“Passata è la tempesta odo augelli far festa……..”sta di fatto che la nostra Nazionale di Rugby è tornata dal giretto nell’altro emisfero dal tour dei tre test-match, due con l’Australia ed uno con la Nuova Zelanda, e tutti fanno a gara nel sentirsi sollevati.
Ma perché cotanto sollazzo dopo i tre test-match ? Bhe, perché li abbiamo persi con onore tutti e tre. La Nazionale di rugby non vince praticamente mai, al massimo perde con onore e considerando che ultimamente era mancato anche quello ecco motivato il tanto clamore. Spesso giochiamo con Nazionali fra le prime del mondo, come nel caso di questo tour, ed allora viene facile la favoletta dell’onore; sarebbe interessante un bel match Italia-Romania, o con il Giappone, Tonga, Russia, Georgia, Canada, tanto per capire il vero valore: perché se le ochette che starnazzano elogi hanno ragione allora con le Nazionali di cui sopra dovrebbe essere una passeggiatina.
Ma la nostra Nazionale quanto è nostra ? Ne abbiamo già parlato qui in occasione del 6Nazioni e l’argomento è tutt’altro che trito e ritrito ma, in questo momento, di grande attualità.
Per proseguire con questo post clicca su Continua
Nick Mallet, salvatosi immeritatamente dallo scempio del torneo europeo, ha convocato 30 atleti per rappresentare l’Italia in questa serie di gare: 12 di questi i soliti oriundi (6 argentini, 3 australiani, 1 sudafricano, 1 francese, 1 neozelandese)o comunque tutti naturalizzati in un modo o nell’altro, gli altri 18 italiani davvero. I 45 ticket di prima squadra per i tre test-match sono stati per 21 volte appannaggio dei soliti 12 "naturalizzati", gli unici 3 giocatori che sono entrati tutte e tre le volte fra i primi 15 sono fra i dodici di cui sopra, perché nel 15 di partenza almeno mezza squadra era da ricercare sempre fra i 12 di cui sopra.
Mallett ha però pescato ad ampie mani nel campionato italiano, oriundi si ma “de casa”, visto che solo 9 dei convocati non giocano in Italia e la maggior parte di questi sono pure italiani!
Soprattutto negli sport minori in Italia si celebra la gara all’oriundo o al naturalizzato, è un modo, permesso dalle federazioni internazionali di ogni singola disciplina, di non voler esser per forza secondi a nessuno, a dispetto della tradizione e della penetrazione che lo sport in questione detiene presso il pubblico locale. Il rugby si è giocato anni fa questa partita all’oriundo dimenticandosi però che se i tuoi maggiori atleti non sono tuoi significa che il tuo vivaio praticamente non esiste. Ultimamente la Federazione Italiana Rugby ha imposto un cambio totale del movimento italiano varando e/o auspicando una serie di riforme, alcune molte insulse, che riporteranno di fatto i campionati un po’ indietro negli anni. Il Super10 gioca il prossimo anno il suo ultimo anno e nessuno lo rimpiange e sapete perché? Perché i club che lo hanno popolato hanno sonoramente fallito. Nella ultima finale per lo scudetto giocata a Roma (Benetton Treviso contro Viadana) su 30 giocatori in campo solo 5 erano italiani !!!
Secondo voi Nick Mallett dove li prende i ragazzi italiani se questi non giocano nemmeno nelle maggiori società ?
Il Petrarca Rugby, famoso per il suo ricchissimo vivaio, giocava il Super10 con una dozzina di italiani su oltre trenta giocatori della rosa, pochi provenienti dal vivaio: di questi se ne trovavi nei primi 15 diciamo…4/5 era un mezzo miracolo. E’ vero che il Viadana ha 4 suoi giocatori in Nazionale ma sono tutti stranieri naturalizzati. Volete che guardiamo la rosa del Calvisano? I big di Treviso? .... potremmo andare avanti a lungo con esempi di questo tipo.
Rispondiamo alla domanda allora: ma la nostra Nazionale quanto è nostra ? Totalmente.
E’ il frutto di troppi anni di un torneo falso, strapagato e non figlio del movimento che rappresenta: il Super10. Il nostro livello rugbistico è invece rimasto indietro, da noi hanno giocato centinaia di argentini, mezze calzette australi, troppi campioni neozelandesi di una volta e /o prossimi alla pensione. Ben venga la riforma, si abbassi il livello, se l’unico modo per crescere è ripartire da dove siamo (da dove noi italiani siamo davvero) allora diamoci una mossa e facciamolo.
Forse non è una scusa buona per tenersi in campo dodici oriundi ma Mallett fa il suo mestiere, non bene ma lo fa, non gli possiamo chiedere di stra-perdere con i ragazzi italiani quando con gli oriundi/naturalizzati può perdere con onore…..però rileggendo l’ultima riga: caro Mallett che differenza c’è ???
