Rugby Super10 eccomi, con le quattro venete impegnate a giocarsela fra di loro oggi era giornata di Pax Tibi Cup.
Cos'è la Pax Tibi Cup? Lo abbiamo spiegato qui e, tanto per aggiornamento, cito un mio post precedente: "è/sarebbe la Coppa che andrebbe assegnata (esistesse nella organizzazione ufficiale) a fine campionato alla Società Veneta, fra le quattro che partecipano al Super10, che realizza il miglior piazzamento in una classifica dove vengono conteggiati i soli risultati dei loro scontri diretti".
MIca male eh? Vediamo come è andata la giornata del 29/11 versione Pax Tibi Cup.
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Scontri a quattro dunque nel Veneto della massima categoria; Benetton risolve lo scontro con Venezia con sufficiente distacco ma non fa pesare il rango. Il Petrarca beffa di un punto il Rovigo all'ultimo secondo , tipica soluzione da derby all'ultimo...sangue. Con questo turno si chiude il girone di andata della nostra coppa, Treviso in testa, risolutamente, con margini e vittorie da vero leader; il 10 gennaio si goca Petrarca vs Benetton e ci potrebbe scappare il colpaccio padovano. Il prossimo appuntamento con Pax Tibi Cup è però il 6 gennaio, si incontrano Venezia e Rovigo.
Girone di Andata
12/09 VENEZIA MESTRE R. 1986- vs -FEMI-CZ ROVIGO 32 - 32
19/09 BENETTON TREVISO vs RUGBY PETRARCA 36 - 3
30/09 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986 36 - 3
30/09 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO 17 -12
29/11 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO 18 - 17
29/11 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO 6 - 28
Girone di Ritorno
06/01 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - FEMI-CZ ROVIGO
10/01 BENETTON TREVISO - vs - RUGBY PETRARCA
03/04 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986
03/04 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO
01/05 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO
CLASSIFICA PAX TIBI CUP al 29/11/2009
BENETTON TREVISO 13 PTI
PETRARCA PADOVA 9 PTI
FEMICZ ROVIGO 5 PTI
CASINO VENEZIA 2 PTI
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domenica 29 novembre 2009
mercoledì 25 novembre 2009
IL PINOT NERO IGT DI MASO MICHEI, UN VINO DELLE DOLOMITI
"Al centro della Valle di Ronchi, nello splendido panorama tra i Monti Lessini e le Piccole Dolomiti, c'è un maso antico circondato da boschi di larici, faggi e betulle: Maso Michei.”
In quel posto li, a Ronchi di Ala, più in Lessinia che a Rovereto, più vicino alla Valpolicella che a Trento, io ho cercato di andarci diverse volte; non ci siamo trovati con il Giuseppe Tognotti, è quindi la sorte che ha voluto io non abbia visto (per ora) quei bellissimi vitigni abbarbicati sulla montagna e respirato quell’aria di freschezza che le “imprese” regalano quando le incontri.
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Maso Michei è una impresa di cui si è sentito e letto già molto, sono dieci ettari di vigneti arrampicati in pendenza fino a 900 metri, situazione difficile da lavorare con le macchine. Vita dura fare vino lassù. La mia cara nonna direbbe “ e ci vole unto di gomitooo”.
Fino lassù in cima non ci sono arrivato ? Bhe però la mia bottiglia di Pinot Nero Maso Michei Vigneti delle Dolomiti IGT me la sono trovata. Oggi parliamo di lei, magari poco ma solo di lei.
Tipico vino di Borgogna, il Pinot Nero ( o noir) avrebbe radici profonde dai cugini francesi, i quali così smentirebbero di saper fare solo champagne (questa era cattiva maaaa……).
Il nostro è il tipico vino di montagna, sopporta le temperature basse e non teme la fredda esposizione di quota ai raggi dell’implacabile sole di montagna. Forse anche per questo il risultato non è mai quello di un vino troppo carico.
Versato nel bicchiere ci mostra il suo rosso umile, colorazione scarsa anche se non bisogna eccedere; scarsa colorazione è tipica del pinot , non è “malato” è così !
