Venezia e la sua Laguna, il Cenacolo di Leonardo da Vinci, Portovenere e le Cinque Terre, i monumenti Paleocristiani di Ravenna, il centro storico di Pienza, San Gimignano, il Centro storico di Roma, Amalfi, la Reggia di Caserta, i templi di Agrigento, Noto, le Isole Eolie.
Sapete cosa hanno in comune tutte queste assolute bellezze del nostro suolo patrio? Sono Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Tradotto in italiano Unesco è “l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura”. Bellissimo.
Pensate che in Italia, il più bel paese del mondo suvvia andiamone fieri, ci sono “solo” una quarantina di siti considerati Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Anche a voi sono parsi pochi ?? Bhe non siete gli unici.
Una quarantina di siti devono essere sembrati pochi anche ai capi del Consorzio per la tutela del Vino Prosecco se hanno deciso che in fondo un sitarelo si poteva chiedere ancora e così hanno preparato il dossier.
Il dossier, da presentare ovviamente all’Unesco per essere ammessi al Supremo Patrimonio mondiale, su cosa verteva or dunque? Una domanda a favore delle ville del Canova o del Palladio? La bellissima Asolo? La Via Claudia Augusta? I meravigliosi castelli feudali trevigiani?
No quelli del Consorzio il dossier lo hanno preparato richiedendo venga considerato Patrimonio dell’Unesco la zona di Conegliano e Valdobbiadene.
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Ecco, direttamente dal Consorzio trevigiano, la motivazione:“L’area di Conegliano Valdobbiadene con le sue colline ricamate di vigneti e un ambiente ancora intatto, secondo i tecnici, possiede i requisiti per vincere questa sfida con il proprio valore ambientale. Dopo il riconoscimento a primo Distretto Spumantistico d’Italia, quindi, il nuovo obiettivo è divenire primo Patrimonio “vitivinicolo” Unesco. ”
A Montalcino, nelle Langhe e forse, più vicino, in Valpolicella, si sono rabaltati (dalle risate ?).
In sintesi quelli del Consorzio del Prosecco dicono di voler mettere il territorio al centro, ogni attività deve far riferimento al territorio, sia quindi quest’ultimo il tratto distintivo. Niente da dire, anzi, è una consapevolezza che fa onore ai sempre laboriosissimi operatori della Marca; ovvio che, per realizzare una operazione di questo genere, il mondo-marketing legato al Prosecco abbia dovuto spremere non poco le meningi.
Ma c’era bisogno di scomodare l’Unesco?
Chissà se il toscanaccio cresciuto fra il 400 ed il 500 italiano avesse saputo che, invece di mettersi ad affrescare il Cenacolo, bastava piantare una vigna per passare alla storia, quale esclamazione avrebbe elevato al cielo? Posto che è tardino per mettersi a far domande argute a Leonardo da Vinci appropinquiamoci alla riflessione senza autorevoli aiuti esterni.
Caro Presidente del Consorzio in questione, ma lei pensa veramente che il “territorio di Treviso e dintorni” sia rappresentato in primis dal pur autorevole vitigno che lei promuove e tutela ? Non è che qualcuno dei suoi vicini di casa abbia ragione ad offendersi ? Io mi rendo conto che il Canova ed il Palladio fanno compagnia a Leonardo da un bel pezzo e che le pietre di Asolo non possono parlare ma il buon senso si.
Il territorio sono tante cose insieme, prima di tutto cultura, educazione e scienza (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) e poi tutte le sue tradizioni e la sua vita genuina di ogni giorno, se in Italia bastasse un vitigno oltre a monumenti ed arte allora i siti sarebbero già 400 e non 40. Guardi che la nostra italica fortuna è avere il vitigno oltre a tutto il resto.
Immagino le brochure di promozione del Veneto dopo la approvazione dell’Unesco alla pensata cosorziale “……e dopo due giorni a Venezia, un giro di due giorni fra i vigneti di Conegliano, se indossate gli scarponcini adatti e se arrivate fra agosto ed settembre ve li facciamo anche potare gratis, in Italia noi la chiamiamo ven-dem-mi-a, come dite voi in Australia ?”.
Vedremo quel che dirà l’Unesco. Temo la politica. Se sarà un si, tanto di guadagnato, con buona pace del centro storico di Siena e della zona archelogica con Basilica di Aquileia (Patrimioni dell'Unesco... of course...che ci sia vino a Siena ed in Friuli?)
Chissà quanti altri modi c’erano per ricordare il Prosecco che i maghi del marketing non hanno pensato; già il buon Prosecco, io me ne sono degustato un prezioso calice proprio oggi…..ma i maghi scelti dal Consorzio erano forse astemi ??
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