Ah si…..ho capito la differenza………….stupido io che penso sempre che stiamo davvero parlando di sport e onore !!
.
lunedì 29 giugno 2009
venerdì 26 giugno 2009
UNESCO , DOLOMITI E ......CONSORZIO PROSECCO
La notizia è abbastanza fresca per indurci ad un brindisi allo stato primordiale: “Il World Heritage Committee ha ufficialmente inserito le Dolomiti nella lista del a Patrimonio Universale dell’Umanità Unesco”.
Che ci fa qui una notizia di questo genere, al di la della comprensibile gioia di uno come Stefano Il Nero che le Dolomiti le conosce bene e le ama profondamente??
per continuare con questo post clicca su Continua
Non molto tempo fa ho riportato altra notizia (PROSECCO UNESCO E LEONARDO DA VINCI) della richiesta del Consorzio per la tutela del vino Prosecco di inserire fra le meraviglie del mondo la zona di Conegliano e Valdobbiadene con la motivazione che “L’area di Conegliano Valdobbiadene con le sue colline ricamate di vigneti e un ambiente ancora intatto, secondo i tecnici, possiede i requisiti per vincere questa sfida con il proprio valore ambientale. Dopo il riconoscimento a primo Distretto Spumantistico d’Italia, quindi, il nuovo obiettivo è divenire primo Patrimonio “vitivinicolo” Unesco. ”.
Non intendo commentare più di quanto già fatto il tentativo poco felice del Consorzio trevigiano di trasformare una cosa seria come il mondo UNESCO in uno spot promozionale per un pur rispettabilissimo vino del Veneto.
Credo che la risposta ai signori del Consorzio sia arrivata però direttamente dalla stessa UNESCO, una risposta che sa di vera lezione di stile per i signori del Consorzio perché oggi, come dicevo, ……nove gruppi dolomitici per un’ estensione complessiva di 142 mila ettari, cui si aggiungono altri 85 mila ettari di ’aree cuscinetto, per un totale di 231 mila ettari, suddivisi tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine…questo il nuovo patrimonio dell’ umanità sancito dall’Unesco oggi a Siviglia…ne fanno parte il gruppo formato dal Pelmo e Croda da Lago, situati in Veneto, tra Cadore, Zoldano e Ampezzano; del massiccio della Marmolada, posto fra Trentino e Veneto e comprendente la cima più alta delle Dolomiti (3.343 metri) e il ghiacciaio più significativo; il gruppo formato dalle Pale di San Martino……..
Scenari incredibili posti straordinari, paesaggi mozzafiato queste sono le Dolomiti, felici di questa scelta incredibilmente grande fatta dalla organizzazione internazionale salutiamo il grande alpinista Reinhold Messner che ha dichiarato commosso come si realizzasse il sogno della sua vita.
Questa è una cosa seria.
Anche il Prosecco lo è : in bottiglia.
domenica 21 giugno 2009
SOLSTIZIO D'ESTATE: DEI CALDI E DELLE POZIONI DISSETANTI, DI UVE E DI CO2......
L’argomento è di quelli che non lasciano il segno, uno di quelli che più scontati non si può ma non riesco ad esimermi. Chiedo venia in anticipo
Oggi ho visto un “uomo del Negrar” tutto stetoscopio e bottiglia di Amarone che mi ha ricordato “oggi primo giorno di estate !!” Eh già i caldi sono arrivati ed allora, ecco arrivare il ragionamento scontato : che vinello si beve ? Insomma, sotto la pergola alle due di pomeriggio fra un sudore clandestino ed una insalata fredda, oppure disteso sulla sdraio del giardino o specchiato sulle acque di un lago non abbastanza rinfrescante che si beve ?
I più dicono che serve un vino che possa essere bevuto dopo aver fatto un salto nel frigo, il vino ovviamente fa il salto…, un vino bello freddino, amabile si ma che non strappi la righetta di alcol dalla fronte. Voi gli date torto ?
Per continuare a leggere questo post clicca su Continua
.
A questo punto si spalanca l’emozione del consiglio giusto, la spaccata del “bhe si però un pinot grigio si può, un Traminer perché no…..in antitesi citiamo la sconsacrazione del Gino, direttamente da Radda : ”tu lo sai che il Gino s’è fatto un Chianti del dumilatre iersera con questo caldo…e ciò ancor i brividi ai pensiero bada!!
