Con buona pace del Vasco questa volta il caro Alfredo con c’entra niente, è tutta colpa di Corrado. E’ lui che mi ha inseguito nella sua enoteca dicendomi “dici sempre che vuoi conoscere di più il prodotto dei Colli Euganei ? allora senti questo! Questo è il Filò caro mio, non uno qualsiasi questo viene dal Monte Cecilia.”
Il Monte Cecilia ? Ma cosa vuoi che ne sappia io di quale è il Monte Cecilia, non se la prendano a male gli amici dei Colli Euganei ma, appunto, colli sono non monti e poi io faccio difficoltà a distinguere il Monte (e daiiii) Ventolone dal M. Venda, mi regolo contando le super antennone che ci sono sopra, che volete ne sappia del Cecilia !
Va bhe allora ci sono passato per Baone, ho visto il cordone speronato del Cabernet del Filò delle Vigne, grazie Corrado, adesso lo so dove è il Monte Cecilia, e non solo.
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Il Filò delle Vigne è una delle cantine più conosciute dei Colli Euganei, da tempo persegue la produzione di qualità sui suoi 20 ha di vitigni dai quali dichiara ricavare 50000 bottiglie (resa di 30 hl/ha …uhm però!) che in parte prima numera e poi distribuisce sul mercato.
Dice il Filò “I grandi vini sono concepiti nel vigneto e nascono in cantina” chapeau ottima filosofia.
Nella prima quindicina di ottobre al Filò raccolgono, dai vitigni piantati nel 1975, il Cabernet che poi, con il 50% di Sauvignon ed il 50% di Franc, diventerà il “Cecilia di Baone” Cabernet Riserva del quale abbiamo assaggiato i 13° alcol-volumetrici della vendemmia del 2003.
Prima di arrivare alla bottiglia il Cabernet del Filò si trastulla per 24 mesi in acciaio inox, solo dopo si merita la “DOC Riserva” del Consorzio dei Vini dei Colli Euganei.
Nel bicchiere ci accoglie con un colore forte, intenso, più che violaceo e profumi immediati di frutta e di prato bagnato dalla pioggia, erbaceo e con qualche nota alcolica a buon corredo.
Le caratteristiche olfattive si riversano immediatamente sull’assaggio che rivela un Cabernet molto strutturato, corposo e molto allappante. Un vino che non vuole essere elegante ma forte e presente, una bevuta liscia e veloce (non tradisce l’inox eh !) con un risultato piacevolmente fruttato, di ottimo equilibrio.
Il Cabernet scende dal palato e continua con identiche gradevoli note fino a denotare alcuni momenti di sapori piccanti che non rivelano mai però un eccesso di acidità, tutt’altro. Il Monte Cecilia ci lascia così una ottima interpretazione di se stesso, il Cabernet Riserva del Filò è una realtà di produzione di livello alto che deve poter cimentarsi su qualche palcoscenico di prestigio, magari sfide difficili e per questo non immediatamente vincenti, momenti però dove poter crescere e trovare gradatamente lo spazio che veramente si merita.
Me lo vedo il Corrado ora dire “l’avevo detto io!”. Ohioia oste, per il vino avevi ragione ma il Cecilia e chiamalo pure Monte tanto un colle rimane.
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Complimenti e davvero complimenti per l'articolo.
RispondiEliminaSono di sicuro di parte perchè son di Padova, ma finalmente si possono trovare persone che amano il territorio, territorio che a mio modesto avviso è pieno di potenziale enologico, dovuto di sicuro alla natura del terreno, al clima mite, ma anche alla nuova mentalità di fare vino sui Colli Euganei.
In questi colli di origine vulcanica, fortunatamente si sta perdendo l'abitudine di produrre grandi quantità preferendo puntare sulla qualità. Poi non tutti ci riescono velocemente e ci vuole tempo, certo però che possiamo con fiducia contare almeno una decina di aziende che sui Colli Euganei producono dell'ottimo vino e non hanno nulla da invidiare a tanti altri vini più blasonati di altre Regioni Italiane. Forse quello che ancora manca sui Colli Euganei è il fatto di lavorare in squadra, di fare Sistema per valorizzare e far conoscere un Territorio particolarmente vocato alla coltivazione della vite.
C'è ancora troppo una vista al proprio orticello ed a volte a chiacchere da corridoio e piccole invidie, non capendo che si cresce assieme e si cresce tutti. Poi logicamente una selezione naturale in termini enologici, produttivi e gestionali deve sicuramente avvenire, ma assieme si possono superare barriere ora invalicabili, magari accorpandosi per dimensione/qualità perchè certo che parlare fra chi produce 20.000 bottiglie con chi ne fa 1.000.000 è un pò difficile, come pure chi ha rese di 25 q.li/Ha con chi fa 200 q.li/Ha. Ma se c'è la volontà comune di dimostrare la forza del territorio, allora si trovano le soluzioni.
Tornando al Cecilia di Baone del Il Filò delle Vigne non posso che condividere con Voi tutto al 100% ed anzi direi di più che è un vino che davvero esprime il Territorio dei Colli Euganei.
Ma vi consiglio di degustare con calma anche Il Borgo delle Casette 2006 Tre Bicchieri, e il potente Calto delle Fate altra particolare espressione del Filò per arrivare alla Luna del Parco, come vendemmia Dicembrina del vitigno Moscato Fior d'Arancio che con il ghiaccio ed uno adeguato invecchiamento, da oro/paglierino assume un color ambra ed un retrogusto da muffa nobile niente male per essere a Baone. Lo chiamano il Vino dell'Amore !! Amore di chi lo fa e di chi lo beve.
Saluti e beviamo bene con moderazione.