sabato 6 giugno 2009
AMARONE ? PARBLEAU PAR-AMARON
Eh no, tre volte in una settimana no !! Non siamo mica tutti mitomani, qui mi pare che altri abbiano sonoramente toppato. Dico a voi uomini della cantina, cultori del prodotto da altri solamente versato in calice, uomini e donne dedite al succo di Amarone, allargati o tradizionali, insomma dico a te Consorzio Valpolicella. Tre in una settimana sono troppi. Almeno per me misero tapino appassionato della di Bacco bevanda ed occupato in giornata in altre faccende.
Ah già, ma “tre volte” che cosa, vi state domandando? Ma tre persone, in una settimana, che mi dicono “Senti questo Amarone l’ho pagato….” e qui cito tutti e tre i prezzi 9.50 – 12,5 – 15. I numeri esprimono la valuta pregiata: veri euri europici.
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Il problema di averli o no assaggiati è secondario (due su tre sono passati sotto il palato comunque e uno c’era tanto tanto vicino….).
Per un paio dei tre “amaroni” ho anche indicazione della cantina ed una delle due location indicate è proprio Negrar.
Qui i problemi sono tre e nessuno dei tre riguarda l’assaggio perché la sostanza questa volta è altra e la risposta la dovete dare voi, cari i miei amaronici (ovvero abitanti del “teruar” amaronico).
Primo il prezzo: quando un tempo mi dicevano, con frequenza cento volte inferiore, che mi procuravano amarone facilmente il prezzo non era inferiore agli € 20 / 25, la tendenza a scendere dipende dal fatto che anche il “secondo mercato” risente della crisi della General Motors e dai cali di Borsa o che altro? Cosa state facendo al/sul/nel mercato ? Alta produzioni prezzi veri ? Benissimo.
Benissimo ??? Anche il vino è sempre vero ?
La contraffazione. Le due cantine che ho io, una in Valpolicella Allargata e una in area Negrar, non si dedicano alla contraffazione, fanno vino e fanno amarone. Non stiamo parlando di “spaccio” di amarone e comunque certe etichette amaroniche rinomate contengono molte cose talmente diverse che chi se lo ricorda più l’Amarone (mi correggo, io conosco una che se lo ricorda).
Il terzo punto ha il sapore di “elementare Watson elementare”.
Una di queste bottiglie me l’hanno indicata al ….supermercato; da cui la foto qui ritratta. Tra le altre cose notate quella che Ripasso e Amarone hanno lo stesso prezzo è troppo..... olè !!! Non venitemi a dire che adesso la colpa è della distribuzione cari miei, chi distribuisce ai distributori è il responsabile. O no ?
I potenziali scenari futuri ve li immaginate da soli.
Amici delle cantine e del Consorzio della Valpolicella vi chiedo ancora una volta una cosa: vogliatevi bene un po’ di più.
Capisco che il solo voler bene all’Amarone non faccia fatturato ma soprattutto so che il “volersi bene” comporta dei costi: marketing, advertising, tasting allargati, check di cantina e soprattutto fare tutti una produzione sana da rilasciare su un mercato consapevole e non ingannato a suon di etichette.
Lo so, il “volervi bene” che vi ho suggerito io costa e non solo monetina sonante ma di fronte a certi scenari cosa costa di più ?? Qual è l’amarone, com'è l'amarone, chi è l'amarone oggi come oggi ?
Comunque io oggi ho pasteggiato ad Amarone? Mmmh…forse.
E Noè diceva spesso a sua moglie, quando si sedeva a tavola: "Non m'importa dove va l'acqua, purché non vada nel vino" (G.K. Chesterton)
PUBBLICATO DA Stefano il Nero in origine su Terroir Amarone
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IL PRESENTE POST E' STATO ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO DA STEFANO IL NERO SU Terroir Amarone AL QUALE CONTINUO AD INVITARVI AD ISCRIVERVI.
RispondiEliminaSU TERROIR AMARONE SI è SVILUPPATO UN DIBATTITO SULLA QUESTIONE SOLLEVATA, VI RICOPIO DI SEGUITO TRE INTERVENTI APPARSI SUL TERROIR :
Elisabetta Tosi , Mariagrazia Melegari e dal Consorzio Valpolicella Luca Sartori.
ELISABETTA TOSI da Terroir Amarone
RispondiEliminaso com'è fatto l'Amarone che piace a me.
