Oggi trenta di settembre era (di fatto ma non di diritto) Veneto Derby Day, con le quattro massime venete del rugby impegnate fra di loro ed era quindi anche giornata di Pax Tibi Cup.
Chi non si ricorda bene la cosa può leggerla qui anche se è facile rispiegare che la Pax Tibi Cup è/sarebbe la Coppa che andrebbe assegnata (esistesse nella organizzazione ufficiale) a fine campionato alla Società Veneta, fra le quattro che partecipano al Super10, che realizza il miglior piazzamento in una classifica dove vengono conteggiati i soli risultati dei loro scontri diretti. Il metodo è banale, utilizzare la classifica, le giornate ed i punteggi del massimo campionato.
Vediamo come è/sarebbe andata.
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Scontri a quattro dunque nel Veneto della massima categoria con la corrazzata Benetton che fa un po’ di fatica a superare l’agguerrito Rovigo e il Petrarca che continua la sua inaspettata "marcia trionfale" e mette in saccoccia un brillante risultato contro un Venezia inconsistente per buona parte del match
Ecco risultati e classifica della Pax Tibi Cup.
Il prossimo appuntamento con Pax Tibi Cup è per il 29 novembre.
Girone di Andata
12/09 VENEZIA MESTRE R. 1986- vs -FEMI-CZ ROVIGO 32 - 32
19/09 BENETTON TREVISO vs RUGBY PETRARCA 36 - 3
30/09 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986 36 - 3
30/09 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO 17 -12
29/11 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
29/11 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
Girone di Ritorno
06/01 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - FEMI-CZ ROVIGO
10/01 BENETTON TREVISO - vs - RUGBY PETRARCA
03/04 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986
03/04 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
CLASSIFICA PAX TIBI CUP al 30/09/2009
BENETTON TREVISO 9 PTI
PETRARCA PADOVA 5 PTI
FEMICZ ROVIGO 4 PTI
CASINO VENEZIA 2 PTI
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mercoledì 30 settembre 2009
lunedì 28 settembre 2009
L'ONORE E' SALVO, IL RUGBY UN PO' MENO (LA FIR TUTTOFARE)
Il campionato è iniziato, dovremmo dire che è iniziato il funerale al Super10 ma almeno possiamo dire che ci possiamo godere il rugby giocato, quello vero, fatto di mete e calci, di avanzamento e di mischia. E’ iniziata una stagione che, in termini di premi finali, di solito i campionati si giocano per quello, ha ben poco da dire. Perchè? Bhe che problema c'è ? Fa tutto la Federazione !!!!
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I posti per la massima selezione europea, la ERC Heineken Cup, quest’anno verranno assegnati d’ufficio dalla Federazione alle Società che verranno scelte dalla Federazione per partecipare alla Celtic League, i posti per l’altra coppa europea, la ERC Amlin European Challenge Cup, verranno distribuiti dalla Federazione a fantomatiche Selezioni territoriali create con il beneplacito della Federazione. Grazie a questo ginepraio la competizione per lo Scudetto dell’anno 2009/2010, gestito non più dalla defunta Lega (ma qui defungono tutti che sia normale?) ma dalla Federazione, è cosa ristrettissima a un paio di pretendenti che hanno squadre stellari mentre le altre otto viaggiano fra il “vorrei ma non posso” e pesanti ridimensionamenti di organico, scelte queste ultime assolutamente comprensibili quando non volessimo dire anche illuminate e responsabili.
La Federazione ha anche pensato ai giovani, eh bhe si eccome che ci ha pensato, da quest’anno quelli che possono pensare di avere un futuro escono solo dalle tre Accademie della Federazione; soppresse quelle dei singoli club, erano troppe, facevano troppe cose, c’erano troppi ragazzi e poi sparse così, su tutto il territorio, facevano sembrare il rugby uno sport diffuso! “Tranqui raga” ci pensa la Federazione.
Insomma, l’avrete capito, in Federazione c’hanno un sacco di cose da fare , non è che adesso potete pensare che possano fare anche il lavoro di una Federazione!! Quindi buoni ragazzi, questi non ne azzeccano una come Federazione ma adesso si sono messi a fare da Club, da preparatori atletici, da organizzatori di super-tornei, da dispensatori di partecipazioni ad altre competizioni, insomma avete un bel dire a lamentarvi: uffa siete i soliti rompiscatole.
Visto lo scenario dondicentrico comprendo quei dirigenti di Club o delle strutture territoriali che da quest’anno telefonano in Federazione anche per sapere se possono andare a fare pipì, un po’ meno quello che lo fanno già da tempo ma, si sa, “ogni scarrafone è bello a mamma sua”.
Poi c’è la Nazionale, ma li ci pensa Mallet: il sudafricano coach visiona accuratamente tutti gli alberi genealogici dei giocatori stranieri e verifica se hanno un trisavolo italiano, et violà la Nazionale di rugby è fatta. Ho visto dei nostri affermati ragazzi che, per candidarsi ad un posto in Nazionale, raccontavano che durante l’invasione napoleonica una loro antenata si era fatta una scappatella con un caporalmaggiore della Grande Armee.
Nonostante questo scenario il rugby sui campi si è visto eccome ed in queste due giornate tutti i Club si sono schierati ed affrontati con tenacia e durezza, se la sono giocata tutta. Il Super10 riserva colpi di scena e risultati impensabili, nessuno si tira indietro. In campo ci va il rugby ed i suoi ragazzi, sugli spalti gli appassionati (quelli veri) e sulle panchine si freme ancora esattamente come prima. Bellissimo sia così ma non se ne aveva nessun dubbio, in campo nel rugby c’è ancora sempre e solo gente sana, gente vera.
