Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

mercoledì 29 aprile 2009

BABELE DEI CONSIGLI EUROPEI : UNO NUOVO SUL VINO

Ho trovato la notizia sul Wall Street Italia ma poi ho girato il web convinto di essermi sbagliato.
La notizia arriva da Bruxelles, lo stesso posto dal quale ci aspettiamo che , dopo la cioccolata finta e la misura delle zucchine , arrivi la notizia che si può fare il vino in bustina e l’uva sintetica. ApCom ci dice che “E' stato inaugurato... oggi a Bruxelles il nuovo "Consiglio di informazione sul vino", sponsorizzato dal settore vitivinicolo europeo nell'ambito dell'impegno....per un consumo responsabile e moderato delle bevande alcoliche in Europa. L'impegno principale del nuovo organismo…sarà quello di diffondere informazioni scientifiche autorevoli sugli aspetti sanitari, culturali e sociali del consumo di vino… promuovere le migliori pratiche per il consumo responsabile e la riduzione dell'uso nocivo dell'alcol…”
La cosa che mi fa più impressione di queste opere di “chebuoniprincipichehoio” è che, nella loro sontuosa autoreferenzialità, sono incontestabili; in sintesi io, in questo momento, sto pure facendo la figura dell’ubriacone indefesso a dire che è una terribile ciofeca.
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Comunque se avete ragione voi, uomini di Bruxelles, allora ditemi come questo Consiglio ci informerà su questi alti principi ed amabili scopi ? Domani bussa uno a casa mia con il mano il libricino del santo bevitore e mi racconta la storiella dell’acino birichino che scappa dal suo padroncino ovvero “Vinocchio”, del grappino cattivo cattivo “Grasp Fiction” , lo Chardonnay con gli stivali”, cosa altro…… e se non mi trova in casa? e se non trova in casa neanche il vicino? è venuto nel mio quartiere per niente……ma, visto l’argomento stringente, che fa, ripassa?
Finalmente adesso ho letto bene la cosa, perché ci sono già una montagna di parole su questa “attività educativa”, l’Europa
aveva già un sito internet dedicato che faceva informazione, adesso questo ne ha generato un secondo, quello del nuovo “Consiglio” appunto. Starci dietro è un lavoro.
Quindi, leggendo....vedo che….hanno fatto un Comitato scientifico per questa cosa, perché il Consiglio in questione è “l’unico partner di collegamento fra gli accademici esperti all’interno dei paesi membri della Unione Europea”. Ah bhe, in pratica questi autorevoli professori si fanno parecchie mail e altrettante telefonate fra di loro, tre/quattro/dieci convegni, poi fanno un plico (bellissimo lo ammetto) e lo rendono disponibile….. su un sito internet ………e tutti gli ubriaconi giù a scaricare da internet la relazione illuminata quadrilingue per redimersi dalla loro nefanda situazione. Me li vedo : “Ciò Bepi gheto visto la relasione del Consilio de Informasion de Brussel? Mi doman a smeto de bere” “ Beato ti Toni, mi a go scaricà in germanico e no ghe capisso gninte”.
Per parlare di una cosa naturale e semplice come il vino ci vuole una piccola passione, quella per le cose buone; per parlare degli eccessi e della volgarità che questi generano forse ci vuole un amore e magari una famiglia. Gli eccessi non nascono dalla vigna ma da altri mille storie e mi fermo qui perché non è argomento del blog, è un argomento davvero molto serio, lo lascio ai vostri cuori.
Tutto fa male in eccesso e l’alcol forse ancora di più, questo non autorizza nessuno a speculare sui migliori principi e ad inventariare “Consigli” sulla cui reale utilità mi permetto, di fronte a tanta accademia, sollevare un dubbio forte e motivato.
"Siamo fermamente convinti che il miglior modo di apprezzare il vino consista nel consumarlo con moderazione….” così dichiara Palma Esposito, vicepresidente del gruppo di lavoro "Vino" del Copa-Cogeca alla presentazione/inaugurazione del nuovo autorevole “Consiglio di informazione sul vino”.
Egregio Sig. Palma lei dice cose sensate e giuste e, permetta, ovvie, adesso una domanda : quanto ci sono costate?.