Qualcuno dice invece “charmat mon amour !!!”. Ovvero vini dolcettini e fruttati al punto che buttare già la loro temperature potrebbe non essere un danno ma un guadagno. Identica cosa potremmo dire delle bollicine in tutte le salse francesi ed italiane, rinomate e provinciali. Io stesso spesso mi sono fermato a discettare con amici difendendo il Sauvignon Blanc estivo con tredici gradi di alcol e dieci di frigo, oppure il Traminer altoatesino, in passato ho persino scritto in estate per un vino estivo rotolandomi di gioia su un un Alezio Rosato DOC del sud Italia che mi aveva dato grande soddisfazione nella mia fuga dal vino che conta verso il vino che …disseta!! Fuga ....da vino .....dissetare ????
“Eh no io non ci sto” diceva una canzone a me cara di troppi anni fa e più recentemente un Presidente della nostra Repubblica ( che non mi è ugualemente caro) , bene ora tocca a me ri-dirlo (revival).
Eh no io non ci sto: se volete togliervi la sete aprite il rubinetto di casa che c’è di meglio !!
Vi giro la domanda : un vino deve dissetare ( nel senso estivo del termine)?
Se vi piace l’idea che una bevanda vi accompagni dentro una emozione allora giratevi fra le mani un calice di vino, troverete quello giusto in ogni stagione e non dovrà per forza di cose passare per il frigo.
Il vino in estate è una idea felice in tutte le dimensioni e, secondo me, non c’è un particolare vino ed un particolare modo di bere un vino; ci sono emozioni diverse che vengono accompagnate da etichette diverse. Chi cerca un vino per dissetarsi in estate forse non lo amerà mai, tanto meno in inverno.
Questa non è filosofia, è la forza di questa stupenda pozione d’uva; oggi che i consumi si sono notevolmente abbassati e chi beve vuole solo bere bene forse non è più tempo di parlare di vini estivi ed invernali, solo di vino.
Dove eravamo rimasti allora ? Sotto la pergola con la insalatina davanti? Provate ad aprirvi un Nebbiolo, ne basta poco. Buona estate a tutti.
.
Oggi ho visto un “uomo del Negrar” tutto stetoscopio e bottiglia di Amarone che mi ha ricordato “oggi primo giorno di estate !!” Eh già i caldi sono arrivati ed allora, ecco arrivare il ragionamento scontato : che vinello si beve ? Insomma, sotto la pergola alle due di pomeriggio fra un sudore clandestino ed una insalata fredda, oppure disteso sulla sdraio del giardino o specchiato sulle acque di un lago non abbastanza rinfrescante che si beve ?
I più dicono che serve un vino che possa essere bevuto dopo aver fatto un salto nel frigo, il vino ovviamente fa il salto…, un vino bello freddino, amabile si ma che non strappi la righetta di alcol dalla fronte. Voi gli date torto ?
Per continuare a leggere questo post clicca su Continua
.
A questo punto si spalanca l’emozione del consiglio giusto, la spaccata del “bhe si però un pinot grigio si può, un Traminer perché no…..in antitesi citiamo la sconsacrazione del Gino, direttamente da Radda : ”tu lo sai che il Gino s’è fatto un Chianti del dumilatre iersera con questo caldo…e ciò ancor i brividi ai pensiero bada!!
Qualcuno dice invece “charmat mon amour !!!”. Ovvero vini dolcettini e fruttati al punto che buttare già la loro temperature potrebbe non essere un danno ma un guadagno. Identica cosa potremmo dire delle bollicine in tutte le salse francesi ed italiane, rinomate e provinciali. Io stesso spesso mi sono fermato a discettare con amici difendendo il Sauvignon Blanc estivo con tredici gradi di alcol e dieci di frigo, oppure il Traminer altoatesino, in passato ho persino scritto in estate per un vino estivo rotolandomi di gioia su un un Alezio Rosato DOC del sud Italia che mi aveva dato grande soddisfazione nella mia fuga dal vino che conta verso il vino che …disseta!! Fuga ....da vino .....dissetare ????
“Eh no io non ci sto” diceva una canzone a me cara di troppi anni fa e più recentemente un Presidente della nostra Repubblica ( che non mi è ugualemente caro) , bene ora tocca a me ri-dirlo (revival).
Eh no io non ci sto: se volete togliervi la sete aprite il rubinetto di casa che c’è di meglio !!
Vi giro la domanda : un vino deve dissetare ( nel senso estivo del termine)?
Se vi piace l’idea che una bevanda vi accompagni dentro una emozione allora giratevi fra le mani un calice di vino, troverete quello giusto in ogni stagione e non dovrà per forza di cose passare per il frigo.
Il vino in estate è una idea felice in tutte le dimensioni e, secondo me, non c’è un particolare vino ed un particolare modo di bere un vino; ci sono emozioni diverse che vengono accompagnate da etichette diverse. Chi cerca un vino per dissetarsi in estate forse non lo amerà mai, tanto meno in inverno.