Altri - produttori, ma anche consumatori - evidentemente la pensano in maniera diversa.
E siccome sono tutti dei corvina-fans, preferiscono un Amarone dove quest'ultima prevalga.
Salvo poi, con allegra incongruenza, fare pure un vino da corvina in purezza -ripassato, mezzo appassito, appassito del tutto - al quale daranno un prezzo leggermente inferiore "perchè il consumatore non lo confonda con l'Amarone".
Oppure leggermente superiore (sempre per lo stesso motivo). Viva la chiarezza d'idee!
Comunque, meglio così che in tempi non troppo lontani: ricordo, anni fa, una degustazione di Amarone aperta al pubblico. Casualmente, mi trovavo vicino ad un agente (non veronese) che, assaggiando un campione, esclamò stupefatto: "Ma...ma questo sa di Primitivo di Manduria!" (riassaggiò) "Sì sì, è proprio Primitivo! ma che strano!!". Ripeto, il signore non era veronese. Per fortuna. E io, in quell'occasione finsi di essere...romana.
Prezzi.
Cominciamo col dire che l'offerta (di Amarone, ma anche di vino in generale) supera la domanda.
E che tuttavia esistono ancora - stando ai rilievi del Consorzio - ampi margini di miglioramento, nel senso che l'Amarone potrebbe giungere (nei mercati) la' dove non è giunto prima.
Mettiamo che viviamo tempi economicamente problematici, e che la grande distribuzione - la quale già prima faceva il cavolo che voleva - in questi tempi lo fa anche di più. Piaccia o non piaccia a produttori e/o fornitori.
Tu dici che solo uno dei tre Amarone ( e nemmeno quello più economico) viene da un supermercato. Mi par di capire che ti sorprende non tanto il ventaglio di prezzi, quanto la loro economicità. Un Amarone della Valpolicella a meno di 10 euro?? dove lo vendono, che vado a prenderne una cassa e ci faccio i regali di Natale??
Mi fermo qui, perchè vorrei che a dire la loro fossero i produttori. E' vero che stiamo sollevando una questione vecchia, ma per favore, noi consumatori semplici non sappiamo nulla di meccanismi di mercato, scelte e strategie di prezzi. I quali hanno una loro logica.
O almeno spero.
Insomma, aiutateci a capire.
MARIAGRAZIE MELEGARI (http://undiwine.typepad.com/soavemente/)
RispondiEliminaDA TERROIR AMARONE
Ciao Stefano, quest'inverno mi sono imbattuta anch'io in un paio d'Amaroni ( in un supermercato del trevigiano) venduti a 16 - 17 euro e già mi parve cosa piuttosto curiosa, se non preoccupante. La tua segnalazione ora mostra che certi prezzi nella grande distribuzione sono ancora più bassi. Francamente io non riesco a scindere il problema del prezzo dalla cantina che produce e dalla sua "serieta" non soltanto nel produrre, ma anche nel scegliere i canali distributivi. Insomma, non è che perchè il prezzo è basso, sono disposta a bere qualsiasi cosa! Mi pare anche evidente che in tempi di crisi, nella grande distribuzione, si tenda pure a vendere i prodotti a prezzi concorrenziali. Il problema che mi pongo è: se le cantine sono "serie" e fanno una corretta politica dei prezzi e stabiliscono un prezzo alla grande distribuzione, controllano poi che il loro prodotto non abbia un prezzo troppo basso sullo scaffale. Secondo me nella maggior parte dei casi non lo sanno o fingono di non saperlo. Mi sorge il dubbio che dietro i dati iper-ottimistici sulle vendite dati all'anteprima quest'anno, ci sia invece una discreta giacenza del prodotto nelle cantine ( magari in quelle che fanno i grandi numeri) ne consegue un abbassamento di prezzo. Anche il prezzo delle uve . se non ricordo male - è calato quest'anno....
Ti segnalo che nella foto lo stesso prezzo viene proposto per Amarone e Recioto, non per il Ripasso, che evidentemente, se aveva un prezzo presumibilmente inferiore.
