Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

venerdì 9 ottobre 2009

PAROLA DI BLOG: MARIA GRAZIA MELEGARI Soavemente WineBlog

Sono le persone l'anima della "rete" (e non il contrario !!) ed è per questo che Stefano il Nero ha chiesto ad alcuni blogger di rispondere ad alcune domande……pronti.....via a PAROLA DI BLOG

Maria Grazia è donna di vino certificata ONAV e AIS, si insomma una che la passione la prende sul serio, il suo blog è, dice lei, “un omaggio ad una terra e ad un vino”, romanticismo? Può darsi ma di sicuro anche una buona dose di sano realismo, il suo Soavemente WineBlog è un mix di tecnica e di filosofia, parla di vino e dei suoi luoghi, del bianco Soave, la sua grande passione, di tanti altri vini e....di musica. Soavemente è un blog che parla di lei e per lei ed ora le chiediamo come, benvenuta Maria Grazia Melegari : parola di blog.
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Recentemente hai fatto un elenco di tutti i vini Soave premiati dalle guide: credi più al Soave o alle guide?
Assegno un’importanza molto relativa alle Guide e soprattutto ai punteggi. Più che dare un elenco dei premiati, mi sono divertita a confrontare il taglio dei giudizi nel corso del tempo, nella stessa guida e in guide diverse, riguardo al Soave. Lo farò anche quest’anno, osservando se e come evolvono i parametri di giudizio, più che i punteggi. Il Soave è un sistema di grandi e piccole aziende che lavorano su uno dei terroir più vocati in assoluto per i vini bianchi, ora accanto a nomi storici e blasonati si vede anche qualche novità interessante. Non ho dubbi, credo al Soave e alle sue grandi potenzialità.
Il tuo blog impressiona per la ricercatezza di alcune argomentazioni tecniche sulla “produzione” del vino, credi che il vino debba essere prodotto dal vignaiolo o dai “gusti del mercato” ?
Un enologo una volta mi ha detto: “un vino può essere buonissimo, ma se poi non lo vendi…” ; la partita si gioca tra i vini legati al terroir – più spesso prodotti in piccoli numeri – e vini dei grandi numeri che bevono un po’ tutti. Ambedue le realtà sono orientate al mercato ma quanto più il consumatore approfondisce la conoscenza tanto più vedrà differenze sia“stilistiche” che di sostanza. Per fare un esempio, ci sono vignaioli del Soave che non producono grandi numeri, fanno vini molto ben delineati e nettamente di terroir da vigneti che sono dei Cru. Quegli stessi vignaioli hanno in gamma anche dei Soave affinati in legno che vengono prodotti soprattutto per la domanda del mercato estero. Coesistono dunque diversi stili, e la scelta finale la fa il consumatore.
Una domanda che ti piace : perché il Soave dovrebbe essere un vino …speciale?
Il Soave è un vino davvero speciale perché nasce da un terroir altamente vocato per il vino bianco, dove nello spazio di 7000 ettari ci sono zone e microclimi differenti. Il Soave è speciale perché non è “univoco”. Basta spostarsi di pochi metri e cambiano le caratteristiche del suolo e del clima che marcano il vino in maniera differente. Il Soave della Val d’Illasi non è lo stesso del Monte Foscarino o della Calvarina. Il grande lavoro del Consorzio di Tutela è stato proprio quello di esaltare la grande capacità espressiva del vitigno principe, la Garganega nelle sue diverse espressioni, legate ai differenti suoli e microclimi componendo l’immagine di un grande vino bianco, versatile e di carattere.
Ne hai trovato qualcuno di traditore?
Non parlerei di tradimento, quanto piuttosto di una moda, ormai quasi del tutto passata, di infilare nella composizione del Soave ( peraltro prevista dal disciplinare) di vitigni a bacca bianca come Chardonnay e Sauvignon blanc. Ho sempre preferito i Soave di storica tradizione, quelli fatti di garganega e trebbiano di Soave, o di sola Garganega.
Nel tuo blog io trovo ci sia una continua ricerca del binomio qualità/vino. Quando un vino è di qualità? Soggettivamente? Oggettivamente?