Questa non è filosofia, è la forza di questa stupenda pozione d’uva; oggi che i consumi si sono notevolmente abbassati e chi beve vuole solo bere bene forse non è più tempo di parlare di vini estivi ed invernali, solo di vino.
Dove eravamo rimasti allora ? Sotto la pergola con la insalatina davanti? Provate ad aprirvi un Nebbiolo, ne basta poco. Buona estate a tutti.
.
martedì 16 giugno 2009
TASTING PANEL: POGGIO ARGENTIERA
Il corriere espresso aveva suonato qualche giorno prima consegnando le sei bottiglie che il Gianpaolo Paglia aveva inviato a Stefano Il Nero per il suo Panel; la compagnia era già stata avvisata, il locale prenotato inclusa saletta riservata e allora prontiii….5 giugno 2009 Tasting Panel Poggiorgentiera , Trattoria Le Banchine - Colli Euganei, ….via !!
Intorno alla tavola imbicchierata come non mai sette amici : Stefano Il Nero, Loris (Il Turistico), Massimiliano (Max Panthera), Siro (il nome dice tutto quindi… Siro), Angelo (PiroZebrato), Fabio (Director), Claudio (Il Candidato) e sei bottiglie dalla maremma, sei vittime di giudizi a volte spietati che “…se gli va è così altrimenti le bottiglie la prossima volta non te le manda e fa lo stesso”, niente sconti quindi. Per tutti i degustatori la scheda prodotto e la scheda valutazione per ogni vino, si utilizza il metodo di Tigulliovino, punteggio in ventesimi e largo spazio a impressioni generali e valutazione descrittiva.
Prima di partire breve riassunto sulle caratteristiche ricercate e la serata ha inizio: and the winner is… IGT Maremma Toscana Finisterre 2005.
Vediamo adesso la valutazione della degustazione con alcuni risultati puntuali.
per proseguire ocn questo Post clicca su Continua
IGT Maremma Toscana Maremmante 2008
Stefano Il Nero : 12/20
Media della Tavola : 10,6/20
Generalmente considerato buono all’esame olfattivo (profumi ecc) il vino non è equilibrato.
La tavola lo considera “troppo”…troppo tutto.
Per Fabio vale però 14/20
IGT Maremma Toscana Ansonica Bucce 2007
Stefano Il Nero : 9/20
Media della Tavola : 11,7/20
Per tutti semplicemente non passa il livello olfattivo, meglio al palato con la sua frutta ma si ferma li. La tavola apprezza l’aspetto visivo, annunciato torbido lo è, evidentemente non vale il detto che l’occhio vuole la sua parte. Claudio se ne appassiona e per lui vale 15/20 ed alza la media.
IGT Maremma Toscana Guazza 2008
Stefano Il Nero : 17/20
Media della Tavola : 14,9/20
Piccante, aggressivo, sapido e fruttato senza esagerazione, raffinato al naso, assaggio gradevole e pieno. Un vero successo praticamente tutti. Per Angelo alla fine conta 17/20 e per Massimiliano (16/20):”dove lo trovo ?”
Morellino di Scansano DOCG Bellamarsilia 2007
Stefano Il Nero : 18/20
Media della Tavola : 15,6/20
Massimo dei voti per tutti all’esame visivo ed olfattivo dimostra un minimo di disequilibrio al sorso (ottima però la ciliegia) e si becca la ingiusta punizione del “mi aspettavo di più”. Ottimo il sapore di fiori e la robustezza dell’assaggio, poco invadente e non persistente. Morellino ok anche se Loris dice solo 13/20 : “troppo liscio”.
IGT Maremma Toscana Principio 2008
Stefano Il Nero : 14/20
Media della Tavola : 12,1/20
Fortemente violaceo e tannico, allappante, si prende tutta la bocca e non ti lascia più, nel complesso giudicato equilibrato e positivo. Il voto non altissimo tradisce un sostanziale accordo sul fatto che quello sia il suo livello e nulla si possa pretendere di più. La causa del Principio è perorata con grande forza da Angelo (addirittura 18/20) per Siro fa 12/20 “è tutto al posto giusto”.
IGT Maremma Toscana Finisterre 2005
Stefano Il Nero : 19/20
Media della Tavola : 18/20
Un successo senza precedenti; la tavola si abbandona a lodi e valutazioni eccelse.
Il colore forte fa da apripista ad una struttura matura e forte con il suo legno non esagerato e la sua grande profondità al palato. Allappante e denso è un piacere gustarlo e fa alzare i calici per un brindisi al Poggioargentiera perché sappia che qui ha una cartuccia in più da sparare.
Anche per Angelo vale 19/20, Fabio Loris e Siro sono a 18/20, Massimiliano e Claudio a 17/20.
