resa non superiore uva in vino al 55% e 22 ettolitri per ettaro (in verità è molto più bassa). Per il Disciplinare le sue uve devono essere presenti almeno al 85% e nel restante 15 solo uve dei "Colli" ma non Traminer!
Tipicamente giallo intenso, fruttato, decisamente dolce e persistente, raccomandato dai grandi intenditori a 12°C, il Picolit è unico come vino da meditazione; esattamente come lo raccontava l'anziano amico di Siro, un vino baciato dalla luna quando questa illumina la bellissime terre del Friul.
Vin e amis, un paradis. Mandi
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"Qualche anno fa, andando a prendere del vino da un piccolo produttore nel cuore dei "Colli", ebbi il grande privilegio di ascoltare un anziano signore del posto che, seduti all’interno della sua piccola cantina davanti ad un bicchiere di buon vino, mi raccontò una storia molto affascinante sulle origini del Picolit. La regione dei Colli Orientali del Friuli è tra le altre cose una zona ad alta densità ornitologica ed i viticoltori locali combattevano quotidianamente contro gli uccelli che decimavano le loro pregiate uve; venne così l’idea di piantare, alternate alle viti “buone” un’uva dolce non adatta alla vinificazione, ma che gli uccelli preferivano di gran lunga alle uve tocai. Ciò che rimaneva di quest’uva, lasciata appassire sulle viti fino a novembre, veniva poi raccolto e schiacciato, acino per acino, mettendolo sul palmo della mano usando il pollice dell’altra. Ne usciva un vino leggermente passito e dolce al quale si dava scarsissimo valore: il picolit appunto.Un vino, mi disse questo anziano signore regalandomene una bottiglia in segno di amicizia, che lui si godeva un sorso la sera da solo, seduto fuori sull’aia, guardando la sua vite e la sua terra illuminata dalla luna."
Il Picolit appartiene alla storia del Friuli più di ogni altro vino. Di questo vitigno autoctono a bacca bianca posto per poche decine di ettari nella zona dei Colli Orientali del Friuli la storia se ne ricorda fin dall'epoca Romana ma è nell'ottocento che lo ritroviamo come vino di grandissimo prestigio : un vino di Re e Regine presente in tutte le Corti d'Europa.
E' il 2006 il primo anno di uscita con il Disciplinare di Produzione in DOCG, un disciplinare molto rigido che lo vuole al consumo almeno a 15 % di volume alcol minimo (16 per la sottozona Cialla) acidità minima a 4 g/l, non più di 4 tonnellate per ettaro la produzione delle uve con resa non superiore uva in vino al 55% e 22 ettolitri per ettaro (in verità è molto più bassa). Per il Disciplinare le sue uve devono essere presenti almeno al 85% e nel restante 15 solo uve dei "Colli" ma non Traminer!
Tipicamente giallo intenso, fruttato, decisamente dolce e persistente, raccomandato dai grandi intenditori a 12°C, il Picolit è unico come vino da meditazione; esattamente come lo raccontava l'anziano amico di Siro, un vino baciato dalla luna quando questa illumina la bellissime terre del Friul.
Vin e amis, un paradis. Mandi
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Buono il dialetto friulano ma il prossimo post però sul Ramandolo che è il primo DOCG del Friuli !!
RispondiEliminaGrazie Stefano, mi hai fatto ricordare che è passato un pò troppo tempo dall'ultima volta che ho bevuto un PICCOLIT che oltre ad essere un nettare prelibato è anche un pezzo di storia friulana. Mandi Mandi.
RispondiEliminaCosa ne dici massimo se organizziamo una degustazione con la primavera ? Non possiamo lasciare che i ricordi si portino via le sensazioni . Ciao
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