L’onore è salvo, il rugby un po’ meno.
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mercoledì 23 settembre 2009
MERLOT 2006 IGT AZ. AGR. CROATTO & UN GIRO A BUTTRIO
Buttrio è un bel paese, è in provincia di Udine a sud est del capoluogo; è un bel posto, la campagna che ti aspetti, colline li su a nord e pianura giù a sud, ville antiche, un castello ed il ricordo sempre vivo della dominazione della Serenissima Repubblica. La sua storia parla anche di
Longobardi e guerra delle Signorie, folate turche e impero asburgico, Noi lo chiamiamo pure Comune di Buttrio ma stiamo parlando del Comun di Buri, perché qui si parla “furlan”.
Ul furlan al è una lengua rumànica da la fameja di lengui rétich, che a l'è parlada suratütt intal Friuul, ma anca via pal muunt. Ai vöölt al ven cjamaa ladin urientaal, perchè al gh'a diveers puunt in cumün cul Ladin.
Buttrio è terra di vino
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Buttrio è terra di vino, c’è una bella Enoteca, c’è il Museo della Civiltà del Vino e, al limitar della primavera, si tiene la Fiera regionale del Vino. Insomma, giochiamo in casa.
A Buttrio i vigneti sono diversi ma noi siamo entrati in cerca di Merlot ed è lui l’amico di turno: Azienda Agricola Croatto Piero – Buttrio: MERLOT 2006 IGT.
Com’è un merlot della Venezia Giulia? Ma soprattutto cosa ottiene il Sig Croatto?
Gradi alcolici a 14, 5 non è proprio uno scherzetto ed a leggere la bottiglia ti aspetti una cosa …come si dice…sudorale!! Invece no.
Merlot dal colore cupo, la definizione di “rubino” è in difetto di colore, un aspetto intenso e pieno con unghia quasi inesistente. Profumazioni non forti ma persistenti, mora e fiori di campo, odori forti ed omogenei. Non è invadente è presente.
Arriva al palato con una bevuta inaspettatamente liscia e leggera, la gradazione non è immediatamente percepita, decisamente sapido e tannini in evidenza che allo scorrere del tempo diventano "importanti",. Persiste con tatto, con leggerezza, si lascia dietro uno spartito di acidulo in fine che si dimostra gradevole. La maggior impressione l’ha data la leggerezza percepita in prima bevuta, un senso di freschezza ed una limpidezza inusuali, nessun cenno di pesantezza neanche in riassaggio. Una piacevole sorpresa di cui ci allieta la terra furlana.
Adesso si ha un motivo in più per un giretto a Udine e dintorni, la cosa tornerà utile si sa, ed allora se vi fermate in Buri…………..
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Longobardi e guerra delle Signorie, folate turche e impero asburgico, Noi lo chiamiamo pure Comune di Buttrio ma stiamo parlando del Comun di Buri, perché qui si parla “furlan”.
Ul furlan al è una lengua rumànica da la fameja di lengui rétich, che a l'è parlada suratütt intal Friuul, ma anca via pal muunt. Ai vöölt al ven cjamaa ladin urientaal, perchè al gh'a diveers puunt in cumün cul Ladin.
Buttrio è terra di vino
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Buttrio è terra di vino, c’è una bella Enoteca, c’è il Museo della Civiltà del Vino e, al limitar della primavera, si tiene la Fiera regionale del Vino. Insomma, giochiamo in casa.
A Buttrio i vigneti sono diversi ma noi siamo entrati in cerca di Merlot ed è lui l’amico di turno: Azienda Agricola Croatto Piero – Buttrio: MERLOT 2006 IGT.
Com’è un merlot della Venezia Giulia? Ma soprattutto cosa ottiene il Sig Croatto?
Gradi alcolici a 14, 5 non è proprio uno scherzetto ed a leggere la bottiglia ti aspetti una cosa …come si dice…sudorale!! Invece no.
Merlot dal colore cupo, la definizione di “rubino” è in difetto di colore, un aspetto intenso e pieno con unghia quasi inesistente. Profumazioni non forti ma persistenti, mora e fiori di campo, odori forti ed omogenei. Non è invadente è presente.
Arriva al palato con una bevuta inaspettatamente liscia e leggera, la gradazione non è immediatamente percepita, decisamente sapido e tannini in evidenza che allo scorrere del tempo diventano "importanti",. Persiste con tatto, con leggerezza, si lascia dietro uno spartito di acidulo in fine che si dimostra gradevole. La maggior impressione l’ha data la leggerezza percepita in prima bevuta, un senso di freschezza ed una limpidezza inusuali, nessun cenno di pesantezza neanche in riassaggio. Una piacevole sorpresa di cui ci allieta la terra furlana.
Adesso si ha un motivo in più per un giretto a Udine e dintorni, la cosa tornerà utile si sa, ed allora se vi fermate in Buri…………..
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domenica 20 settembre 2009
PAX TIBI CUP : LA COPPA DEL RUGBY VENETO , UNA PROPOSTA PER PASSIONE
Durante l’estate si è avuta occasione di parlare molto del movimento rugbistico del Veneto, del suo forte appeal territoriale, della sua capacità catalizzatrice ed anche della sua “divisione interna”.
Se ne è parlato a livello nazionale, molte le righe uscite sugli organi di stampa, copiose quelle debordate anche dal mondo internet ovvero dalla rete di Blog e web-site che parlano di rugby.
Di se stesso ne ha parlato perfino il Veneto: la questione Celtic League ha infatti innescato questa estate una riunione infuocata del CIV (Comitato Interregionale delle Venezie), emanazione territoriale della FIR, che ha senz’altro suonato una sveglia a molti (posto che rimane il detto che “non c’è più sordo di chi non vuol sentire").