Finisterre 2005 è Ottimo.
Serata da 20/20. Grazie a Poggio Argentiera
domenica 14 giugno 2009
BATISO PROSECCO 2008 EXTRA DRY E LA TRADIZIONE DEL BATTESIMO "ALCOLICO"
Cultori dell’acqua sana e rinfrescante, adulatori del prezioso equilibrio di sali minerali o della effervescenza naturale e non, appassionati dell’altissima e purissima, visitatori di fonti benefiche e/o diuretiche e quant’altro udite !!!!
Non solo con l’acqua si consacra un piccolo bimbo, voi così pensavate ? Alla fonte battesimale secondo voi si lava con acqua il capo del diletto ? C’è fonte e fonte ! Conoscete il rito del “batiso col vin prosecco”?.
Per proseguire con questo post clicca su Continua.
Il battesimo, nel dialetto della Marca trevigiana si dice “batiso”, ne esiste però, nella tradizione locale, un rito extracanonico che…..bhe sentiamo come lo descrivono bene su www.batiso.it : “da secoli nelle tradizioni e nella coltura trevigiana delle colline di Valdobbiadene, si è sempre svolto il rito extracanonico del “batiso col vin prosecco”. Il santolo, padrino del neonato, o il nonno, dopo il battesimo in Chiesa portavano il bambino in osteria per inumidirgli le labbra con un goccio di prosecco per “iniziarlo” alla passione autentica per il vino”.
Si si, il bimbo inumidito ed il nonno (o il santolo) bevuto fino al midollo osseo. Ah la tradizione!
Scherzi a parte nulla si perde della tradizione ed il battesimo del succo d’uva è cosa che cresce anche in altre zone del Veneto solo che, in onore del multiforme idioma veneto, si chiama bateso, batesemo, ecc ecc.
A Valdobbiadene riprendendo il nome e la tradizione (marketing e ancora marketing) la Società Agricola Batiso produce principalmente tre tipologie di Prosecco : Batiso Prosecco, Batiso Cartizze ed il Batiso Millesimato.
La Cantina del Batiso è in verità la nota Cantina Sutto che da Valdobbiadene dista ben 60 chilometri e si trova in zona Piave più che in zona Prosecco, esattamente a Salgareda, non ci siete mai andati ? La Chiesa di Campodipietra ha un fascino rurale invidiabile. Vi chiederete cosa si vuole dire con questo ? Valdobbiadene, cantina a 60 chilometri ecc, prosecco, Piave? Niente, solo un po’ di geografia, fa sempre bene ripassare ed ultimamente ce n’è un gran bisogno in viticultura.
Eccolo allora il nostro Batiso Prosecco 2008 Extra Dry in bottiglia numerata con tutti suoi 11 gradi alcol volumetrici.
Versato molto freddo si è aperto, nel suo colore giallo chiaro, tanto chiaro da “sembrar bianco”, con profumi di fiori ed una intensa quanto gradevole mela.
Persistente al palato, decisamente salato, veloce nella bevuta e senza eccessi: liscio.
Un vino non equilibrato dove la gestione olfattiva riesce a coprire alcune manchevolezze all’assaggio, defaiance che si rivelano soprattutto quando il vino perde la freschezza e si alza di temperatura. Un buon prosecco da aperitivo.
La tradizione è salva ? Prosecco per il bagno del labbro dell’infante in giro se ne trova eccome, a voi l’iniziativa !
Non solo con l’acqua si consacra un piccolo bimbo, voi così pensavate ? Alla fonte battesimale secondo voi si lava con acqua il capo del diletto ? C’è fonte e fonte ! Conoscete il rito del “batiso col vin prosecco”?.
Per proseguire con questo post clicca su Continua.
Il battesimo, nel dialetto della Marca trevigiana si dice “batiso”, ne esiste però, nella tradizione locale, un rito extracanonico che…..bhe sentiamo come lo descrivono bene su www.batiso.it : “da secoli nelle tradizioni e nella coltura trevigiana delle colline di Valdobbiadene, si è sempre svolto il rito extracanonico del “batiso col vin prosecco”. Il santolo, padrino del neonato, o il nonno, dopo il battesimo in Chiesa portavano il bambino in osteria per inumidirgli le labbra con un goccio di prosecco per “iniziarlo” alla passione autentica per il vino”.
Si si, il bimbo inumidito ed il nonno (o il santolo) bevuto fino al midollo osseo. Ah la tradizione!
Scherzi a parte nulla si perde della tradizione ed il battesimo del succo d’uva è cosa che cresce anche in altre zone del Veneto solo che, in onore del multiforme idioma veneto, si chiama bateso, batesemo, ecc ecc.
