Leggendo post e commenti dello Stefano Bonilli nel suo Paperogiallo mi sono ritrovato una notizia nella notizia. La prima me la dava il papero commentando la apertura del nuovo sito L'Espressofood&wine , giunto quindi al click sulla sezione food della celebre testata trovavo la seconda e qui apriti cielo.
"Arriva il vino senza alcol con la ricetta di Ferran Adrià....."
Non ho il piacere di aver mai bevuto nemmeno una aranciata amara con questo signore, mi perdonerà se non riesco a riconoscere il suo nome dal suo cognome e sono intimidito di fronte al fatto di trovarmi a scrivere di fronte a tanta saggezza enogastronomica, sta di fatto che questo signore si è inventato il vino destrutturato, un vino che raggiunge al massimo 0,5 gradi alcolici.
All'inizio fu "cucina destrutturata" e mentre tutti pensavano Ferran trattasse della nuova interposizione in fase di montaggio della cappa antifumo sopra i fornelli ecco la bomba: separiamo il vino da se stesso.
Il procedimento di produzione è "semplice", si dividono a bassa temperatura aromi, alcol e altri componenti, poi si riassembla il tutto senza alcol in barba all'etilometro che ti aspetta alla prossima curva.
Le gandi case di distribuzione si sarebbero già avventate sul "geniale" prodotto realizzato dalla casa Gruppo Matarromera di Valbuena de Duero, prevedendo un grande successo specialmente fra i giovani che da ora in poi non dovranno più nascondere la bottiglia quando escono barcollanti dalla discoteca.
L'invenzione in questione ha il sapore di Cronache Proibizioniste perchè, inutile negarlo, certe "scoperte" hanno origine nell'atteggiamento censorio di molti radical-chic e di altri incorruttibili, tutti disposti a negare un sorso di chardonnay in cambio della beatificazione da parte del benpensante di turno ed in barba alla reale soluzione di problemi come gli incidenti del sabato sera o la devastante solitudine di molti ragazzi di oggi.
Mia nonna, quando si dimenticava di gettare il sale nell'acqua della pasta, con toscana testardaggine all'assaggio della pietanza diceva che era colpa "del sale che un sala" , dite quel che vi pare la nonna avrebbe ragione anche oggi, anche in questa vicenda è il sale che non fa il suo mestiere, ovvero è il cervello che non gira. Chissà oggi cosa direbbe vedesse il vino che non ubriaca.
"La ricetta di Ferran Adrià può segnare la grande svolta", questa pomposa affermazione la lasciamo alla entusiasta redattrice dell'Espresso, a lei lasciamo questa inversione a U sulla strada della ragionevolezza, noi ci teniamo il vino, così com'è, con sana consapevolezza, facendone il giusto uso e non un goccio in più, noi nelle nostre rubriche parliamo di vino. Quello vero.
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"Arriva il vino senza alcol con la ricetta di Ferran Adrià....."
Non ho il piacere di aver mai bevuto nemmeno una aranciata amara con questo signore, mi perdonerà se non riesco a riconoscere il suo nome dal suo cognome e sono intimidito di fronte al fatto di trovarmi a scrivere di fronte a tanta saggezza enogastronomica, sta di fatto che questo signore si è inventato il vino destrutturato, un vino che raggiunge al massimo 0,5 gradi alcolici.
All'inizio fu "cucina destrutturata" e mentre tutti pensavano Ferran trattasse della nuova interposizione in fase di montaggio della cappa antifumo sopra i fornelli ecco la bomba: separiamo il vino da se stesso.
Il procedimento di produzione è "semplice", si dividono a bassa temperatura aromi, alcol e altri componenti, poi si riassembla il tutto senza alcol in barba all'etilometro che ti aspetta alla prossima curva.
Le gandi case di distribuzione si sarebbero già avventate sul "geniale" prodotto realizzato dalla casa Gruppo Matarromera di Valbuena de Duero, prevedendo un grande successo specialmente fra i giovani che da ora in poi non dovranno più nascondere la bottiglia quando escono barcollanti dalla discoteca.
L'invenzione in questione ha il sapore di Cronache Proibizioniste perchè, inutile negarlo, certe "scoperte" hanno origine nell'atteggiamento censorio di molti radical-chic e di altri incorruttibili, tutti disposti a negare un sorso di chardonnay in cambio della beatificazione da parte del benpensante di turno ed in barba alla reale soluzione di problemi come gli incidenti del sabato sera o la devastante solitudine di molti ragazzi di oggi.
Mia nonna, quando si dimenticava di gettare il sale nell'acqua della pasta, con toscana testardaggine all'assaggio della pietanza diceva che era colpa "del sale che un sala" , dite quel che vi pare la nonna avrebbe ragione anche oggi, anche in questa vicenda è il sale che non fa il suo mestiere, ovvero è il cervello che non gira. Chissà oggi cosa direbbe vedesse il vino che non ubriaca.
"La ricetta di Ferran Adrià può segnare la grande svolta", questa pomposa affermazione la lasciamo alla entusiasta redattrice dell'Espresso, a lei lasciamo questa inversione a U sulla strada della ragionevolezza, noi ci teniamo il vino, così com'è, con sana consapevolezza, facendone il giusto uso e non un goccio in più, noi nelle nostre rubriche parliamo di vino. Quello vero.
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Purtroppo ci sono certe scoperte che, se fatte da gli Einstein dell'enogastronomia mondiale come Adrià, sono subito sotto l'occhio dei riflettori pur essendo magari assurde. Un vino che fa 0,5 % vol. non potrebbe essere neanche etichettato come "vino". E poi, son sicuro che sia sgradevole, anche se non l'ho assaggiato. Se poi l'alcol è poco, in teoria non si potrebbe neanche conservare molto, indi in supporto bisognerebbe sovraddosare l'anidride solforosa...in poche parole mi sa che farebbe più male che bene.
RispondiEliminaMi viene in mente la famosa birra analcolica.....un obrobrio.
uhm , potrebbe interessarmi , sono astemio .
RispondiEliminapero' prima di stroncarlo , un assaggino ?
poi , dopo , semmai , sprangate come se piovesse .