Nel bene e nel male si è parlato del veneto rugbistico più che in ogni altro momento: una occasione da non perdere.
Andiamo al sodo. Lo scorso campionato si è tenuto a Padova, sotto una pioggia battente, il Veneto Derby Day, ovvero il concentramento in unica giornata ed unico campo delle partite di campionato fra le quattro società venete del Super10, si è giocato così Femi Cz Rovigo VS Benetton Tv e Carrera Petrarca VS Casinò di Venezia.
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Eccole quindi le quattro realtà del Veneto nel Super10 : Benetton Rugby Treviso, Casinò di Venezia, Femi Cz Rovigo, Petrarca Rugby Pd. Dentro gli scrigni di queste Società sono racchiusi una quarantina fra scudetti e Coppe Italia della sola massima categoria, poi con i trofei nazionali giovanili…..sarebbe un elenco troppo lungo.
Carissimo mondo del rugby veneto ecco la proposta. La chiamo proposta e non idea perché in quest’ultima veste la cosa esiste già nella testa di molti (e non solo) da molto tempo e quindi…
La chiamo PAX TIBI CUP (l’espressione latina rappresenta le prime parole scritte sul libro sorretto dal Leone Alato della Serenissima) ma andrebbe benissimo qualsiasi altro nome perché stiamo parlando di tradizione e di rugby non di politica!!
Cosa è la Pax Tibi Cup ? E’ la Coppa da assegnare a fine campionato alla Società veneta, fra le quattro che partecipano al Super10, che realizza il miglior piazzamento in una classifica dove vengono conteggiati i soli risultati dei loro scontri diretti. Il metodo è banale, utilizzare la classifica, le giornate ed i punteggi del massimo campionato ed enfatizzare la cosa durante le potenziali giornate di Veneto Rugby Day (viva il marketing) che quest’anno, in base al calendario del Super10, potrebbero essere ben quattro.
Da questo punto in poi chiunque può scatenare la sua fantasia per mettere peperoncino alla cosa (il miglior calciatore, il miglior marcatore…conteggiando le sole partite della Pax Tibi Cup naturalmente… e via così).
Caro Veneto del Rugby chiacchierato e “diviso” che ne dici ? Allora Treviso, Padova, Rovigo e Venezia rugbistica ci siete ? Lasciate stare questo piccolo e pulcioso blog che l’ha proposta, prendetevi questa X-Cup e fatela vostra, fatene occasione di crescita e di promozione del nostro sport, dimostrazione di vitalità del nostro movimento rugbistico. Nessuna secessione per carità, solo una Calcutta Cup in più.
Chi ci crede batta un colpo.
Io mi faccio già i conti ed eccovi di seguito il primo Calendario della PAX TIBI CUP e LA CLASSIFICA dopo che tutte le quattro venete hanno disputato il “primo turno”.
Girone di Andata
12/09 VENEZIA MESTRE R. 1986- vs -FEMI-CZ ROVIGO 32 - 32
19/09 BENETTON TREVISO vs RUGBY PETRARCA 36 - 3
30/09 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986
30/09 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO
29/11 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
29/11 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
Girone di Ritorno
06/01 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - FEMI-CZ ROVIGO
10/01 BENETTON TREVISO - vs - RUGBY PETRARCA
03/04 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986
03/04 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
CLASSIFICA PAX TIBI CUP
BENETTON TREVISO 5 PTI
FEMICZ ROVIGO 3 PTI
CASINO VENEZIA 2 PTI
PETRARCA PADOVA 0 PTI
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Se ne è parlato a livello nazionale, molte le righe uscite sugli organi di stampa, copiose quelle debordate anche dal mondo internet ovvero dalla rete di Blog e web-site che parlano di rugby.
Di se stesso ne ha parlato perfino il Veneto: la questione Celtic League ha infatti innescato questa estate una riunione infuocata del CIV (Comitato Interregionale delle Venezie), emanazione territoriale della FIR, che ha senz’altro suonato una sveglia a molti (posto che rimane il detto che “non c’è più sordo di chi non vuol sentire").
Nel bene e nel male si è parlato del veneto rugbistico più che in ogni altro momento: una occasione da non perdere.
Andiamo al sodo. Lo scorso campionato si è tenuto a Padova, sotto una pioggia battente, il Veneto Derby Day, ovvero il concentramento in unica giornata ed unico campo delle partite di campionato fra le quattro società venete del Super10, si è giocato così Femi Cz Rovigo VS Benetton Tv e Carrera Petrarca VS Casinò di Venezia.
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Eccole quindi le quattro realtà del Veneto nel Super10 : Benetton Rugby Treviso, Casinò di Venezia, Femi Cz Rovigo, Petrarca Rugby Pd. Dentro gli scrigni di queste Società sono racchiusi una quarantina fra scudetti e Coppe Italia della sola massima categoria, poi con i trofei nazionali giovanili…..sarebbe un elenco troppo lungo.
Carissimo mondo del rugby veneto ecco la proposta. La chiamo proposta e non idea perché in quest’ultima veste la cosa esiste già nella testa di molti (e non solo) da molto tempo e quindi…
La chiamo PAX TIBI CUP (l’espressione latina rappresenta le prime parole scritte sul libro sorretto dal Leone Alato della Serenissima) ma andrebbe benissimo qualsiasi altro nome perché stiamo parlando di tradizione e di rugby non di politica!!
Cosa è la Pax Tibi Cup ? E’ la Coppa da assegnare a fine campionato alla Società veneta, fra le quattro che partecipano al Super10, che realizza il miglior piazzamento in una classifica dove vengono conteggiati i soli risultati dei loro scontri diretti. Il metodo è banale, utilizzare la classifica, le giornate ed i punteggi del massimo campionato ed enfatizzare la cosa durante le potenziali giornate di Veneto Rugby Day (viva il marketing) che quest’anno, in base al calendario del Super10, potrebbero essere ben quattro.