A Valdobbiadene riprendendo il nome e la tradizione (marketing e ancora marketing) la Società Agricola Batiso produce principalmente tre tipologie di Prosecco : Batiso Prosecco, Batiso Cartizze ed il Batiso Millesimato.
La Cantina del Batiso è in verità la nota Cantina Sutto che da Valdobbiadene dista ben 60 chilometri e si trova in zona Piave più che in zona Prosecco, esattamente a Salgareda, non ci siete mai andati ? La Chiesa di Campodipietra ha un fascino rurale invidiabile. Vi chiederete cosa si vuole dire con questo ? Valdobbiadene, cantina a 60 chilometri ecc, prosecco, Piave? Niente, solo un po’ di geografia, fa sempre bene ripassare ed ultimamente ce n’è un gran bisogno in viticultura.
Eccolo allora il nostro Batiso Prosecco 2008 Extra Dry in bottiglia numerata con tutti suoi 11 gradi alcol volumetrici.
Versato molto freddo si è aperto, nel suo colore giallo chiaro, tanto chiaro da “sembrar bianco”, con profumi di fiori ed una intensa quanto gradevole mela.
Persistente al palato, decisamente salato, veloce nella bevuta e senza eccessi: liscio.
Un vino non equilibrato dove la gestione olfattiva riesce a coprire alcune manchevolezze all’assaggio, defaiance che si rivelano soprattutto quando il vino perde la freschezza e si alza di temperatura. Un buon prosecco da aperitivo.
La tradizione è salva ? Prosecco per il bagno del labbro dell’infante in giro se ne trova eccome, a voi l’iniziativa !
martedì 9 giugno 2009
UN CIN CIN AL RUGBY ....... ED UN CIAO
Il massimo campionato, il quasi defunto Super10, si è esaurito con la finale del 30 maggio e nemmeno una riga è passata su questa tastiera per celebrarne fasti e nefasti.
Sono rimasto anche io stupito di me stesso per non aver sentito questa esigenza; gli anni scorsi alla fine di tutto si organizzava una birra con gli amici per parlare della meta più bella e discettare su sostegno e avanzamento, terze linee da rivalutare e piloni da buttare; il miglior brindisi andava alla miglior trasferta, quasi sempre enorugbygastronomica, lo spiedo bresciano e le sconfitte a Calvisano, mangiarsi le mani a Parma dopo aver gustato però i ciccioli e la pasta, ottima la piccola Club House di Venezia.
Troppe delusioni quest’anno per alzare i calici. Non è questione di posizione di classifica. Nessuno è veramente contento di come si sono messe le cose, il futuro del movimento è incerto come mai.
per proseguire con questo post clicca su Continua
Nemmeno i trevigiani, accorsi ovviamente in pochi alla finale scudetto che li ha ri-ri-ri-ri-consacrati Campioni d’Italia, sono stati felici di giocarsi una stagione stupidamente lontani 500 km da casa, nel deserto Stadio Flaminio di Roma, contro una squadra più vicina a Treviso che alla Capitale, ultima scelta stagionale di una Federazione oramai allo sbando totale.
Che c’è da festeggiare? Ah già, c’è da festeggiare il Benetton Treviso. Onore al merito : grande Treviso congratulazioni !!! Penso al Federalpresidente, gli saranno venuti i brividi a dover premiare i suoi “nonproprioamici” di Treviso.
Sono i brividi che il Federalpresidente ha fatto venire a noi in tutta la stagione che hanno gettato nello sconforto tutto il mondo del rugby; vede Presidente per i suoi tremolii una soluzione ci sarebbe, una cura che le consigliano in molti e che risolverebbe anche i nostri sussulti: dia le dimissioni. Così, serenamente.
Abbiamo visto un Campionato desolante con squadre piene di stranieri di dubbia capacità che si è concluso in modo desolante dopo che la nostra Nazionale, per tre quarti composta da oriundi e naturalizzati ed in mano ad un allenatore sudafricano che sceglie giocatori su Wikipedia, ha giocato il suo peggior Sei Nazioni guadagnandosi fischi e pluri-richieste di archiviazione del suo Coach.
La politica-rugby è straripante, lo sport-rugby è passato in secondo piano.
Un progetto, secondo me molto discutibile ma oramai c’è, come l’accesso alla Celtic League è stato gestito nel peggior modo possibile portando alla creazione sulla carta di squadre-Franchige e Selezioni senza storia e tradizione, spesso senza pubblico o futuro; le coppe europee, che hanno visto quest’anno alcune fra le peggiori prestazioni della storia dell’ italian rugby in Europa, si preparano forse ad essere appannaggio di altre squadre-franchige e selezioni scelte a tavolino dalla Federazione. Una stagione “sportiva” attanagliata da diecimila problemi prima creati e poi gestiti dalle stesse persone che giocano con il nostro sport come se fosse cosa propria.