Profumi garbati quelli del Pinot del Maso Michei, al naso persiste il lampone e forti sentori di spezie; alla bevuta si dimostra aperto e fresco, sono 13 i gradi volumetrici dell’alcool a stupirci per la loro presenza discreta, di una gradevolezza unica,sembra quasi la beva non si chiuda mai , rimane sospeso in attesa di altro assaggio leggermente persistente ma senza alcun eccesso, vino equilibrato decisamente non serioso, .
Vino tenace e amabile che si diverte con il tuo palato; dove passa lascia una sottile fragranza e una nota di eleganza da fare invidia.
Il Pinot nero di Maso MIchei è una delle più belle scoperte di questi ultimi tempi. Un prodotto a tutto tondo che compete senza problemi con tanti rossi tutta struttura che spesso si vedono sulle tavole; congratulazioni a Maso Michei: ottimo davvero.
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domenica 22 novembre 2009
LA "MALEDIZIONE" DEL RUGBISTA SI ABBATTE SUL CALCIO FIORENTINO E PADOVANO. FACCIAMOCI UNA RISATA INSIEME.
Amici rugbisti, ditemi la verità ma ditemela sul serio perché un po’ già dalle prime righe così, io ve lo dico, mi fate paura e pure tanta.
La domanda è: ma quante maledizioni avete tirato prima alla AC Fiorentina e poi al Calcio Padova per il fatto che hanno sonoramente rifiutato i loro stadi per il Test Match di oggi fra la nostra Nazionale di rugby ed i Campioni del Mondo del Sudafrica?? Ma che tipo di maledizioni, ma ogni quanto tempo, con che intensità? Rivolgendovi esattamente come? Devo saperlo…no perché….bhe insomma….insomma….le due calciofile di Firenze e Padova oggi hanno quindi giocato le loro rispettive partite nel loro prezioso stadietto ed hanno entrambe perso in casa e pure con lo stesso risultato !!!!!
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Mentre trentaduemila tifosi di rugby si vedevano comunque la loro Nazionale a Udine i fiorentini si facevano rifilare tre schiaffoni dal Parma (città del rugby) perdendo tre a due ed i calciopadovani anche loro tre pappine da quelli dell’Empoli perdendo con l’identico risultato di tre a a due. Come se non bastasse per la Fiorentina mi immagino il cumulo di pernacchie dei tifosi empolesi (li a due passi da Firenze) ai Violacei sconfitti in casa.
Entrambe sconfitte, con lo stesso risultato….che tipo di maledizioni ???? Qualcuno si è cimentato con riti voodoo???
Anch’io al rifiuto fiorentino/padovano ho augurato qualche porcheria ma cose piccole, punizioni insignificanti: auguravo al Presidente della Fiorentina Della Valle gli puzzassero i piedi per una settimana, ai padovani ho sperato una invasione di galline durante la partita, oppure di non trovare le chiavi dello stadio il sabato stesso e di dover trasferire la partita sul campo della Solesinese dopo il rifiuto a far usare il loro campo del US Crocefisso del GS San Lazzaro e dell’Ardisci e Spera.
Chi invece ha pianificato questa vendetta ha veramente una mira fenomenale e conosce il rito giusto. Ah ah ah. Ovvio che si scherza su..... siamo seri eh !!!
Il mondo dello sport è infatti pieno di cosiddette “maledizioni”.
Una squadra di baseball americana, i Boston Red Sox , non hanno vinto un campionato per oltre ottant’anni dopo il 1919 per la maledizione dell’abbandono di un loro giocatore; i Nets, il New Jersey del basket, si fecero venticinque anni di buio totale dopo la uscita dalla loro casa di Doctor J Erving (e relativa “maledizione”).
Vogliamo parlare di rugby?? Allora parliamo dei mitici All Blacks e la loro maledizione chiamata FFR, eh si i francesi.
Il 14 luglio è festa nazionale in Francia, la presa della Bastiglia, mica favolette; agli All Blacks è parso comunque opportuno sfidare i francesi sul loro campo di Wellington proprio in quel giorno, era il 1979 e le hanno prese di brutto e da quel giorno…..la maledizione della Bastiglia incombe sui mitici tuttineri neozelandesi: con la Francia si rimediano solo brutte figure.
Anche quella di oggi passerà alla storia, maledizione sportiva trasversale calcio-rugby che non potrà restare ignorata.
