Tirato per la giacca da più parti l’autorevole proprietario del conio terminologico “vinino” finalmente ci ha dato soddisfazione.
Proprio intervenendo qui Angelo Peretti (il coniatore) si era dato “impegno” per le vacanze, è arrivato alla meta in ottobre inoltrato ma la produzione è di quelle importanti ed è sul suo Internetgourmet con “Elogio del vinino, ovvero Manifesto per la piacevolezza dei vini da bere”.
Proprio intervenendo qui Angelo Peretti (il coniatore) si era dato “impegno” per le vacanze, è arrivato alla meta in ottobre inoltrato ma la produzione è di quelle importanti ed è sul suo Internetgourmet con “Elogio del vinino, ovvero Manifesto per la piacevolezza dei vini da bere”.
Stefano il Nero ha dato la sua piena adesione, fatelo anche voi.
C'è però di più.
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Nel frattempo Aristide, da scientifico patrizio, non si era limitato ad una plebea scrollata di giubba, aveva impostato con successo una prima classificazione definendo per i vinini che “sono anti-ciclici…..generalmente hanno bassa gradazione alcolica…spesso rappresentano una lunga tradizione vitivinicola dei nostri territori…”. Ecco ora l’Elogio ed il Manifesto del “vinino”; Angelo Peretti ci scherza su, parla di “fun” del vinino invece che di “fan” ma sotto sotto lo sa di aver scritto cose molto sensate sul suo manifesto e fa piacere dichiari fin d’ora di aver qualcosa da dire ancora.
Io credo che fusion classificazione-manifesto possa diventare qualche cosa di più: qui c’è una cosa partita con il piede giusto, ci si mettesse sul serio nel sostenerla si potrebbe non solo dare una piccola scossa al www (wonderful wine world) ma anche dare il via a qualcosa di “nuovo e tradizionale”. Il mondo blog potrebbe dimostrare di saper “fare”, perchè questi spunti sono meritevoli di un palco da dove parlarne davvero e pubblicamente: a tanti, a tutti, senza scomodare nessuno a rammaricarsene ma solo invitando molti a vantarsene.
Insomma questa cosa del vinino può dare un contributo a tutto il mondo del vino italiano se non viene ributtata troppo in fretta nel cassetto, c’è un mercato che aspetta messaggi positivi. Qui ce ne sono.
Il sottoscritto intanto si è dilettato per tutti gli ultimi mesi a caccia di vinini, plaudendo al tripudio di sensazioni dove “all’estetica autoreferenziale della degustazione anteponiamo l’immediatezza appagante della freschezza fruttata e della sapidità”.
Ben venga il vinino, non come negazione di altro ma come affermazione di se stesso, del suo gusto, della sua tipicità, delle sue profonde radici nel tessuto del buon vino italiano.
Ben venga il principio che “alla razionalistica dittatura della valutazione centesimale opponiamo l’umanistica vocazione alla convivialità del vino, simbolo della condivisione e della fraternità”.
Ottimo Elogio , io penso si debba andare avanti.
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Nel frattempo Aristide, da scientifico patrizio, non si era limitato ad una plebea scrollata di giubba, aveva impostato con successo una prima classificazione definendo per i vinini che “sono anti-ciclici…..generalmente hanno bassa gradazione alcolica…spesso rappresentano una lunga tradizione vitivinicola dei nostri territori…”. Ecco ora l’Elogio ed il Manifesto del “vinino”; Angelo Peretti ci scherza su, parla di “fun” del vinino invece che di “fan” ma sotto sotto lo sa di aver scritto cose molto sensate sul suo manifesto e fa piacere dichiari fin d’ora di aver qualcosa da dire ancora.
Io credo che fusion classificazione-manifesto possa diventare qualche cosa di più: qui c’è una cosa partita con il piede giusto, ci si mettesse sul serio nel sostenerla si potrebbe non solo dare una piccola scossa al www (wonderful wine world) ma anche dare il via a qualcosa di “nuovo e tradizionale”. Il mondo blog potrebbe dimostrare di saper “fare”, perchè questi spunti sono meritevoli di un palco da dove parlarne davvero e pubblicamente: a tanti, a tutti, senza scomodare nessuno a rammaricarsene ma solo invitando molti a vantarsene.
Insomma questa cosa del vinino può dare un contributo a tutto il mondo del vino italiano se non viene ributtata troppo in fretta nel cassetto, c’è un mercato che aspetta messaggi positivi. Qui ce ne sono.
Il sottoscritto intanto si è dilettato per tutti gli ultimi mesi a caccia di vinini, plaudendo al tripudio di sensazioni dove “all’estetica autoreferenziale della degustazione anteponiamo l’immediatezza appagante della freschezza fruttata e della sapidità”.
Ben venga il vinino, non come negazione di altro ma come affermazione di se stesso, del suo gusto, della sua tipicità, delle sue profonde radici nel tessuto del buon vino italiano.
Ben venga il principio che “alla razionalistica dittatura della valutazione centesimale opponiamo l’umanistica vocazione alla convivialità del vino, simbolo della condivisione e della fraternità”.
Ottimo Elogio , io penso si debba andare avanti.
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