La Federazione ha mostrato il suo lato più oscuro, la Lega Rugby è in fase di scioglimento, i club sono fatalisti, spesso senza un euro altre volte senza un giocatore del proprio vivaio che sia sceso in campo dal primo minuto (casi clamorosi e vergognosi in Veneto urlano vendetta).
Mi fermo qui. Qual’era il tema…ah si : cosa c’è da brindare ?
Ho seguito i Tornei giovanili Bottacin e Topolino, ho visto centinaia e centinaia di ragazzini correre con la palla ovale ed andare fieri del loro codice etico del rugby. Ho visto giocare i ragazzi dell’Aquila, venuti dalle tendopoli; allora....per tutti i ragazzi del rugby, dagli Under 7 in su, si brinda per loro !!
Per Lorenzo Sebastiani pilone dell’Aquila Rugby di serie A, morto sotto le macerie del terremoto e per i suoi compagni che si sono prodigati fra sassi e travi sfruttando la propria forza fisica salvando vite e regalando speranza. Si brinda per loro.
Per i tifosi del rugby, un mondo bellissimo che meriterebbe maggior rispetto, prima di tutto dai media. Si brinda per loro.
E’ finita una stagione, siamo si in ritardo ma anche quest'anno si fa un cin cin al rugby, a quel bellissimo rugby che siete tutti voi, che siamo tutti noi.
Sono rimasto anche io stupito di me stesso per non aver sentito questa esigenza; gli anni scorsi alla fine di tutto si organizzava una birra con gli amici per parlare della meta più bella e discettare su sostegno e avanzamento, terze linee da rivalutare e piloni da buttare; il miglior brindisi andava alla miglior trasferta, quasi sempre enorugbygastronomica, lo spiedo bresciano e le sconfitte a Calvisano, mangiarsi le mani a Parma dopo aver gustato però i ciccioli e la pasta, ottima la piccola Club House di Venezia.
Troppe delusioni quest’anno per alzare i calici. Non è questione di posizione di classifica. Nessuno è veramente contento di come si sono messe le cose, il futuro del movimento è incerto come mai.
per proseguire con questo post clicca su Continua
Nemmeno i trevigiani, accorsi ovviamente in pochi alla finale scudetto che li ha ri-ri-ri-ri-consacrati Campioni d’Italia, sono stati felici di giocarsi una stagione stupidamente lontani 500 km da casa, nel deserto Stadio Flaminio di Roma, contro una squadra più vicina a Treviso che alla Capitale, ultima scelta stagionale di una Federazione oramai allo sbando totale.
Che c’è da festeggiare? Ah già, c’è da festeggiare il Benetton Treviso. Onore al merito : grande Treviso congratulazioni !!! Penso al Federalpresidente, gli saranno venuti i brividi a dover premiare i suoi “nonproprioamici” di Treviso.
Sono i brividi che il Federalpresidente ha fatto venire a noi in tutta la stagione che hanno gettato nello sconforto tutto il mondo del rugby; vede Presidente per i suoi tremolii una soluzione ci sarebbe, una cura che le consigliano in molti e che risolverebbe anche i nostri sussulti: dia le dimissioni. Così, serenamente.
Abbiamo visto un Campionato desolante con squadre piene di stranieri di dubbia capacità che si è concluso in modo desolante dopo che la nostra Nazionale, per tre quarti composta da oriundi e naturalizzati ed in mano ad un allenatore sudafricano che sceglie giocatori su Wikipedia, ha giocato il suo peggior Sei Nazioni guadagnandosi fischi e pluri-richieste di archiviazione del suo Coach.
La politica-rugby è straripante, lo sport-rugby è passato in secondo piano.
Un progetto, secondo me molto discutibile ma oramai c’è, come l’accesso alla Celtic League è stato gestito nel peggior modo possibile portando alla creazione sulla carta di squadre-Franchige e Selezioni senza storia e tradizione, spesso senza pubblico o futuro; le coppe europee, che hanno visto quest’anno alcune fra le peggiori prestazioni della storia dell’ italian rugby in Europa, si preparano forse ad essere appannaggio di altre squadre-franchige e selezioni scelte a tavolino dalla Federazione. Una stagione “sportiva” attanagliata da diecimila problemi prima creati e poi gestiti dalle stesse persone che giocano con il nostro sport come se fosse cosa propria.
La Federazione ha mostrato il suo lato più oscuro, la Lega Rugby è in fase di scioglimento, i club sono fatalisti, spesso senza un euro altre volte senza un giocatore del proprio vivaio che sia sceso in campo dal primo minuto (casi clamorosi e vergognosi in Veneto urlano vendetta).
Mi fermo qui. Qual’era il tema…ah si : cosa c’è da brindare ?