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giovedì 23 aprile 2009

FILO' DELLE VIGNE - CABERNET RISERVA DOC 2003 Cecilia di Baone

Con buona pace del Vasco questa volta il caro Alfredo con c’entra niente, è tutta colpa di Corrado. E’ lui che mi ha inseguito nella sua enoteca dicendomi “dici sempre che vuoi conoscere di più il prodotto dei Colli Euganei ? allora senti questo! Questo è il Filò caro mio, non uno qualsiasi questo viene dal Monte Cecilia.”
Il Monte Cecilia ? Ma cosa vuoi che ne sappia io di quale è il Monte Cecilia, non se la prendano a male gli amici dei Colli Euganei ma, appunto, colli sono non monti e poi io faccio difficoltà a distinguere il Monte (e daiiii) Ventolone dal M. Venda, mi regolo contando le super antennone che ci sono sopra, che volete ne sappia del Cecilia !
Va bhe allora ci sono passato per Baone, ho visto il cordone speronato del Cabernet del Filò delle Vigne, grazie Corrado, adesso lo so dove è il Monte Cecilia, e non solo.
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Il Filò delle Vigne è una delle cantine più conosciute dei Colli Euganei, da tempo persegue la produzione di qualità sui suoi 20 ha di vitigni dai quali dichiara ricavare 50000 bottiglie (resa di 30 hl/ha …uhm però!) che in parte prima numera e poi distribuisce sul mercato.
Dice il Filò “I grandi vini sono concepiti nel vigneto e nascono in cantina” chapeau ottima filosofia.
Nella prima quindicina di ottobre al Filò raccolgono, dai vitigni piantati nel 1975, il Cabernet che poi, con il 50% di Sauvignon ed il 50% di Franc, diventerà il “Cecilia di Baone” Cabernet Riserva del quale abbiamo assaggiato i 13° alcol-volumetrici della vendemmia del 2003.
Prima di arrivare alla bottiglia il Cabernet del Filò si trastulla per 24 mesi in acciaio inox, solo dopo si merita la “DOC Riserva” del Consorzio dei Vini dei Colli Euganei.
Nel bicchiere ci accoglie con un colore forte, intenso, più che violaceo e profumi immediati di frutta e di prato bagnato dalla pioggia, erbaceo e con qualche nota alcolica a buon corredo.
Le caratteristiche olfattive si riversano immediatamente sull’assaggio che rivela un Cabernet molto strutturato, corposo e molto allappante. Un vino che non vuole essere elegante ma forte e presente, una bevuta liscia e veloce (non tradisce l’inox eh !) con un risultato piacevolmente fruttato, di ottimo equilibrio.
Il Cabernet scende dal palato e continua con identiche gradevoli note fino a denotare alcuni momenti di sapori piccanti che non rivelano mai però un eccesso di acidità, tutt’altro. Il Monte Cecilia ci lascia così una ottima interpretazione di se stesso, il Cabernet Riserva del Filò è una realtà di produzione di livello alto che deve poter cimentarsi su qualche palcoscenico di prestigio, magari sfide difficili e per questo non immediatamente vincenti, momenti però dove poter crescere e trovare gradatamente lo spazio che veramente si merita.
Me lo vedo il Corrado ora dire “l’avevo detto io!”. Ohioia oste, per il vino avevi ragione ma il Cecilia e chiamalo pure Monte tanto un colle rimane.
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giovedì 16 aprile 2009

PAROLA DI BLOG : ELISABETTA TOSI Vino Pigro


Elisabetta è una giornalista in tutto e per tutto e qui potremmo anche dire “punto”.
Guida un blog accattivante e dissacrante, un blog fatto di storie e non di degustazioni, un wine blog realizzato con i fatti e le persone e non con i pareri illustri. Vino Pigro è una piattaforma di esperienze e di contatti, di notizie ed a volte di veri scoop; il mondo del vino non è solo la botte, il barrique, l’acino e la sua muffa, il colore rubino ed al naso con i frutti di bosco, per Elisabetta il vino è la gente che lo vive con le sue scelte ed i suoi gusti. Avanti a raccontare allora perché la Tosi non si tira mai indietro, un giornalista fa così, e così fa il suo blog, tutt’altro che pigro. Sentiamo cosa ci racconta la"Lizzy", quella che ha perfino fatto ......la pagella al Vinitaly !!!
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Di Elisabetta cito testuale “Veronese, giornalista per vocazione, indipendente per scelta,laureata (col massimo dei voti) in filosofia, dopo anni di lavoro giornalistico in radio, tv, carta stampata, approdo al mondo del vino e della viticoltura”.
Sicura ? va tutto bene o è la laurea in filosofia che non offre sbocchi?

