In questo post avevo citato il mondo di Nino Negri ma l'attenzione, poche righe a fine testo, non era di quelle da far invogliare il lettore ad approfondire, cosa che però era nata nello scribacchino.
Serviva l'occasione ed anche la bottiglia giusta; Nino Negri, la Valtellina, Poggiridenti, l'Adda e il ricordo di una foto di una collina ripidissima con vigneti testardamente arrampicati.
Ci puoi arrivare da Brescia via Iseo e su oppure dal lato lungo, io lo chiamo così il lato del Lario, su fino a Colico da Lecco. Posti incantevoli perchè, per la fortuna dell'eno-associato, dove c'è vino c'è beltade: benvenuti in Valtellina.
Forse il suo nome deriva dalla colorazione grigiastra dell'acino o forse per la maturazione autunnale del frutto, comunque sia di Nebbiolo si sta parlando e non da adesso, dal tredicesimo secolo.
Quando si dice Nebbiolo si dice Piemonte, prima o poi faremo un giro anche li, ma per questa volta saliamo un gradino più "in su" ed arrampichiamoci fino ad una varietà DOCG di questo vitigno : il Valtellina Superiore.
Chiavennasca, questo il nome che prende in Valtellina il Nebbiolo, con una semplice aggiunta , al 5%, di pignola e pinot nero, quindi fino a marzo in acciaio, almeno dodici mesi in rovere e tre mesi in bottiglia, ecco allora che il Nino Negri ci dà l'Inferno ed è .....da rimanere senza fiato.
Abbiamo assaggiato un vino complesso ed equilibrato, un gradevole profumo di fiori iniziale ed un palato leggero e poco tanninico, forse mandorla in fine, nel complesso un vino di spessore, un vino "che ha preso sole" ed anche molto armonioso. Una cosa bella davvero.
Cito ValtellinaSapori che ci segnala che i soli 55 ettari destinati alle uve per il nostro Inferno derivano il nome "dalle temperature molto elevate che d’estate si raggiungono nei piccoli terrazzi siti negli anfratti rocciosi; l’uva viene quindi raccolta in una delle più impervie zone del Valtellina Superiore".
Valtellina Superiore Inferno e bitto, provare per credere.
Serviva l'occasione ed anche la bottiglia giusta; Nino Negri, la Valtellina, Poggiridenti, l'Adda e il ricordo di una foto di una collina ripidissima con vigneti testardamente arrampicati.
Ci puoi arrivare da Brescia via Iseo e su oppure dal lato lungo, io lo chiamo così il lato del Lario, su fino a Colico da Lecco. Posti incantevoli perchè, per la fortuna dell'eno-associato, dove c'è vino c'è beltade: benvenuti in Valtellina.
Forse il suo nome deriva dalla colorazione grigiastra dell'acino o forse per la maturazione autunnale del frutto, comunque sia di Nebbiolo si sta parlando e non da adesso, dal tredicesimo secolo.
Quando si dice Nebbiolo si dice Piemonte, prima o poi faremo un giro anche li, ma per questa volta saliamo un gradino più "in su" ed arrampichiamoci fino ad una varietà DOCG di questo vitigno : il Valtellina Superiore.
Chiavennasca, questo il nome che prende in Valtellina il Nebbiolo, con una semplice aggiunta , al 5%, di pignola e pinot nero, quindi fino a marzo in acciaio, almeno dodici mesi in rovere e tre mesi in bottiglia, ecco allora che il Nino Negri ci dà l'Inferno ed è .....da rimanere senza fiato.
Abbiamo assaggiato un vino complesso ed equilibrato, un gradevole profumo di fiori iniziale ed un palato leggero e poco tanninico, forse mandorla in fine, nel complesso un vino di spessore, un vino "che ha preso sole" ed anche molto armonioso. Una cosa bella davvero.
Cito ValtellinaSapori che ci segnala che i soli 55 ettari destinati alle uve per il nostro Inferno derivano il nome "dalle temperature molto elevate che d’estate si raggiungono nei piccoli terrazzi siti negli anfratti rocciosi; l’uva viene quindi raccolta in una delle più impervie zone del Valtellina Superiore".
Valtellina Superiore Inferno e bitto, provare per credere.
Bravo Stefano, il Valtellina superiore è un vino molto valido e che secondo me meriterebbe più luce. Ultimamente viene spesso dimenticato, anche perchè è vittima di un binomio rispettabilissimo ma penalizzante proprio per lui: il binomio nebbiolo-Piemonte.
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