Da questo punto in poi chiunque può scatenare la sua fantasia per mettere peperoncino alla cosa (il miglior calciatore, il miglior marcatore…conteggiando le sole partite della Pax Tibi Cup naturalmente… e via così).
Caro Veneto del Rugby chiacchierato e “diviso” che ne dici ? Allora Treviso, Padova, Rovigo e Venezia rugbistica ci siete ? Lasciate stare questo piccolo e pulcioso blog che l’ha proposta, prendetevi questa X-Cup e fatela vostra, fatene occasione di crescita e di promozione del nostro sport, dimostrazione di vitalità del nostro movimento rugbistico. Nessuna secessione per carità, solo una Calcutta Cup in più.
Chi ci crede batta un colpo.
Io mi faccio già i conti ed eccovi di seguito il primo Calendario della PAX TIBI CUP e LA CLASSIFICA dopo che tutte le quattro venete hanno disputato il “primo turno”.
Girone di Andata
12/09 VENEZIA MESTRE R. 1986- vs -FEMI-CZ ROVIGO 32 - 32
19/09 BENETTON TREVISO vs RUGBY PETRARCA 36 - 3
30/09 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986
30/09 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO
29/11 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
29/11 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
Girone di Ritorno
06/01 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - FEMI-CZ ROVIGO
10/01 BENETTON TREVISO - vs - RUGBY PETRARCA
03/04 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986
03/04 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
CLASSIFICA PAX TIBI CUP
BENETTON TREVISO 5 PTI
FEMICZ ROVIGO 3 PTI
CASINO VENEZIA 2 PTI
PETRARCA PADOVA 0 PTI
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martedì 15 settembre 2009
AESTATE IAM ADULTA .....BARDOLINO CHIARETTO DOC DELLA CAVALCHINA
E’ finita l’estate, “scende la pioggia” (Morandi 1969), tutti rientrati mesti nei luoghi di lavoro.
Siamo pronti a riprendere le vecchie abitudini che ci portano alla parentesi autunnale ma prima del duro inverno che ci regalerà vini caldi e tondi, ci si diletta nella tipica azione da repetita iuvant; perché la definiamo così ? Bhe ammetterete che un rosato fresco nell’immaginario collettivo non fa il pari con la sopracitata canzone del Gianni Nazionale (Cantanti). Riprendiamoci allora un quarto d’ora di estate ed esibiamo una bottiglia scelta con cura, non la prima che ci passava in mano, una che avesse quel non so che…si quella cosa li…… ecco perchè ci siamo cimentati con il Bardolino Chiaretto DOC dell’Azienda Agricola Cavalchina..
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Partiamo dalla composizione dichiarata dal produttore che ci dice : Corvina 55%, Rondinella 35%, Molinara 10%. Verona doc eh ?
Vediamo ora la lavorazione:” l'uva destinata al chiaretto viene raccolta con due settimane di anticipo rispetto a quella destinata al vino rosso e dopo una macerazione di 12/24 ore alla temperatura di 8/10 ° C, il mosto ottenuto per sgrondo naturale viene chiarificato e quindi fermentato per 15/18 giorni alla temperatura di 18 ° C. A fine fermentazione il vino viene subito tolto dalle fecce per prevenire la fermentazione malolattica”. Così si fa un Chiaretto, dice la Cavalchina.
Fine della parte tecnica che è sempre affascinate ma l’assaggio….. le emozioni stanno li.
Scende leggero nel bicchiere, temperatura 12 gradi, con il suo colorito rosa pallido ma non troppo, subito al naso rivela profumi contrastanti, decidiamo per il melone e qualche bacca rossa, profumi decisamente percettibili nonostante la bassa temperatura di beva.
Arriva al palato e li si ferma con una leggera persistenza, che si svilupperà con il passare dei minuti di permanenza in bicchiere, ed un piglio di acidità, un sapore muffato e solo leggermente alcolico, decisamente gradevole e ripetitivo. Chiude la bevuta con un tocco di sapidità accentuata che rompe l’armonia con il quale si era presentato. Un vino leggero ma presente, consistente nella sua semplicità e soprattutto se si pensa alla sua gioventù.
Un prodotto buono ed interessante che si è fatto apprezzare per una sua leggera complessità inusuale, meglio dire pregiudizialmente inusuale, per i vini che sono né bianchi né neri.
Anche per quest’anno siamo in aestate iam adulta, si chiude un capitolo vitivinicolo e presto se ne aprirà un altro, è tempo di vendemmia.
Scende la pioggia.
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Siamo pronti a riprendere le vecchie abitudini che ci portano alla parentesi autunnale ma prima del duro inverno che ci regalerà vini caldi e tondi, ci si diletta nella tipica azione da repetita iuvant; perché la definiamo così ? Bhe ammetterete che un rosato fresco nell’immaginario collettivo non fa il pari con la sopracitata canzone del Gianni Nazionale (Cantanti). Riprendiamoci allora un quarto d’ora di estate ed esibiamo una bottiglia scelta con cura, non la prima che ci passava in mano, una che avesse quel non so che…si quella cosa li…… ecco perchè ci siamo cimentati con il Bardolino Chiaretto DOC dell’Azienda Agricola Cavalchina..
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Partiamo dalla composizione dichiarata dal produttore che ci dice : Corvina 55%, Rondinella 35%, Molinara 10%. Verona doc eh ?