Ho seguito i Tornei giovanili Bottacin e Topolino, ho visto centinaia e centinaia di ragazzini correre con la palla ovale ed andare fieri del loro codice etico del rugby. Ho visto giocare i ragazzi dell’Aquila, venuti dalle tendopoli; allora....per tutti i ragazzi del rugby, dagli Under 7 in su, si brinda per loro !!
Per Lorenzo Sebastiani pilone dell’Aquila Rugby di serie A, morto sotto le macerie del terremoto e per i suoi compagni che si sono prodigati fra sassi e travi sfruttando la propria forza fisica salvando vite e regalando speranza. Si brinda per loro.
Per i tifosi del rugby, un mondo bellissimo che meriterebbe maggior rispetto, prima di tutto dai media. Si brinda per loro.
E’ finita una stagione, siamo si in ritardo ma anche quest'anno si fa un cin cin al rugby, a quel bellissimo rugby che siete tutti voi, che siamo tutti noi.
sabato 6 giugno 2009
AMARONE ? PARBLEAU PAR-AMARON
Eh no, tre volte in una settimana no !! Non siamo mica tutti mitomani, qui mi pare che altri abbiano sonoramente toppato. Dico a voi uomini della cantina, cultori del prodotto da altri solamente versato in calice, uomini e donne dedite al succo di Amarone, allargati o tradizionali, insomma dico a te Consorzio Valpolicella. Tre in una settimana sono troppi. Almeno per me misero tapino appassionato della di Bacco bevanda ed occupato in giornata in altre faccende.
Ah già, ma “tre volte” che cosa, vi state domandando? Ma tre persone, in una settimana, che mi dicono “Senti questo Amarone l’ho pagato….” e qui cito tutti e tre i prezzi 9.50 – 12,5 – 15. I numeri esprimono la valuta pregiata: veri euri europici.
Per proseguire ocn questo post clicca su Continua
Il problema di averli o no assaggiati è secondario (due su tre sono passati sotto il palato comunque e uno c’era tanto tanto vicino….).
Per un paio dei tre “amaroni” ho anche indicazione della cantina ed una delle due location indicate è proprio Negrar.
Qui i problemi sono tre e nessuno dei tre riguarda l’assaggio perché la sostanza questa volta è altra e la risposta la dovete dare voi, cari i miei amaronici (ovvero abitanti del “teruar” amaronico).
Primo il prezzo: quando un tempo mi dicevano, con frequenza cento volte inferiore, che mi procuravano amarone facilmente il prezzo non era inferiore agli € 20 / 25, la tendenza a scendere dipende dal fatto che anche il “secondo mercato” risente della crisi della General Motors e dai cali di Borsa o che altro? Cosa state facendo al/sul/nel mercato ? Alta produzioni prezzi veri ? Benissimo.
Benissimo ??? Anche il vino è sempre vero ?
La contraffazione. Le due cantine che ho io, una in Valpolicella Allargata e una in area Negrar, non si dedicano alla contraffazione, fanno vino e fanno amarone. Non stiamo parlando di “spaccio” di amarone e comunque certe etichette amaroniche rinomate contengono molte cose talmente diverse che chi se lo ricorda più l’Amarone (mi correggo, io conosco una che se lo ricorda).
Il terzo punto ha il sapore di “elementare Watson elementare”.
Una di queste bottiglie me l’hanno indicata al ….supermercato; da cui la foto qui ritratta. Tra le altre cose notate quella che Ripasso e Amarone hanno lo stesso prezzo è troppo..... olè !!! Non venitemi a dire che adesso la colpa è della distribuzione cari miei, chi distribuisce ai distributori è il responsabile. O no ?
I potenziali scenari futuri ve li immaginate da soli.
Amici delle cantine e del Consorzio della Valpolicella vi chiedo ancora una volta una cosa: vogliatevi bene un po’ di più.
Capisco che il solo voler bene all’Amarone non faccia fatturato ma soprattutto so che il “volersi bene” comporta dei costi: marketing, advertising, tasting allargati, check di cantina e soprattutto fare tutti una produzione sana da rilasciare su un mercato consapevole e non ingannato a suon di etichette.
Lo so, il “volervi bene” che vi ho suggerito io costa e non solo monetina sonante ma di fronte a certi scenari cosa costa di più ?? Qual è l’amarone, com'è l'amarone, chi è l'amarone oggi come oggi ?
Comunque io oggi ho pasteggiato ad Amarone? Mmmh…forse.
E Noè diceva spesso a sua moglie, quando si sedeva a tavola: "Non m'importa dove va l'acqua, purché non vada nel vino" (G.K. Chesterton)
PUBBLICATO DA Stefano il Nero in origine su Terroir Amarone
.
Iscriviti a:
Post (Atom)