In questi mesi è successo di tutto e mi riferisco alla battaglia senza esclusioni di colpi per l’ingresso delle due squadre italiane nella Magners Celtic League. La candidatura della selezione denominata Pretoriani Roma, che aveva avuto accesso a scapito dei trevigiani in Luglio, ha visto scoperto il proprio giochetto di carte e politica e le promesse dell’assessore di turno non sono bastate per il loro via definitivo alla avventura celtica (o almeno tali promesse in FIR non valgono ancora come copertura di spese e saldo di bilancio).
Insomma la Benetton Treviso è stata reintegrata al suo posto (diciamolo) e come tale definitivamente confermata venerdi 30 ottobre. Riassunto: Aironi del Po (Viadana & Co.) e Benetton Treviso (diventerà selezione triveneta ? Dogi?) verranno presentati dalla FIR al Board della Magners Celtic League per la loro ammissione al prestigioso torneo.
Su tutto questo aleggiava un fantasmino: Roma farà ricorso??.
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Quindi i Pretoriani Roma chiederanno riammissione, dimostreranno che le proprie carte presentate erano/sono valide ed hanno quindi diritto di ammissione alla competizione europea al posto di … chissà chi?? Mah.
Dubbio sciolto, Roma ha fatto ricorso, anzi ricorsino, anzi …. ha fatto.
Volete leggere i tratti salienti del “ricorso”? Ci ha pensato il bravo giornalista Duccio Fumero a metterli on line e li trovate qui.
Chiedo anticipatamente scusa a tutti i romani che leggeranno il seguito, qui si parla di una Società sportiva non di pregiudizi regionali (o peggio); per raccontarvi quanto segue non mi voglio nascondere nemmeno dietro al campanilismo, infatti quello che è accaduto è molto brutto....a prescindere.
Roma doveva fare ricorso e quindi scrivere una cosa tipo “ Cara Federazione siete tutti un po’ fessacchiotti perché le mie carte sono giustissime, come sarebbe a dire che io non c’ho i soldi? Ce li ho esattamente come gli altri (Aironi o Benetton), eccoli qui in fidejussione e contante”.
Il Pretoriano reclamatore ha invece preferito scrivere una cosa tipo “Cara Federazione, lasciamo stare i fatti miei…posta l’analisi dei bilanci 2008 dell’azienda sponsor degli Aironi del Po …verificati i livelli di EBITDA….. le passività/attività a breve medio e lungo di quella azienda ……loro i soldi secondo noi non ce li possono avere...forse no… o almeno non pare anche se ve li hanno già fatti vedere…insomma secondo noi forse no…insomma buttateli fuori.”
In sintesi il reclamo romano invece di essere una affermazione di se stessi e delle proprie capacità ,così si fa nello sport ed in particolare nel rugby, è una requisitoria contro il Bilancio dell’azienda sponsor (contro l’azienda non la Società Sportiva) di una delle selezioni scelte dalla FIR, contro l’azienda che ha dato il proprio sostegno economico agli Aironi del Po.
Questa cosa è … una schifezzuola e per questo da oggi su questo blog si parlerà di Pretoriani, se serve, ma con la p minuscola. Vi spiego il mio perché.
I pretoriani, non solo hanno così dimostrato che le motivazioni della loro esclusione erano corrette (non è su quelle che hanno fatto ricorso) ma hanno pure dimostrato di essere inadeguati al ruolo che dovevano ricoprire: rappresentare il rugby italiano in Europa.
La cosa che veramente ritengo indecorosa è, non solo la mancata affermazione di se stessi come elemento principe del ricorso, ma soprattutto la denigrazione del Bilancio Societario di una azienda che da anni crede e lavora nel rugby ma soprattutto azienda che ogni anno dà lavoro a moltissime persone e che non ha bisogno di cotanta pubblicità negativa per tirare avanti con i chiari di luna che ci sono.
Rimane comunque il fatto che le considerazioni espresse dai “ricorrenti” romani sono palesemente un “andar per specchi”, tecnicamente una bufala e si configurano più come tentativo di portar zizzania in casa FIR piuttosto che voglia di ricercare la propria riammissione sportiva legittima.