Hai mai conosciuto un filosofo che per campare filosofeggia? No, insegna o fa l'ideologo di partito (giuro: sul libretto di facoltà era scritto proprio così). Ho scelto filosofia perchè in realtà volevo fare astronomia. Ma siccome questo corso di laurea era troppo impegnativo e richiedeva ore e ore di laboratori, frequenze alle lezioni, ecc. – e io a 18 anni già lavoravo, infestando la stampa nazionale e cittadina dei miei articoli – ho ripiegato su una facoltà abbastanza duttile, che mi permettesse di soddisfare le mie curiosità esistenziali e antropologiche e non richiedesse la frequenza. Infatti in 4 anni non ho fatto nemmeno un'ora di lezione. Mi sono laureata facendo tutto da sola, senza tutor, professori che mi seguissero, compagni con i quali studiare, niente. Brava, eh?
Ok hai fatto un blog , sei arrivata per prima per ultima o non sei mai arrivata ?
Arrivata? e dove? Non so, non ho mai capito come funzioni 'sta cosa del page rank.
Nel vino sei professionista per lavoro e blogger per passione? Difficile da conciliare ?
Professionista... per forza e blogger per caso. O meglio: per emulazione. La prima ad aprire un blog in famiglia è stata mia figlia, quand'aveva 14 anni. Potevo essere da meno di lei? no.
Lavoro e blogging non sono difficili da conciliare: quando devo scegliere tra un articolo e un post, scelgo sempre il post, anche se per il primo mi pagano e per il secondo no. Il fatto è che mi diverto di più a scrivere sul blog
Pochissime degustazioni di vini sul tuo blog. Come si scrive il mondo del vino ?
Le degustazioni mi annoiano a morte. Come i food blog che parlano solo di ricette o di recensioni di ristoranti. Non c'è niente da fare, sono giornalista dentro, a me interessano i fatti, la cronaca, le storie
Chiunque frequenti Vino Pigro sa che quel “pigro” è un simpatico inganno, di fatto è un blog d’assalto, simpaticamente dissacrante ma che non si tira indietro se c’è da denunciare fatti e misfatti. Perché ? Serve ?
Denunciare fatti e misfatti fa parte del mestiere di qualunque giornalista. Serve? spero di sì. D'altra parte, informare la gente è un preciso dovere della mia categoria. Uomo avvisato, mezzo salvato, si dice, no? Sebbene a volte mi tocchi mestar nel torbido. E questo non mi diverte per niente.
Ultimamente ci sono state molte polemiche sul vino “autentico e tradizionale” o “manipolato per la piacevolezza del palato”, dove va il vino?
Dove va il vino? in bocca, spero! A parte gli scherzi, va dove decide il produttore. C'è posto per tutti, convenzionali e innovativi, in anfora o in barrique, è una questione di scelte (aziendali) e di gusti (personali). E di preparazione: io non proporrei mai un vino biodinamico ad una persona che a malapena distingue un bianco da un rosso. Il vino è una delle cose più naturalmente e semplicemente complicate che ci siano
Allora che “differenza” ci deve essere fra Amarone e Recioto ?
Beh, questa è facile: l'Amarone è un vino da uve rosse appassite a fermentazione completa, cioè secco. Il Recioto è lo stesso, ma a fermentazione interrotta. E quindi dolce
Di un vino la prima cosa che pensi…il metodo, il piacere, il voto. Già…. il voto ?
La prima cosa che cerco in un vino è un riconoscimento olfattivo-gustativo, perchè mi aiuta a dargli un volto e a ricordarlo. Il voto...boh, lo do se proprio me lo chiedono. Ma non va inteso come un parametro assoluto, bensì come un indice del mio personale gradimento. E quello che piace a me non è detto che piaccia a te, o ad altri. Mai fidarsi dei voti. Soprattutto di quelli delle guide.
Guide, strade del vino ecc il vino fa crescere il territorio o il territorio fa crescere il vino ? Tutti e due lo hanno già detto e non vale più.
Allo stato attuale delle cose, niente fa crescere nessuno. Diciamo che “la moda del vino” ha aiutato a scoprire molti territori. Ma adesso servirebbe un cambio di passo, che non avverrà mai finchè i produttori non capiranno che devono metterci soldi, tempo ed energie. Il turismo del vino è un business, e come tutti i business richiede investimenti, professionalità e impegno personale. Tutte cose che al momento scarseggiano alquanto
Oltre il blog, il Social Network. Hai fatto, in ottima compagnia, Terroir Amarone che mette in convivenza (dura) produttori e consumatori. Esperimento che deve ancora crescere o rimarrà sempre un po’ abbottonato?
Terroir Amarone è il primo esperimento al mondo di social network verticale, cioè incentrato su un solo argomento- prodotto: l'Amarone della Valpolicella. Questa connotazione, voluta, è un po' il suo limite, perchè non si sta tutti i giorni dell'anno a leggere/scrivere/degustare/fare Amarone. Esploderà? certo: quando riusciremo a farlo in inglese. All'estero sono molto più curiosi e collaborativi di noi italiani. Cercasi traduttore appassionato di vino: chi si offre? Pagamento in..bottiglie (d'Amarone, of course)!.
C’è un momento che potresti dire stop a Vino Pigro ?
Sì, certo. Succederà quando il blogging diventerà una routine come le altre e io non mi divertirò più
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martedì 14 aprile 2009