Vediamo ora la lavorazione:” l'uva destinata al chiaretto viene raccolta con due settimane di anticipo rispetto a quella destinata al vino rosso e dopo una macerazione di 12/24 ore alla temperatura di 8/10 ° C, il mosto ottenuto per sgrondo naturale viene chiarificato e quindi fermentato per 15/18 giorni alla temperatura di 18 ° C. A fine fermentazione il vino viene subito tolto dalle fecce per prevenire la fermentazione malolattica”. Così si fa un Chiaretto, dice la Cavalchina.
Fine della parte tecnica che è sempre affascinate ma l’assaggio….. le emozioni stanno li.
Scende leggero nel bicchiere, temperatura 12 gradi, con il suo colorito rosa pallido ma non troppo, subito al naso rivela profumi contrastanti, decidiamo per il melone e qualche bacca rossa, profumi decisamente percettibili nonostante la bassa temperatura di beva.
Arriva al palato e li si ferma con una leggera persistenza, che si svilupperà con il passare dei minuti di permanenza in bicchiere, ed un piglio di acidità, un sapore muffato e solo leggermente alcolico, decisamente gradevole e ripetitivo. Chiude la bevuta con un tocco di sapidità accentuata che rompe l’armonia con il quale si era presentato. Un vino leggero ma presente, consistente nella sua semplicità e soprattutto se si pensa alla sua gioventù.
Un prodotto buono ed interessante che si è fatto apprezzare per una sua leggera complessità inusuale, meglio dire pregiudizialmente inusuale, per i vini che sono né bianchi né neri.
Anche per quest’anno siamo in aestate iam adulta, si chiude un capitolo vitivinicolo e presto se ne aprirà un altro, è tempo di vendemmia.
Scende la pioggia.
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domenica 13 settembre 2009
VINO & ALCOL-TEST : UN BRINDISI AL NUOVO LIFESTYLE
Sono uscito con un amico per un pranzo di lavoro una cosa semplice, in un posto semplice ma di buona cucina. Pranzo leggero da tutti i punti di vista, la crisi economica non lascia scampo a nessuno (a parte alle banche che l’hanno generata !!).
Al termine del convivio ci alziamo, paghiamo e la ristoratrice ci invita orgogliosa a bere un goccio di Torbolino, la risposta è pronta “no grazie dobbiamo guidare”.
Risposta automatica di chi sa il rischio enorme che si corre nell’incontrare le macchinine impazzite, quelle cosine dette alcol-test che decidono che, nonostante tu stia su una gamba sola contando fino a dodicimilacinquecentoventisei e declamando contemporaneamente in lingua originale il De divinazione di Marcus Tullius Cicero, sei ciucco come il Corona dei tempi migliori e suonato come la campana all’ora di mezzo.
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Salgo in macchina, parto e mi accorgo di questo nuovo “stile di vita”, di questo “no grazie dobbiamo guidare” che è molto di più di un rifiuto, è un comportamento del nuovo secolo italico, è una nuova dimensione; ci penso, rifletto, mi accorgo che questa cosa, questo comportamento, questo nuovo lifestyle io non l’ho mai voluto, non me lo sono mai cercato ma ce l’ho addosso. Si insomma, non è propriamente una ...tradizione.
Penso a tutte le generazioni che hanno vissuto prima di me senza questo “stile di vita”, senza il “no vin grasie”, insomma che gran perdita per loro: insane generazioni del vizio.
La sera mi sento estremamente libero, le poche volte che guardo la televisione, di scegliere il canale : scelgo io se vale di più un documentario del National Geo o le acrobazie dialettiche di un Fratello grande o piccolo, se guardo galoppare l’asino di John Wayne o di Santoro, ma quando mi hanno offerto il Torbolino no, non ho scelto io: quello è stile di vita codificato per Decreto Ministeriale.
Penso come è nata questa storia delle strade pericolose, anzi scusate, ripenso alla estate folle anche dalle mie parti, quasi ogni giorno uno schianto sulle strade descritto sui giornali; mi rassicuro, gli alcol-test funzionano eccome, la campagna anti-alcol, anti Torbolino, ma anche anti-Amarone, cabernet, raboso ecc ecc funziona eccome.
Funziona si, infatti quasi nessuno degli schianti è opera dell’alcol, di cosa è opera? La risposta, triste e bieca, la sapete. Tiremm innanz.
E’ così io mi coccolo il mio nuovo lifestyle, arrivo a casa la sera, fiero del mio “No Torbolino grazie”, ansimo per raccontarlo a casa, raccontare il segno indelebile di uomo responsabile, mi gongolo nella mia rettitudine, mi siedo davanti al video-pc, clicco e leggo qui (grazie Aristide) di un Ministro che ha detto nel 2008 “…è necessario il consumo responsabile dell’alcol in generale. Chi guida l’auto deve aver bevuto solo analcolici...” e nel 2009 “è in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti piu’ pregiati del made in Italy’’ (...) Non credo nella cultura del proibizionismo”. Grazie Ministro per il la doppia decretazione di taglio ministeriale che fa di me un uomo retto comunque, in ogni caso, a 360°.
Penso al mio stile di vita anni duemila, alla mia passione per il succo d’uva ed ai politici: indovinate chi dei tre non ho mandato…... a quel paese ?? Cin cin.
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Al termine del convivio ci alziamo, paghiamo e la ristoratrice ci invita orgogliosa a bere un goccio di Torbolino, la risposta è pronta “no grazie dobbiamo guidare”.
Risposta automatica di chi sa il rischio enorme che si corre nell’incontrare le macchinine impazzite, quelle cosine dette alcol-test che decidono che, nonostante tu stia su una gamba sola contando fino a dodicimilacinquecentoventisei e declamando contemporaneamente in lingua originale il De divinazione di Marcus Tullius Cicero, sei ciucco come il Corona dei tempi migliori e suonato come la campana all’ora di mezzo.