Bhe, godiamoci il ricordo della bellissima giornata di Udine di oggi che, diciamolo francamente e con la massima sportività, con questa ciliegina in salsa anti-calciofila, è anche un pochino più gustosa.
Si, è tutto uno scherzo. Ma simpatico eh!!
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domenica 15 novembre 2009
IL RUGBY E LA CARICA DI SAN SIRO: LA STORIA E' APPENA COMINCIATA
E' andato tutto bene, anzi benissimo.
Una Italianrugby stupenda davanti ai mitici All Blacks, una Nazionale tricolore che mostra sprazzi intensi e prolungati di superiorità, pacchetto di mischia sopra tutti, e nessun timore riverenziale di fronte ai colossi del rugby mondiale. Nessun timore riverenziale ma anche tanto rispetto, perchè la Nazionale Italiana ha combattuto pur rispettando l'avversario ma senza incappare nel timore; una delle prove vinte ieri, cosa che pochi al momento hanno sottolineato, è la prova di maturità psicologica che Castrogiovanni & Co hanno dimostrato in questo appuntamento.
Tutto bene si ma, sentiti anche i molti commenti, una cosa ieri è stata evidente: da qui in poi per il rugby italiano nulla sarà più come prima.
Adesso si è cambiato veramente tutto
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Tutto bene anche per gli ottantamila presenti a San Siro, si è visto un generale atteggiamento rugbistico da un pubblico che forse per la buona metà è più abituato a capricci e movenze da divi dei campioncini del calcio piuttosto che alla "battaglia per l'onore" che hanno messo in campo i nostri azzurri del rugby.
Tutto bene, magnifica la haka nel rispettoso silenzio di San Siro (è fantastico vedere quanto lo spirito del rugby sia riuscito a contagiare veramente tutti ieri) ed anche il match.
Vergognosa la "non decisione" finale dell'arbitro australiano che ci ha negato una meta tecnica sacrosanta.
Il rugby è cambiato, ottantamila persone a vedere una partita della Nazionale, professionsiti in campo che se la giocano così, migrazioni popolari davanti agli schermi (più di 2,1 milioni di persone a vedere la partita di fronte agli schermi di La7 e Sky), sponsor che investono e ci credono, personaggi famosi che fanno la fila per gustare la passerella di San Siro nel giorno del rugby.
Si è' un giorno storico per il rugby italiano, uno sport minore che si costruisce una vetrina maggiore, uno sport antico che si impone allo sguardo nuovo di tanti, che impone uno stile, che richiama la gente ad esserci si, ma in un certo modo.
Ieri l'Europa ci guardava ma questo lo sanno tutti, i più consapevoli di questo erano i giocatori in campo.
Non c'erano solo gli ottantamila allo stadio o i tantissimi di fronte alla tv (recod di ascolti), c'era l'Europa sportiva che ci guardava. Alcuni tenevano al nostro passo falso, alla solita italianata di cui sorridere e denigrare. Tutto bene invece. Tiè. A questo proposito un saluto a tutti, ma proprio tutti, i componenti del Board della Celtic League.
Questo "tutto bene" però non è solo una felice constatazione ma anche un importante impegno che il nostro movimento sportivo si è preso nei confronti di tutti, anche di chi ancora non lo frequenta.
Una cosa importante che potrà anche "spaccare" il nostro mondo del rugby, rimane però un passo avanti. Lasciatemi dire che questo è l'unico tentativo, da molti anni a questa parte, in Italia di emergere dalla nostrana calciofilia, in Europa di dare una risposta seria e forte a tutto il movimento continentale sul "come" essere movimento di rugby fuori dai consueti paesi.
Professionsiti o dilettanti? Tutti e due please, noi ci candidiamo a farlo, abbiamo detto di averne risorse e forze; vogliamo esserci nel gotha senza rinunciare a noi stessi, perchè da San Siro non si torna indietro.
Ora si va a Udine, contro i Campioni del Mondo del Sudafrica.
La Storia è appena cominciata.
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Una Italianrugby stupenda davanti ai mitici All Blacks, una Nazionale tricolore che mostra sprazzi intensi e prolungati di superiorità, pacchetto di mischia sopra tutti, e nessun timore riverenziale di fronte ai colossi del rugby mondiale. Nessun timore riverenziale ma anche tanto rispetto, perchè la Nazionale Italiana ha combattuto pur rispettando l'avversario ma senza incappare nel timore; una delle prove vinte ieri, cosa che pochi al momento hanno sottolineato, è la prova di maturità psicologica che Castrogiovanni & Co hanno dimostrato in questo appuntamento.