CELTIC LEAGUE: MERITO SPORTIVO ZERO


Dopo i rovesci del Sei Nazioni ed i non esaltanti risultati che da anni sta dando il massimo campionato del rugby, il Super10 , il nostro Presidente della Federazione ha estratto il cilindro dal coniglio ops….chi fa il coniglio ?.....quello con il cilindro….si insomma avete capito.
La notizia non è più una notizia leggetevela qua e qua; insomma il dado è stato tratto da molte settimane, se il nostro rugby non va bene allora si va a giocare tutti all’estero, oh bella !! E così che si cresce.
E dai e picchia e mena alla fine quelli dell’Europa del Nord ci hanno presi; si insomma la Lega del Nord (ehm ehm) .…si dai la Celtic League (si chiama così) detta anche Magners League, dal nome dello sponsor numero uno, ha concesso che insieme alle 4 squadre di super-selezione irlandese, le 4 squadre super-eccetera del Galles e le due super scozzesi ci possano essere due squadre super-selezionate italiane a contendersi la Coppa di cotanta Lega.
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Adesso viene il bello. Come scegliere chi andrà in Celtic League e perché?
Diciamo che con il perché si risolve anche il chi.
Ecco che il super-presidente ha fatto un pochino trapelare i criteri affinchè si formino le suddette selezioni. Ma quali sono i criteri? Qui si potrebbe giocare tre ore con le parole, ci faremmo grasse risate ma andiamo al sodo e versiamo pure lacrime amare.
I criteri trapelati sono : un pacco di soldi da sventolare alla Magners League, circa 7/8 milioni di euro, una batteria di aereoporti intorno al campo di gioco della selezione prescelta, una serie di monumenti fantastici da visitare e strutture alberghiere adeguate, campi da gioco e centri commerciali, molti sponsor importanti a cui faccia gola anche la Baia di Dublino o le ciminiere di Cardiff, una televisione di copertura nazionale che mandi in diretta la cosa.....e avanti così con la lista della “spesa”
Cosa c’entra questo con lo sport ?? Ma dove vivete ??? Questo è lo sport in Italia!! Anzi, scusate…questo è il calcio in Italia….. . Cheeee beeellooooo.
Insomma nei criteri il merito sportivo pare varrà più uno meno una cicca. Nessun parametro di vittoria sul campo, nessun piazzamento in classifica, nessun confronto di preselezione, insomma niente. La ricetta pare essere: metti insieme un pacco di soldi e vinci, la cosa mi sa di Moratti Mourinho Ibra, Galliani Kaka.....
Io ho sempre pensato che per alzare una Coppa o per giocare con quelli più bravi si dovesse vincere qualcosa prima, è una questione di formazione...di cultura...si ….come si dice….cultura e formazione…......sportiva !!
Pensavo che se tutti hanno un strada da seguire ed hanno identiche chanche per crescere allora tutto si muove meglio è così che funziona un movimento......sportivo.
Sportivo/a ecco la parola giusta, scusate ma pensando al Presidente non mi veniva.
Quindi sarà Celtic League, comincerà con la stagione 2010/2011, nel frattempo saranno volate milioni di parole e cambiati chissà quante volte i criteri, cambiati tutte le volte che…. serve …..perchè lo sai già prima dei criteri chi deve andare a giocare con la Celtic League e chi no….(capisci a me)
Fra un anno ci saranno le due selezioni italiane, un pezzo piccolino dell’Italian Rugby sarà abbastanza felice, quella che ha per riferimento la geografia Selezionata, l’altra Italia, tutta l’altra, vedrà altro rugby. Circa una settantina di giocatori giocheranno nella Lega celtica gli altri centinaia e migliaia.....
Quali di questi due sarà il vero rugby italiano ? Credo il secondo, magari sarà brutto sporco e cattivo ma sarà il vero nostro livello di rugby e quello dei nostri ragazzi: insomma il rugby italiano.
Poi ci sarà un altro rugby, quella che va in tivvu, quello della marca di detersivi, della grande banca o della bibita analcolica più frizzante, 70 giocatori (ma quanti saranno italiani???) giocheranno taaaanto beeeeene e magari vinceranno pure qualche cosa (è il minimo sindacale...).
Ma si dai, basta con questo sport, compriamoci un po’ di spettacolo.
Venghino venghino siori e siori compratevi un giretto in gondola, omaggio il parterre del rugby, se comprate anche un giretto al Colosseo vi si da la tribuna centrale. Venghino venghino che quest’anno vinciamo noi……come si sa ?? ……abbiamo comprato il terza linea forte, chiiiiiiii? Il neo-zelandese naturalmente..…ops Presidente scusa non volevo finire così. Riverisco.