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Salgo in macchina, parto e mi accorgo di questo nuovo “stile di vita”, di questo “no grazie dobbiamo guidare” che è molto di più di un rifiuto, è un comportamento del nuovo secolo italico, è una nuova dimensione; ci penso, rifletto, mi accorgo che questa cosa, questo comportamento, questo nuovo lifestyle io non l’ho mai voluto, non me lo sono mai cercato ma ce l’ho addosso. Si insomma, non è propriamente una ...tradizione.
Penso a tutte le generazioni che hanno vissuto prima di me senza questo “stile di vita”, senza il “no vin grasie”, insomma che gran perdita per loro: insane generazioni del vizio.
La sera mi sento estremamente libero, le poche volte che guardo la televisione, di scegliere il canale : scelgo io se vale di più un documentario del National Geo o le acrobazie dialettiche di un Fratello grande o piccolo, se guardo galoppare l’asino di John Wayne o di Santoro, ma quando mi hanno offerto il Torbolino no, non ho scelto io: quello è stile di vita codificato per Decreto Ministeriale.
Penso come è nata questa storia delle strade pericolose, anzi scusate, ripenso alla estate folle anche dalle mie parti, quasi ogni giorno uno schianto sulle strade descritto sui giornali; mi rassicuro, gli alcol-test funzionano eccome, la campagna anti-alcol, anti Torbolino, ma anche anti-Amarone, cabernet, raboso ecc ecc funziona eccome.
Funziona si, infatti quasi nessuno degli schianti è opera dell’alcol, di cosa è opera? La risposta, triste e bieca, la sapete. Tiremm innanz.
E’ così io mi coccolo il mio nuovo lifestyle, arrivo a casa la sera, fiero del mio “No Torbolino grazie”, ansimo per raccontarlo a casa, raccontare il segno indelebile di uomo responsabile, mi gongolo nella mia rettitudine, mi siedo davanti al video-pc, clicco e leggo qui (grazie Aristide) di un Ministro che ha detto nel 2008 “…è necessario il consumo responsabile dell’alcol in generale. Chi guida l’auto deve aver bevuto solo analcolici...” e nel 2009 “è in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti piu’ pregiati del made in Italy’’ (...) Non credo nella cultura del proibizionismo”. Grazie Ministro per il la doppia decretazione di taglio ministeriale che fa di me un uomo retto comunque, in ogni caso, a 360°.
Penso al mio stile di vita anni duemila, alla mia passione per il succo d’uva ed ai politici: indovinate chi dei tre non ho mandato…... a quel paese ?? Cin cin.
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sabato 5 settembre 2009
NON DIRE QUATTRO SE NON CE L'HAI NEL SACCO: IL DONDISMO COLPISCE ANCORA. (POVERO RUGBY)
La Federazione Italiana Rugby con apposito formale Comunicato lo aveva annunciato il 18 luglio, stesso giorno e stesso comunicato della vergognosa scelta politica per i partecipanti alla Celtic; aveva annunciato, tronfia, che i test match della nostra Nazionale di rugby si sarebbero giocati a Milano (contro la leggenda “All Blacks”) Firenze (allo Stadio Franchi contro il Sudafrica) e Ascoli Piceno (Samoa). Quando una Federazione Nazionale annuncia tre eventi così, quando emette comunicati in cui ci elargisce le sue “rispettabili” (si fa per dire) decisioni, quando fa votare le decisioni da un nobile e attrezzato Consiglio Federale , ovvero il massimo vertice, ci si aspetta che dietro tanta pompa magna ci sia un minimo di serietà.
Non mi aspetto questo dalla Federazione Nazionale del Tiro al Pistacchio, dalla Federazione Cerbottana a Soffio Prolungato ma dalla FIR del furbissimo Presidente Dondi bhe…eh !! (nella foto Dondi ed un esegeta del dondismo).
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Capita invece che un giorno di Settembre, il 4 esattamente, rimbalzi dal mondo internautico che a Firenze no, il 21 novembre a Firenze il rugby proprio non si può, la Fiorentina gioca nello stesso Stadio con il Parma il suo match calcistico e non si può fare il rugby, proprio no; si poteva prevedere ?
Il dondismo spaventato dalla ennesima figuraccia in arrivo invoca allora il Comune di Firenze contro lo sfratto calcistico, niente da fare la Lega Calcio emette sfratto esecutivo;.
“Se vu volee e c'è lo Stadio "Bozzi-Due Strade", se vu ripulite i panchettini ci state” maligna il solito fiorentino calciofilo.
Si poteva prevedere ?
Capita anche che la prevendita biglietti di tale evento, ripeto Italia-Sudafrica allo Stadio Franchi in Firenze, sia già cominciata da una settimana, uhm uhm….quindi la Federazione ha messo in vendita i biglietti senza nemmeno avere la sicurezza della accessibilità allo Stadio. Agghiacciante. E’ come io invitassi la gente a cena ma a casa del mio inconsapevole vicino, è come se …..escludessi la Benetton dalla candidatura italiana per la Celtic League. Bischerate.
Torniamo “all’affair Firenze”, si poteva prevedere? Adesso sarebbe bellissimo la risposta fosse “no non si poteva prevedere”…si sarebbe bello si….e invece….si, si poteva prevedere eccome !!
Dovrebbe seguire, a questo punto, una interminabile serie di invettive ed improperi contro il dondismo e la FIR ma è fiato sprecato. Non meritano tanta considerazione.
Mi chiedo : chi renderebbe ufficiale un evento del genere, un test-match della Nazionale contro i Campioni del Mondo sudafricani, se non ha in tasca la certezza della location !!!