La scheda valutativa dei vini OIV riportava una voce specifica sui difetti del vino, nella versione 2009 mantiene il parametro della franchezza (pulizia o assenza di difetti) ed introduce quello dell’Intensità qualitativa positiva (l'insieme delle percezioni olfattive e gustative che arricchiscono la percezione qualitativa rispetto ai sensi dell’odorato e del gusto). E’ un parametro esclusivamente positivo.
Dico questo per far notare come oggettivamente sia difficile oggi parlare di difetti e di scarsa qualità. Si parla invece sempre più di “qualità percepita”, parametro nel quale entrano moltissimi fattori anche soggettivi: dalle conoscenze e dalle preferenze individuali fino alla storia delle aziende e dei luoghi. Non mi attrae aprire una bottiglia e scrivere una semplice scheda di degustazione. Lo faccio soltanto per allenamento e comunque non sul blog.
Hai scritto di un produttore : “Artigianato come rispetto assoluto della terra e desiderio costante di migliorarne il frutto nella maniera più naturale possibile”. Ma sei Bio o sei Convenzionale? Ovvero quello che scrivi deve essere per tutti o solo per quelli “lo famo strano lo famo bio?”
Il mondo del vino mi interessa tutto, senza contrapposizioni, il convenzionale e il bio (ma preferirei parlare di vino artigianale) Sono comunque convinta che la cosiddetta “conduzione convenzionale” sarà sempre più indotta ad interrogarsi e a scegliere tecniche più rispettose dell’ integrità della terra e dell’ ecosistema della vigna. In quale altro modo si potrà conservare un mondo vivibile per le nuove generazioni? Mi sembra un mutamento di sensibilità in questo senso sia in atto.
Perché sei wine-blogger, non ti bastava andare in giro a bere Soave ed Amarone lo dovevi proprio raccontare a tutti??
Amo scrivere e amo il vino con il suo mondo variegato, pieno di sfumature, di luoghi, storie e persone. Ce n’è abbastanza per aprire un wine-blog? Credo di sì. Inoltre, penso al blog come a un formidabile mezzo di conoscenza e di crescita culturale personale. Nel senso che per scrivere di vino, non basta “ andare in giro a bere Soave ed Amarone”, ma occorre approfondire, andare oltre il bicchiere……
Il mondo blog secondo te cresce e fa crescere ?
Ritengo che il Blog richieda un maggiore approfondimento, rispetto a mezzi di comunicazione “veloci” e forse superficiali come i nuovi Facebook e Twitter. I blog hanno sicuramente cambiato il panorama della “critica” sul vino, cambiando il panorama un po’ statico della carta stampata dedicata ed hanno portato ad un processo di democratizzazione dell’ informazione anche se ci sono anche potenziali rischi, come la ridondanza o l’inattendibilità. Penso che i blog abbiano avuto e avranno ancora una funzione molto positiva: per far conoscere le piccole aziende e di stimolo culturale su temi socialmente rilevanti, come ad esempio l’educazione ad un consumo consapevole.
I produttori di vino e la comunicazione: una strada che si apre o una chimera?
Senza dubbio una strada che si apre, anche se molto a fatica. Il futuro è li: disintermediare il più possibile sia i prodotti che la comunicazione. Gli esempi sono ancora pochi, ma sono ottimista.
Quando e perché potresti decidere di chiudere il tuo Soavemente WineBlog?
Soltanto in due casi: se fossi vittima di una malattia che mi impedisse di degustare il vino e
se mi venisse a noia scriverne

Ma quale noia, è bello leggere il tuo blog Maria Grazia........"tutto il resto è noia", semmai.

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1 commento:

  1. Grazie, caro Stefano, sono veramente commossa!
    A presto, per conoscerci di persona. E complimenti per il tuo bel blog!
    M.Grazia

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Prima di scrivere il post ricordate: "Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare." (Mark Twain)