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lunedì 13 aprile 2009

PANZANO, IL MOLINO: CHIANTI CLASSICO 2004 DOCG DI GRACE


Una vecchia gag del Benigni, una di quelle lontane dall’Oscar, faceva sorridere i toscani quando, riferendosi appunto alla loro terra ed all’arrivo dei turisti che si compravano i rustici nei posti più belli ed ameni della Toscana, parlava “dell’epo’a che po’ sono arrivati l’inglesi”.
Io non so di dove arrivi Frank Grace, il nome non lascerebbe dubbi, non lo conosco nemmeno, sono andato nella sua cantina qualche mese fa, ottima accoglienza, persone competenti, ma lui “un c’era”
Certo che il Molino di Grace, anche ma ovviamente non solo per le sue sculture di ferro all’entrata, è una bella invenzione; vediamo allora qualcosa del lavoro di Frank.
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I suoi vitigni hanno 350 anni corrono fra un sentiero etrusco ed il mulino del diciannovesimo secolo che da il nome all’azienda, fino al 1995 la produzione di queste viti era destinata alla vendita delle uve. Frank ha fatto l’acquisto e nel 1999 ha iniziato la sua produzione marchiata Molino di Grace.
Location ? Panzano in Chianti….of course.
Attività ecosostenibili, agricoltura biologica ed eleganza per il palato queste le dichiarate tre direttrici del Mulino che si trova nel cuore di una delle zone più belle ed importanti della viticultura toscana, il Chianti del Greve, il mio mondo preferito.
La prima occhiata che vogliamo dare al lavoro di Mr Grace non è il suo famoso Gratius Super Tuscan ma al suo 100% Sangiovese non filtrato CHIANTI CLASSICO 2004 DOCG.
Ricavato da uve poste, secondo le indicazioni che ci lascia il produttore, a circa 300/400 Mt slm che ne garantiscono una resa pari a 45 hl/ha, i più interessanti passaggi della produzione dichiarata sono: un periodo di macerazione di circa 20 giorni con ripetuti rimontaggi, la fermentazione manolattica svolta e quindi..... “il vino viene suddiviso fra botti di rovere di Slavonia, barrique di legno francese di secondo passaggio ed acciaio per un periodo di 11 mesi”.
Metodi indiscutibili…che avranno (hanno) un suo perché.
Versato si presenta di colore fortissimo, quasi nero, con unghia e riflessi violacei, al naso è sontuoso, un piccolo ritorno legnoso dietro una fioritura di viola ma in genere senza particolari altre tonalità forti; arco veloce si lascia guardare ed assaggiare dimostrandosi inaspettatamente di struttura più leggera della media chiantigiana anche se con tannini decisi e presenti.
Il Chianti 2004 del Molino nasconde bene i suoi 13 gradi di volume alcolico, ti lascia una sensazione di “vino giovane” e di uve che magari un po’ di sole in più…, nel complesso però una idea raffinata.
Horses for courses. Un buon lavoro Mr Grace
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martedì 7 aprile 2009