Questi della FIR non sono dilettanti, sono … temerari ?? Bischeri ?? A voi la scelta.
La ennesima dimostrazione che in FIR siamo allo sbando totale, che la baracca non fa acqua ma affonda è puntualmente arrivata, tempo di sciogliersi dalle vacanze ed il dondismo è entrato in servizio permanente effettivo con tutta la sua inefficienza ed il suo presapochismo.
“Restituiteci i nostri soldi”, urlano i compratori dei seggiolini dell’Artemio Franchi per il 21 novembre, “riprendeteveli da soli con le società di vendita on line dove avete fatto il biglietto” dice la FIR. Bell’esempio di spirito rugbistico eh ??
Si poteva prevedere ? Si, si poteva. Basta così.
A Firenze no rugby ! Dove allora ? LA FIR sta cercando altro Stadio, si dice l’incontro con il Sudafrica sarà in Veneto o a Bologna. Buona fortuna.
Mi giunge ora notizia …la Federazione Nazionale di Tiro al Pistacchio si è lamentata ufficialmente con me per essere stata paragonata alla FIR, chiedo scusa, non lo faccio più.
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Non mi aspetto questo dalla Federazione Nazionale del Tiro al Pistacchio, dalla Federazione Cerbottana a Soffio Prolungato ma dalla FIR del furbissimo Presidente Dondi bhe…eh !! (nella foto Dondi ed un esegeta del dondismo).
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Capita invece che un giorno di Settembre, il 4 esattamente, rimbalzi dal mondo internautico che a Firenze no, il 21 novembre a Firenze il rugby proprio non si può, la Fiorentina gioca nello stesso Stadio con il Parma il suo match calcistico e non si può fare il rugby, proprio no; si poteva prevedere ?
Il dondismo spaventato dalla ennesima figuraccia in arrivo invoca allora il Comune di Firenze contro lo sfratto calcistico, niente da fare la Lega Calcio emette sfratto esecutivo;.
“Se vu volee e c'è lo Stadio "Bozzi-Due Strade", se vu ripulite i panchettini ci state” maligna il solito fiorentino calciofilo.
Si poteva prevedere ?
Capita anche che la prevendita biglietti di tale evento, ripeto Italia-Sudafrica allo Stadio Franchi in Firenze, sia già cominciata da una settimana, uhm uhm….quindi la Federazione ha messo in vendita i biglietti senza nemmeno avere la sicurezza della accessibilità allo Stadio. Agghiacciante. E’ come io invitassi la gente a cena ma a casa del mio inconsapevole vicino, è come se …..escludessi la Benetton dalla candidatura italiana per la Celtic League. Bischerate.
Torniamo “all’affair Firenze”, si poteva prevedere? Adesso sarebbe bellissimo la risposta fosse “no non si poteva prevedere”…si sarebbe bello si….e invece….si, si poteva prevedere eccome !!
Dovrebbe seguire, a questo punto, una interminabile serie di invettive ed improperi contro il dondismo e la FIR ma è fiato sprecato. Non meritano tanta considerazione.
Mi chiedo : chi renderebbe ufficiale un evento del genere, un test-match della Nazionale contro i Campioni del Mondo sudafricani, se non ha in tasca la certezza della location !!!
Questi della FIR non sono dilettanti, sono … temerari ?? Bischeri ?? A voi la scelta.
La ennesima dimostrazione che in FIR siamo allo sbando totale, che la baracca non fa acqua ma affonda è puntualmente arrivata, tempo di sciogliersi dalle vacanze ed il dondismo è entrato in servizio permanente effettivo con tutta la sua inefficienza ed il suo presapochismo.
“Restituiteci i nostri soldi”, urlano i compratori dei seggiolini dell’Artemio Franchi per il 21 novembre, “riprendeteveli da soli con le società di vendita on line dove avete fatto il biglietto” dice la FIR. Bell’esempio di spirito rugbistico eh ??
Si poteva prevedere ? Si, si poteva. Basta così.
A Firenze no rugby ! Dove allora ? LA FIR sta cercando altro Stadio, si dice l’incontro con il Sudafrica sarà in Veneto o a Bologna. Buona fortuna.
Mi giunge ora notizia …la Federazione Nazionale di Tiro al Pistacchio si è lamentata ufficialmente con me per essere stata paragonata alla FIR, chiedo scusa, non lo faccio più.
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mercoledì 2 settembre 2009
LA CASETTA VALPOLICELLA CLASSICO SUPERIORE RIPASSO 2005 DOC DOMINI VENETI - DEL VINO , DEL CHIODO E DEL MAL DI GOLA
La terra di Valpolicella è arditamente chiacchierona in questi ultimi mesi, prima le Famiglie che si sono messe in testa di fare “per conto loro”, poi la previsione di una vendemmia splendida e di grande quintalata, quindi il Consorzio che pensa alla riduzione delle quote e per ultimo, last but not least, un marchio prestigioso che rimanda al prossimo anno l’uscita dell’anno pronto in cantina. Non solo crisi economica eh.
Segue il tutto un serrato Bla bla. Cosa sarà ?
Non ho intenzione di addentrarmi nella disputa, almeno non adesso, così, volendo restare in Valpolicella con l’assaggio, decido per un dispettuccio di prima mano, vado in cantina a prender bottiglia di scandalo: nessun nome di quelli tanto grandi che oggi “non si dice”, nessun prezzo che non ci dimenticheremo mai (per fortuna). Vediamo chi ci fa compagnia adesso …
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Prima un po’ di storia.
“Il 23 agosto 1933, sette gentiluomini si diedero appuntamento nello studio del notaio Francesco Bettelloni per sottoscrivere quel giorno l'atto notarile con cui nacque la Cantina Sociale Valpolicella. Tra i soci fondatori vi furono Gaetano Dall'Ora, primo presidente della società, Carlo Vecchi, Giovanni Battista Rizzardi, Marco Macchi, Pier Alvise Serego Alighieri”.