Tutto bene si ma, sentiti anche i molti commenti, una cosa ieri è stata evidente: da qui in poi per il rugby italiano nulla sarà più come prima.
Adesso si è cambiato veramente tutto
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Tutto bene anche per gli ottantamila presenti a San Siro, si è visto un generale atteggiamento rugbistico da un pubblico che forse per la buona metà è più abituato a capricci e movenze da divi dei campioncini del calcio piuttosto che alla "battaglia per l'onore" che hanno messo in campo i nostri azzurri del rugby.
Tutto bene, magnifica la haka nel rispettoso silenzio di San Siro (è fantastico vedere quanto lo spirito del rugby sia riuscito a contagiare veramente tutti ieri) ed anche il match.
Vergognosa la "non decisione" finale dell'arbitro australiano che ci ha negato una meta tecnica sacrosanta.
Il rugby è cambiato, ottantamila persone a vedere una partita della Nazionale, professionsiti in campo che se la giocano così, migrazioni popolari davanti agli schermi (più di 2,1 milioni di persone a vedere la partita di fronte agli schermi di La7 e Sky), sponsor che investono e ci credono, personaggi famosi che fanno la fila per gustare la passerella di San Siro nel giorno del rugby.
Si è' un giorno storico per il rugby italiano, uno sport minore che si costruisce una vetrina maggiore, uno sport antico che si impone allo sguardo nuovo di tanti, che impone uno stile, che richiama la gente ad esserci si, ma in un certo modo.
Ieri l'Europa ci guardava ma questo lo sanno tutti, i più consapevoli di questo erano i giocatori in campo.
Non c'erano solo gli ottantamila allo stadio o i tantissimi di fronte alla tv (recod di ascolti), c'era l'Europa sportiva che ci guardava. Alcuni tenevano al nostro passo falso, alla solita italianata di cui sorridere e denigrare. Tutto bene invece. Tiè. A questo proposito un saluto a tutti, ma proprio tutti, i componenti del Board della Celtic League.
Questo "tutto bene" però non è solo una felice constatazione ma anche un importante impegno che il nostro movimento sportivo si è preso nei confronti di tutti, anche di chi ancora non lo frequenta.
Una cosa importante che potrà anche "spaccare" il nostro mondo del rugby, rimane però un passo avanti. Lasciatemi dire che questo è l'unico tentativo, da molti anni a questa parte, in Italia di emergere dalla nostrana calciofilia, in Europa di dare una risposta seria e forte a tutto il movimento continentale sul "come" essere movimento di rugby fuori dai consueti paesi.
Professionsiti o dilettanti? Tutti e due please, noi ci candidiamo a farlo, abbiamo detto di averne risorse e forze; vogliamo esserci nel gotha senza rinunciare a noi stessi, perchè da San Siro non si torna indietro.
Ora si va a Udine, contro i Campioni del Mondo del Sudafrica.
La Storia è appena cominciata.
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martedì 10 novembre 2009
RUGBY E TEST MATCH : ITALIA CONTRO ALL BLACKS, SUDAFRICA, SAMOA. FORZA RAGAZZI
Non mi piace rovinare la festa a nessuno, perché di festa sono e dovranno essere le prossime settimane in cui la Nazionale Maggiore di Rugby sarà impegnata nel trittico di Test Match autunnali con i mitici All Blacks (Milano 14/11) i Campioni del Mondo del Sudafrica (Udine 21/11) e i temibilissimi rugbisti di Samoa (Ascoli Piceno 28/11).
Non sono un rovina-feste dicevo ma Mallett (nella foto) non mi va proprio giù; più di tutto detesto il suo schema di gioco che ha al centro solo se stesso e la sua avversione per il rugby italico ed europeo.