PAROLA DI BLOG : JACOPO COSSATER Enoiche Illusioni


Sono le persone l'anima della "rete" (e non il contrario !!) ed è per questo che Stefano il Nero ha chiesto ad alcuni blogger di rispondere ad alcune domande……pronti.....via a PAROLA DI BLOG

Ha festeggiato i 500 assaggi recentemente Jacopo Cossater.
500 bevute, come le chiama lui, che ha fedelmente elencato e commentato con tanto di indice di gradimento sul suo Enoiche Illusioni.
Due anni di curiosità e di passione per un blog che è una piccola enciclopedia fatta di analisi soggettive e di stupore per un mondo, quello del vino, che non ama i blogger quanto i blogger riescono ad amarlo.
Grazie a Jacopo per essersi cimentato nelle prima uscita di PAROLA DI BLOG
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Iniziamo con la domanda più classica
Perché un blog?
In realtà ho semplicemente iniziato a condividere quello che già facevo da tempo, scrivendo impressioni delle bevute che mi capitavano a tiro. Incredibile: a qualcuno interessava.
Dove si arriva con un blog?
Il blog, soprattutto se personale, è un mezzo che ti rappresenta. Una sorta di Curriculum Vitae costruito giorno dopo giorno. Come mezzo, quindi, ti può portare lontano, ma anche no. Dipende. . I primi mesi poi scrivi ed hai dieci visitatori al giorno e ti chiedi se quello che stai facendo abbia senso o meno. Parlo personalmente, ma è stato interessante, istruttivo ed estremamente stimolante scrivere di vino, anche se poco, quasi tutti i giorni per due anni. Ho imparato tantissimo.
Un vino al giorno (o quasi) questo è Enoiche illusioni ma ….come si fa ?
Un pizzico di curiosità. Tutto qui.
500 assaggi di vino prima domanda “come ti senti?”seriamente … quanto è soggettivo il mondo del vino ?
Naturalmente non è una scienza esatta. Ma non è neanche pura suggestione. E' un equilibrio per ognuno di noi. Con il blog mi sono confrontato con alcune persone, sullo stesso vino, e possono essere emersi giudizi differenti, ma il percorso che ha portato a quella valutazione difficilmente era diverso. A dimostrazione che la soggettività entra in gioco alla fine, e che non si può racchiudere un assaggio in uno schema chiuso.
ti sono piaciuti tutti e 500 o ce ne sono altri 500 di cui hai preferito non scrivere…se sono mille assaggi insisto “come ti senti ??
In realtà il vino mi piace anche quando non mi piace. Riesce a stupirmi, quantomeno. Poi, certo, mi è capitato di non scrivere di alcuni vini per i motivi più disparati, ma sono situazioni dettate da esigenze personali, più che da una sgradevolezza complessiva.
Il vino è sempre una “cosa pulita”?
Sono ottimista: si.
Poi però penso alle centinaia di migliaia di bottiglie della GDO che vengono vendute a due lire…..e divento un po' più pessimista.
Ultimamente ci sono state molte polemiche sul vino “autentico e tradizionale” o “manipolato per la piacevolezza del palato”, dove va il vino?
Vedi, il vino non si può racchiudere in uno schema. Adesso vanno di moda i vini naturali, da uve da agricoltura biologica o biodinamica. A me questo fa paura, pur essendo un grande fan dell'artigianalità, perchè poi la gente comincerà a pensare che quello che ha bevuto fino ad adesso non fosse “vero” quando invece il vino è una delle cose più naturali che abbiamo. L'altro giorno a cena un'amica ha guardato la controetichetta di una bottiglia che avevo ordinato ed ha detto che non andava bene perchè conteneva solfiti. E non aggiungo altro.
Poi, sulla manipolazione, se uno mette il merlot nel sagrantino ed esce con la docg è colpevole di frode. Moda o non moda. Ma questo è un altro discorso.
Il tuo blog è una vera enciclopedia di degustazione, hai scritto che “non si può racchiudere il vino in uno schema sensato” quindi, la tua enciclopedia?
Bello perchè ogni assaggio è differente: il vino è sfuggevole, indefinibile, non si presta a definizioni chiare. Qui entra in gioco la soggettività di cui parlavo prima. Io, qui, oggi, scrivo questo. Ma attenzione, domani potrebbe essere diverso.
Quindi i WS e RP 98/100 ecc ecc cosa sono ? Ci credi? Ma le tue stelline in fondo al tuo post…..
Dare un voto è la sintesi di un giudizio. Sul blog ne abbiamo discusso più di una volta. Può non piacere, e lo capisco, ma è anche un preciso atto di responsabilità che lo scrivente si assume nei confronti del lettore. Poi è naturale che il voto, in sé, da solo, avrebbe poco senso se lasciato nel vuoto e non preceduto dalle spiegazioni e dal percorso che hanno portato a quel giudizio.
Il mondo wine blog sale, scende, pesa sul mercato del vino, non pesa o pesa sul modo di fare vino?
Mah. Inevitabilmente i blog, non solo sul vino hanno riempito uno spazio. Peseranno davvero però quando diventeranno realmente fenomeni su larga scala, in termini di accessi. L'impressione è che il digital divide sia molto più ampio di quello che sembra. E' un bel giochino, per adesso, ma deve ancora crescere.
Quando e/o per quale motivo smetteresti di fare “Enoiche illusioni”?
Appena finisco di divertirmi smetto, lo giuro.