@ Elisabetta, come consumatori non sapremo presumibilmente nulla di mercato, ma alcune cose sono evidenti e anche i consumatori avveduto credo debbano dire la loro". E' evidente che anche per l'Amarone c'è un doppio binario, o forse triplo: Ci sono gli amaroni dal prezzo stellare, di produttori stellati e bicchierati, ci sono gli amaroni dal prezzo medio alto di produttori bravi e forse anche coscienti che non si può spingere il prezzo oltre un certo limite e per vari motivi e infine ci sono gli amaroni dal prezzo medio ( non direi basso) fatti spesso dalle grandi realtà cooperative. Prodotti degnissimi e volte interessanti, fatti magari per la grande distribuzione. Se il prezzo scende troppo qualche problema c'è, e qui sì, mi pare debbano dire la loro i produttori.
LUCA SARTORI (Consorzio Valpolicella) DA TERROIR AMARONE
RispondiEliminaCaro Stefano, siccome fai una domanda diretta anche a me (come rappresentante del Consorzio Valpolicella), cerco di dare una mia interpretazione dei fatti da te messi in evidenza.
Siccome gli argomenti sono sostanzialmente due, vediamo di procedere con ordine.
Il prezzo! Un prezzo esagerato come tutte le esagerazioni non era giustificabile nei momenti d’oro e così non è giustificabile tantomeno oggi per il nostro amato Amarone. E’ vero che è un vino difficile da produrre, che richiede lavoro e perizia, ma tant’è. Finita l'era degli eccessi se oggi si vuole vendere Amarone è necessario ridurre le pretese. In uno scenario attuale con produzione che eccede la domanda, la dura legge dell'economia si riverbera anche sul nostro vino massimo.
Come Consorzio abbiamo fatto delle proposte alla produzione atte a ridurre il quantitativo di uve da mettere a riposo già dalla prossima vendemmia. La settimana prossima avremo un consiglio di amministrazione per verificarne l'attuabilità, ma i "rumors" nell'aria sembrano escludere ogni richiamo al buonsenso. Speriamo bene!
Se così fosse, aspettiamoci un ulteriore discesa dei prezzi, dalle uve allo scaffale, oppure se preferisci dal valore dei terreni alla riduzione di redditività per le aziende produttrici.
Ecco il gancio per il secondo argomento.
Se tutto ciò significasse una maggiore accessibilità all’Amarone, perché no?
Potremmo bere il raffinato vino ad una cifra molto più abbordabile rendendolo più “popolare” e dando ad un pubblico più vasto la possibilità di avvicinarsi all’espressione massima dell’enologia.
Non c’è nulla di male in tutto ciò fino a quando la spirale discendente non si ripercuote su un’altrettanta discesa del livello qualitativo. Questo forse è il quesito definitivo.
I prezzi fanno parte della politica delle singole aziende. Esistono dei prezzi ufficiali del vino (incluso l’Amarone) che sono visionabili sul sito delle varie Camere di Commercio competenti.
Questi prezzi sono molto diversi da quelli commercializzati, sia verso l’alto che verso il basso da un’azienda all’altra. Sono un patrimonio che fa parte della differenza come in ogni settore e non sempre sono un indicatore di qualità, tipo vino caro=molto buono e viceversa.
Così anche per la grande distribuzione, dove un vino, qualunque esso sia, è solo una referenza e non certamente un punto di orgoglio.
Il mio consiglio è di provare ad acquistare senza paura anche l’Amarone da 9,50, purchè abbia almeno il Contrassegno di Stato a riprova dell’autenticità.
Il vino del contadino non sempre è sinonimo di qualità, igiene e rispetto delle regole. E' bene fare attenzione a non cadere in pericolosi luoghi comuni.
In assenza di Contrassegno (obbligatorio dal 1 Luglio 2008), segnalare al Consorzio qualità scadenti, sospette situazioni di etichetta per poter controllare eventuali tentativi di contraffazione.
Dobbiamo tutti renderci in parte responsabili e vigili del prodotto che amiamo, non solo lamentarci ma provare per una volta ad essere protagonisti e non solo consumatori passivi.
Divertitevi a giocare con il numero di Contrassegno e tracciare il prodotto tramite il sito del Consorzio.
E’ solo un piccolo passo ma è un po’ come per i furti. Se non ci fosse che compra la merce rubata non ci sarebbero i ladri.
Se non si compra il vino cattivo forse qualcuno smetterà di farlo. Chissà!
Un saluto a tutti e un sempre brava ad Elisabetta..
Luca Sartori