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Tutte le mosse fatte vedere da Mallett in queste settimane di attesa dei prossimi incontri, pare abbiano un solo significato: la sua personale giustificazione in caso di flop. Perché di avere successo, tutti hanno già messo le mani avanti e Mallett più di tutti, non se ne parla nemmeno. Se è vero che il successo, ovvero la vittoria, non è proponibile il giorno 14 ed il 21 (anche se la palla è ovale e nelle imprese bisogna prima crederci per realizzarle….) diciamo però che qui non si parla più nemmeno di fare una figura decente: paravento eccellente.
Mallett mi ricorda quello che gioca a briscola e si priva di ogni possibilità di avere assi e briscole, così se realizza un solo punto è veramente un eroe.
Va bhe teniamoci l’antipatico Mallett e sosteniamo i nostri ragazzi in campo ai quali toccano i tre turni di fuoco.
Con oggi la rosa destinata ad entrare in campo contro i neozelandesi il prossimo sabato si è ristretta a 25 elementi e cioè: Matias AGUERO (Saracens), Mauro BERGAMASCO (Stade Francais), Mirco BERGAMASCO (Stade Francais),Kristopher BURTON (Consiag I Cavalieri Prato), Gonzalo CANALE (Clermont Auvergne), Martin CASTROGIOVANNI (Leicester Tigers), Carlo Antonio DEL FAVA (MPS Viadana),Simone FAVARO (Rugby Parma), Gonzalo GARCIA (Benetton Treviso), Quintin GELDENHUYS (MPS Viadana), Leonardo GHIRALDINI (Benetton Treviso), Craig GOWER (Bayonne), Luke MCLEAN (Benetton Treviso), Fabio ONGARO (Saracens), Sergio PARISSE (Stade Francais), Antonio PAVANELLO (Benetton Treviso), Salvatore PERUGINI (Bayonne), Simon PICONE (Benetton Treviso) , Matteo PRATICHETTI (MPS Viadana), Kaine ROBERTSON (MPS Viadana), Ignacio ROUYET (Benetton Treviso), Alberto SGARBI (Benetton Treviso), Josh SOLE (MPS Viadana), Tito TEBALDI (Pluvalore Gran Parma), Alessandro ZANNI (Benetton Treviso).
I conti sono presto fatti, 25 giocatori di cui ben 13 oriundi (se non hanno passaporto straniero Mallett non li vuole !!), 16 dei 25 giocano in Italia di cui 1 a Prato, 8 a Treviso, 5 a Viadana, 2 a Parma. Come si può ben vedere è una Nazionale che viaggia ad orizzonte Celtic League; infatti se oggi le due selezioni, Treviso e Viadana/Parma, giocassero già nel campionato nord-europeo avremmo una Nazionale maggiore italiana con solo 1 giocatore su 25 che gioca nel nostro campionato ovvero “l’italiano” Kristopher BURTON.
Questo accadrà con tutta probabilità dal prossimo anno. Questa dovrebbe quindi essere la futura prospettiva di crescita del nostro movimento? In pratica ci stiamo preparando ad esportare il meglio che abbiamo. Mah, sarà.
Mallett ha realizzato una Nazionale sperimentale? Tutt’altro: 7 dei 25 hanno più di 40 presenze in Nazionale maggiore, altri 10 fra le 20 e le 40 presenze e i restanti 8 meno di 10 ma assolutamente nessun esordiente.
Chiuso con i numeri facciamoci ora un augurio che tutto il trittico sia eccellente; è un grande momento per il rugby, il pienone con ottantamila persone a San Siro e la ottima (anche se da spingere ancora) prevendita di Udine hanno bisogno di una grande prova dal campo.
Forza ragazzi in azzurro, noi tutti siamo con voi
Non sono un rovina-feste dicevo ma Mallett (nella foto) non mi va proprio giù; più di tutto detesto il suo schema di gioco che ha al centro solo se stesso e la sua avversione per il rugby italico ed europeo.
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Tutte le mosse fatte vedere da Mallett in queste settimane di attesa dei prossimi incontri, pare abbiano un solo significato: la sua personale giustificazione in caso di flop. Perché di avere successo, tutti hanno già messo le mani avanti e Mallett più di tutti, non se ne parla nemmeno. Se è vero che il successo, ovvero la vittoria, non è proponibile il giorno 14 ed il 21 (anche se la palla è ovale e nelle imprese bisogna prima crederci per realizzarle….) diciamo però che qui non si parla più nemmeno di fare una figura decente: paravento eccellente.