Non c’è stile, non c’è amore per il rugby, non c’è nulla dei valori del nostro sport in un comportamento del genere.
Mi dispiace per i tifosi romani e per tutti gli appassionati ovali della Capitale, la loro passione sportiva indiscutibilmente sana merita ben altri dirigenti sportivi.
Insomma la Benetton Treviso è stata reintegrata al suo posto (diciamolo) e come tale definitivamente confermata venerdi 30 ottobre. Riassunto: Aironi del Po (Viadana & Co.) e Benetton Treviso (diventerà selezione triveneta ? Dogi?) verranno presentati dalla FIR al Board della Magners Celtic League per la loro ammissione al prestigioso torneo.
Su tutto questo aleggiava un fantasmino: Roma farà ricorso??.
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Quindi i Pretoriani Roma chiederanno riammissione, dimostreranno che le proprie carte presentate erano/sono valide ed hanno quindi diritto di ammissione alla competizione europea al posto di … chissà chi?? Mah.
Dubbio sciolto, Roma ha fatto ricorso, anzi ricorsino, anzi …. ha fatto.
Volete leggere i tratti salienti del “ricorso”? Ci ha pensato il bravo giornalista Duccio Fumero a metterli on line e li trovate qui.
Chiedo anticipatamente scusa a tutti i romani che leggeranno il seguito, qui si parla di una Società sportiva non di pregiudizi regionali (o peggio); per raccontarvi quanto segue non mi voglio nascondere nemmeno dietro al campanilismo, infatti quello che è accaduto è molto brutto....a prescindere.
Roma doveva fare ricorso e quindi scrivere una cosa tipo “ Cara Federazione siete tutti un po’ fessacchiotti perché le mie carte sono giustissime, come sarebbe a dire che io non c’ho i soldi? Ce li ho esattamente come gli altri (Aironi o Benetton), eccoli qui in fidejussione e contante”.
Il Pretoriano reclamatore ha invece preferito scrivere una cosa tipo “Cara Federazione, lasciamo stare i fatti miei…posta l’analisi dei bilanci 2008 dell’azienda sponsor degli Aironi del Po …verificati i livelli di EBITDA….. le passività/attività a breve medio e lungo di quella azienda ……loro i soldi secondo noi non ce li possono avere...forse no… o almeno non pare anche se ve li hanno già fatti vedere…insomma secondo noi forse no…insomma buttateli fuori.”
In sintesi il reclamo romano invece di essere una affermazione di se stessi e delle proprie capacità ,così si fa nello sport ed in particolare nel rugby, è una requisitoria contro il Bilancio dell’azienda sponsor (contro l’azienda non la Società Sportiva) di una delle selezioni scelte dalla FIR, contro l’azienda che ha dato il proprio sostegno economico agli Aironi del Po.
Questa cosa è … una schifezzuola e per questo da oggi su questo blog si parlerà di Pretoriani, se serve, ma con la p minuscola. Vi spiego il mio perché.
I pretoriani, non solo hanno così dimostrato che le motivazioni della loro esclusione erano corrette (non è su quelle che hanno fatto ricorso) ma hanno pure dimostrato di essere inadeguati al ruolo che dovevano ricoprire: rappresentare il rugby italiano in Europa.
La cosa che veramente ritengo indecorosa è, non solo la mancata affermazione di se stessi come elemento principe del ricorso, ma soprattutto la denigrazione del Bilancio Societario di una azienda che da anni crede e lavora nel rugby ma soprattutto azienda che ogni anno dà lavoro a moltissime persone e che non ha bisogno di cotanta pubblicità negativa per tirare avanti con i chiari di luna che ci sono.
Rimane comunque il fatto che le considerazioni espresse dai “ricorrenti” romani sono palesemente un “andar per specchi”, tecnicamente una bufala e si configurano più come tentativo di portar zizzania in casa FIR piuttosto che voglia di ricercare la propria riammissione sportiva legittima.
Non c’è stile, non c’è amore per il rugby, non c’è nulla dei valori del nostro sport in un comportamento del genere.
Mi dispiace per i tifosi romani e per tutti gli appassionati ovali della Capitale, la loro passione sportiva indiscutibilmente sana merita ben altri dirigenti sportivi.