Onore al merito.
La cosa che ci interessa è la Cantina Valpolicella Negrar, della Cantina ci interessa conoscere la produzione Domini Veneti, un “progetto qualità” iniziato nel 1988……allora benvenuto al Valpolicella Classico Superiore Ripasso Domini Veneti 2005.
Un saluto ai suoi 13,5 gradi di alcol, alla sua ricetta (Corvina Veronese 65%, Corvinone 15%, Rondinella 10%, Cabernet 10%) ed ai suoi 2 anni di botte e ulteriori sei mesi di bottiglia per un vino che è dato per longevo (anche 10/15 anni) ma questo la nostra bottiglia non lo potrà dimostrare, è destinata a sorte più immediata!
Piace girare nel bicchiere questo intenso forte e sgraziato color rosso rubino, da soddisfazione, lascia la sua nota alcolica volare fuori dal bicchiere e l'amico di assaggio ci regala l’esclamazione:”questo el fa ben pea tose e pe el mal de goea”. E’ la verità.
Quando però si passa alla profumazione sentiamo un vino caldo, presente, corposo, con note evidenti prima di tutto di chiodi di garofano, poi la sua marasca e la sua foglia fresca calpestata del bosco d’autunno.
La sensazione è piacevole, è un prodotto realizzato con cura; la bevuta lo dimostra, “intenso ed avvolgente” (ottima definizione Cris!), una sensazione "grossa" con forte ritorno del “chiodo” di cui sopra e media persistenza, correttamente allappante, non ti cattura e ti porta via con se ma ti prende forte fino alla gola lasciandoti con una briciola di acidità che rivela, nel finale, la gradevolezza della ciliegia. Nessuna nota alcolica in eccesso nel bere, profumi rispettati, rotondità incompleta, vino troppo aggressivo per essere anche tondo.
Il Classico Superiore Ripasso Domini Veneti 2005 della Cantina Valpolicella Negrar si dimostra un assaggio di buon livello; già l’etichetta rivela che “Questo vino è prodotto con uve provenienti esclusivamente dall’ Azienda Agricola La Casetta di Ettore Rigetti”, una selezione unica insomma, non è una casualità allora eh !
Ottimo assaggio, grazie agli amici ed una ultima curiosità:“ehi Eli, ti è passato il mal di gola?”.
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Segue il tutto un serrato Bla bla. Cosa sarà ?
Non ho intenzione di addentrarmi nella disputa, almeno non adesso, così, volendo restare in Valpolicella con l’assaggio, decido per un dispettuccio di prima mano, vado in cantina a prender bottiglia di scandalo: nessun nome di quelli tanto grandi che oggi “non si dice”, nessun prezzo che non ci dimenticheremo mai (per fortuna). Vediamo chi ci fa compagnia adesso …
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Prima un po’ di storia.
“Il 23 agosto 1933, sette gentiluomini si diedero appuntamento nello studio del notaio Francesco Bettelloni per sottoscrivere quel giorno l'atto notarile con cui nacque la Cantina Sociale Valpolicella. Tra i soci fondatori vi furono Gaetano Dall'Ora, primo presidente della società, Carlo Vecchi, Giovanni Battista Rizzardi, Marco Macchi, Pier Alvise Serego Alighieri”.
Onore al merito.
La cosa che ci interessa è la Cantina Valpolicella Negrar, della Cantina ci interessa conoscere la produzione Domini Veneti, un “progetto qualità” iniziato nel 1988……allora benvenuto al Valpolicella Classico Superiore Ripasso Domini Veneti 2005.
Un saluto ai suoi 13,5 gradi di alcol, alla sua ricetta (Corvina Veronese 65%, Corvinone 15%, Rondinella 10%, Cabernet 10%) ed ai suoi 2 anni di botte e ulteriori sei mesi di bottiglia per un vino che è dato per longevo (anche 10/15 anni) ma questo la nostra bottiglia non lo potrà dimostrare, è destinata a sorte più immediata!
Piace girare nel bicchiere questo intenso forte e sgraziato color rosso rubino, da soddisfazione, lascia la sua nota alcolica volare fuori dal bicchiere e l'amico di assaggio ci regala l’esclamazione:”questo el fa ben pea tose e pe el mal de goea”. E’ la verità.
Quando però si passa alla profumazione sentiamo un vino caldo, presente, corposo, con note evidenti prima di tutto di chiodi di garofano, poi la sua marasca e la sua foglia fresca calpestata del bosco d’autunno.
La sensazione è piacevole, è un prodotto realizzato con cura; la bevuta lo dimostra, “intenso ed avvolgente” (ottima definizione Cris!), una sensazione "grossa" con forte ritorno del “chiodo” di cui sopra e media persistenza, correttamente allappante, non ti cattura e ti porta via con se ma ti prende forte fino alla gola lasciandoti con una briciola di acidità che rivela, nel finale, la gradevolezza della ciliegia. Nessuna nota alcolica in eccesso nel bere, profumi rispettati, rotondità incompleta, vino troppo aggressivo per essere anche tondo.
Il Classico Superiore Ripasso Domini Veneti 2005 della Cantina Valpolicella Negrar si dimostra un assaggio di buon livello; già l’etichetta rivela che “Questo vino è prodotto con uve provenienti esclusivamente dall’ Azienda Agricola La Casetta di Ettore Rigetti”, una selezione unica insomma, non è una casualità allora eh !
Ottimo assaggio, grazie agli amici ed una ultima curiosità:“ehi Eli, ti è passato il mal di gola?”.
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