Mallett mi ricorda quello che gioca a briscola e si priva di ogni possibilità di avere assi e briscole, così se realizza un solo punto è veramente un eroe.
Va bhe teniamoci l’antipatico Mallett e sosteniamo i nostri ragazzi in campo ai quali toccano i tre turni di fuoco.
Con oggi la rosa destinata ad entrare in campo contro i neozelandesi il prossimo sabato si è ristretta a 25 elementi e cioè: Matias AGUERO (Saracens), Mauro BERGAMASCO (Stade Francais), Mirco BERGAMASCO (Stade Francais),Kristopher BURTON (Consiag I Cavalieri Prato), Gonzalo CANALE (Clermont Auvergne), Martin CASTROGIOVANNI (Leicester Tigers), Carlo Antonio DEL FAVA (MPS Viadana),Simone FAVARO (Rugby Parma), Gonzalo GARCIA (Benetton Treviso), Quintin GELDENHUYS (MPS Viadana), Leonardo GHIRALDINI (Benetton Treviso), Craig GOWER (Bayonne), Luke MCLEAN (Benetton Treviso), Fabio ONGARO (Saracens), Sergio PARISSE (Stade Francais), Antonio PAVANELLO (Benetton Treviso), Salvatore PERUGINI (Bayonne), Simon PICONE (Benetton Treviso) , Matteo PRATICHETTI (MPS Viadana), Kaine ROBERTSON (MPS Viadana), Ignacio ROUYET (Benetton Treviso), Alberto SGARBI (Benetton Treviso), Josh SOLE (MPS Viadana), Tito TEBALDI (Pluvalore Gran Parma), Alessandro ZANNI (Benetton Treviso).
I conti sono presto fatti, 25 giocatori di cui ben 13 oriundi (se non hanno passaporto straniero Mallett non li vuole !!), 16 dei 25 giocano in Italia di cui 1 a Prato, 8 a Treviso, 5 a Viadana, 2 a Parma. Come si può ben vedere è una Nazionale che viaggia ad orizzonte Celtic League; infatti se oggi le due selezioni, Treviso e Viadana/Parma, giocassero già nel campionato nord-europeo avremmo una Nazionale maggiore italiana con solo 1 giocatore su 25 che gioca nel nostro campionato ovvero “l’italiano” Kristopher BURTON.
Questo accadrà con tutta probabilità dal prossimo anno. Questa dovrebbe quindi essere la futura prospettiva di crescita del nostro movimento? In pratica ci stiamo preparando ad esportare il meglio che abbiamo. Mah, sarà.
Mallett ha realizzato una Nazionale sperimentale? Tutt’altro: 7 dei 25 hanno più di 40 presenze in Nazionale maggiore, altri 10 fra le 20 e le 40 presenze e i restanti 8 meno di 10 ma assolutamente nessun esordiente.
Chiuso con i numeri facciamoci ora un augurio che tutto il trittico sia eccellente; è un grande momento per il rugby, il pienone con ottantamila persone a San Siro e la ottima (anche se da spingere ancora) prevendita di Udine hanno bisogno di una grande prova dal campo.
Forza ragazzi in azzurro, noi tutti siamo con voi
venerdì 6 novembre 2009
CAPPELLO DI PRETE IGT 2005 AZ. CANDIDO, MANCA SOLO L'ETICHETTA
Serata di formaggi, amici che ti chiamano ad una serata del gusto, del buon gusto, a base di specialità dell'Italia Meridionale. Momento topic da ricordare con un buon vino.
Nessun dubbio : Negramaro.
Scavo nella capacità operativa della cantina e mi affido alla pugliesità, uno dei negramaro più noti : Cappello di prete IGT 2005 Az. Candido.
Aria pugliese fra Brindisi e Lecce vitigni esposti al sole del sud, da lì viene il Negramaro della serata, scelta azzeccata: brillano i colori del Salento, fuori la pioggia è battente ma a tavola sembra impossibile che ciò accada.
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Candido fa vino da ottant'anni ed è una delle aziende pugliesi più note così come è fra i suoi vini più noti questo Cappello di prete; prendo in mano la bottiglia e mi accoglie però una delusione, etichetta poco chiara, nessuna vera informazione per il consumatore, solo declamatoria delle eccellenti capacità del vino, per quello mi arrangerei da solo mentre mi piacerebbe sapere qualcosa di più su altri elementi oltre al solito volume alcolico qui a 13,5.
