Il Sei Nazioni è terminato, nel peggiore dei modi: Italia 8 Francia 50.
La nostra Nazionale non ha mostrato solo limiti tecnici ma anche fisici e caratteriali, il coach Mallet limiti di altro genere dando la colpa della nuova sconfitta a....tutto, incluso il regolamento di gioco, tranne che a se stesso.
La Federazione Rugby, ed il suo Presidente Dondi, hanno perso due volte, la prima perchè la gestione del movimento è palesemente alla frutta la seconda perchè dichiarando Dondi "Meno male che è finita...." in qualsiasi altro paese d'Europa questa dichiarazione sarebbe equivalsa alle dimissioni, in Italia invece equivale ad un rilancio di se stessi. Un vizio italico questo e forse è per questo che non sfondiamo mai nel rugby, chi sta in cima al cucuzzolo, chi comanda il barchino, non è in fino in fondo legato a certi principi che invece fanno grandi in campo e soprattutto fuori tanti nostri ragazzi rugbisti di provincia.
Stop ai commenti, con queste considerazioni chiudiamo sul Sei Nazioni 2009, parleremo altrove di chi lo ha vinto, l'Irlanda, non solo con merito ma anche con commovente fedeltà al gioco ed alla propria bandiera.
Chiudiamo su questa Nazionale italiana con uno stralcio significativo del pezzo scritto da Elia Pagnoni su Il Giornale: "Alla fine l’ammissione più onesta è quella di capitan Parisse che, dopo essersi indignato per i fischi subiti contro l’Irlanda, è rimasto evidentemente sorpreso per gli applausi che nonostante tutto sono stati regalati dal Flaminio alla nazionale, alla fine di un torneo così nefasto: «È incredibile la pazienza che ha il pubblico con questa squadra». Già, come è incredibile la pazienza che accompagna da sempre quella che sta diventando la nazionale più perdente dello sport italiano. Ma il pubblico del rugby, per fortuna, è molto meglio della sua nazionale. E non perde occasione per dare lezione di civiltà, come all’inizio del secondo tempo quando comincia a gridare «fuori, fuori» all’indirizzo di un tifoso che lancia una bottiglietta in campo verso l’arbitro, additandolo a due steward che lo prelevano immediatamente e lo accompagnano all’uscita. La speranza adesso è che «fuori, fuori» non lo gridi anche il Sei Nazioni all’indirizzo di questa povera Italia."
Una altra lezione di stile dal popolo del rugby a.......tutti.
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La nostra Nazionale non ha mostrato solo limiti tecnici ma anche fisici e caratteriali, il coach Mallet limiti di altro genere dando la colpa della nuova sconfitta a....tutto, incluso il regolamento di gioco, tranne che a se stesso.
La Federazione Rugby, ed il suo Presidente Dondi, hanno perso due volte, la prima perchè la gestione del movimento è palesemente alla frutta la seconda perchè dichiarando Dondi "Meno male che è finita...." in qualsiasi altro paese d'Europa questa dichiarazione sarebbe equivalsa alle dimissioni, in Italia invece equivale ad un rilancio di se stessi. Un vizio italico questo e forse è per questo che non sfondiamo mai nel rugby, chi sta in cima al cucuzzolo, chi comanda il barchino, non è in fino in fondo legato a certi principi che invece fanno grandi in campo e soprattutto fuori tanti nostri ragazzi rugbisti di provincia.
Stop ai commenti, con queste considerazioni chiudiamo sul Sei Nazioni 2009, parleremo altrove di chi lo ha vinto, l'Irlanda, non solo con merito ma anche con commovente fedeltà al gioco ed alla propria bandiera.
Chiudiamo su questa Nazionale italiana con uno stralcio significativo del pezzo scritto da Elia Pagnoni su Il Giornale: "Alla fine l’ammissione più onesta è quella di capitan Parisse che, dopo essersi indignato per i fischi subiti contro l’Irlanda, è rimasto evidentemente sorpreso per gli applausi che nonostante tutto sono stati regalati dal Flaminio alla nazionale, alla fine di un torneo così nefasto: «È incredibile la pazienza che ha il pubblico con questa squadra». Già, come è incredibile la pazienza che accompagna da sempre quella che sta diventando la nazionale più perdente dello sport italiano. Ma il pubblico del rugby, per fortuna, è molto meglio della sua nazionale. E non perde occasione per dare lezione di civiltà, come all’inizio del secondo tempo quando comincia a gridare «fuori, fuori» all’indirizzo di un tifoso che lancia una bottiglietta in campo verso l’arbitro, additandolo a due steward che lo prelevano immediatamente e lo accompagnano all’uscita. La speranza adesso è che «fuori, fuori» non lo gridi anche il Sei Nazioni all’indirizzo di questa povera Italia."
Una altra lezione di stile dal popolo del rugby a.......tutti.
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Uhm...seguo il rugby solo di riflesso e da lontano, perchè un mio amico carissimo - nonchè eccellente produttore di Amarone - è un rugbista irriducibile e sfegatato.
RispondiEliminaE da lui so che gli italiani sono imbattibili nel terzo tempo...beh, forse non gli italiani, ma sicuramente i valpolicellesi!
:P
Liz