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domenica 5 aprile 2009

SERRO 2005 DOC - L'EGREGIO DEL MOTTOLO

Dodici ettari di viti a sud dei Colli Euganei nel comune di Baone, li ha origine il Serro ovvero il vino che ci siamo serviti in un pranzo con obiettivo degustativo nel quale si è pensato di mettere sotto la lente un territorio che sicuramente sta crescendo: i Colli Euganei.
Il nome del produttore, Il Mottolo appunto, deriva dal nome del ciotolo calcareo tipico della zona ma avremo occasione di parlare di Colli Euganei perchè questo "esperimento degustativo" ha dimostrato che c'è qualcosa di nuovo ed interessante da scoprire fra le verdi colline padovane.
Il Serro 2005 è un uvaggio che segue il Disciplinare di Produzione dei Colli Euganei e con quest'ultimo di guadagna un marchio DOC ben meritato; composizione del nostro 60% Merlot, 25% Cabernet Franc, 15% Cabernet Sauvignon per 13,5 di volume alcolico.
Assaggiato sui 18° brindando a coloro che di gradi se ne stavano subendo molti di più nella definitiva bolgia domenicale del Vinitaly 2009.
Il Serro si presenta con un colore forte e deciso e con immediati profumi intensi e gradevoli di frutta rossa e senzazioni olfattive di un vino tondo dal quale non traspare alcool.
Molto persistente al palato e continuativamente allappante. deciso e tannico, sapori che ritornano nell'assaggio al naso e che dimostrano un buon equilibrio e una soddisfazione olfattiva altisonante che prosegue nella bevuta rendendolo forse molto più piacevole di quanto magari possa essere tecnicamente. Un vino che nasconde dietro la sua struttura una sorta di "distacco", un vino "freddo" al quale manca una confidenza finale per diventarti pieno amico .
Il Serro del 2005 chiude la sua discesa ben sotto la gola con forte ciliegia e gradevoli senzazioni amarognole; un vino che rimane con te a lungo. Egregio.
Un assaggio positivo che ha vinto la tavola meritandosi la unanimità per la presente citazione e soprattutto la promessa che non ci faremo mancare le edizioni successive perchè "qui gatta ci cova", sta nescendo qualcosa di importante, non ce lo vogliamo perdere.