L'etichetta non è nemmeno chiara sulla composizone del vino, sarà tutto negramaro o un giro di taglio lo ha fatto il Candido? La risposta unanime dopo assaggio è "vi ricordate la malvasia nera??.........."
Colore rosso del melograno, corposetto anche se non eccessivamente. Al naso una vera delizia, profumi di legno bruciato, liquirizia e spezie nere evidentissimi, una piacevolezza che non lascia scampo, elegante e aggraziato, nessuna esagerazione, un equilibrio olfattivo notevole.
Ovvio che l'assaggio sia agognato, tannino evidente, frutta rossa in quantità, bevuta solida ma non troppo, buona la chiusura di una beva che non si dimostra persistente. Vino fortemente sbilanciato verso la profumazione, solo per questo non equilibrato, non totalmente tondo ma comunque una esperienza decisamente molto positiva.
Però l'etichetta, eh eh eh ........
mercoledì 4 novembre 2009
I CORTACCI DI LAMOLE - 2005 IGT AZ. AGRICOLA LE MASSE......SEGNATEVELO.
Arrivare lassù è dura perché arrivare a Lamole in genere non è proprio facile. Bisogna arrampicare, curvare su stradine strette e avere pazienza, quando si arriva a Le Masse su da Lamole, quando si arriva proprio in fondo e la stradina finisce in un borgo che solo la Toscana sa regalare, quando si arriva lassù e sotto si vede il Chianti è veramente bello.
Giri l’angolo chiedi una indicazione , mica perché ti serva visto che la piazzetta è veramente piccolina lo fai solo per tua incomprensibile soddisfazione, la ragazza alla quale hai chiesto ti risponde in….inglese, è allora che capisci che sei nel cuore della Toscana. Due passi avanti dopo la anglofona e dietro un portico la cantina della Azienda Agricola Le Masse – Alta Valle del Greve.
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Sana accoglienza chiantigiana, sanno che per arrivare lassù ci vuole volontà e ricambiano gradevolmente, due chiacchiere di presentazione e via alla degustazione.
Mi porto a casa diverse bottiglie, mi dicono “codesto tu l’apri fra du anni se tu voi anche tre, datti pazienza”. Tempo scaduto si stappa : I Cortacci di Lamole IGT 2005 Az Agr. Le Masse.
Colore rosso antico, unghia poco pronunciata, profumazione leggermente acre, intensa ed amabilmente tonda, si nota il tocco di malvasia (composizione tipica dei Cortacci : sangiovense, malvasia, canaiolo) ed una nota di spezie piccanti sul finale. Bevuta leggera, non insistente dimostra poi una grazionsa persistenza, tondo con sapori di mora e di erba, bassa la traccia alcolica e nonostante i suoi 13° scende liscio, non è vino da muscoli, non è tutto tannino, sufficientemente garbato, sapido; lo guardo ancora, il suo colore è bellissimo.
La famiglia de Le Masse produce vino dalla fine dell’ottocento e sono oramai quattro le generazioni che si sono passati il testimone, è produzione di Chianti Classico, ma veramente classico, che ricavano dai loro quattordici ettari di vitigini in uno dei posti più belli e remoti del Comune di Greve in Chianti.
Vale veramente la pena, il prossimo giro fra Firenze e Siena prendete la Statale Chiantigiana, la famosa dueduedue, indicazioni prima per Greve poi Lamole, si gira dentro il colle verso Le Masse, ci sono diversi tornanti e poi…………
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Giri l’angolo chiedi una indicazione , mica perché ti serva visto che la piazzetta è veramente piccolina lo fai solo per tua incomprensibile soddisfazione, la ragazza alla quale hai chiesto ti risponde in….inglese, è allora che capisci che sei nel cuore della Toscana. Due passi avanti dopo la anglofona e dietro un portico la cantina della Azienda Agricola Le Masse – Alta Valle del Greve.
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Sana accoglienza chiantigiana, sanno che per arrivare lassù ci vuole volontà e ricambiano gradevolmente, due chiacchiere di presentazione e via alla degustazione.
Mi porto a casa diverse bottiglie, mi dicono “codesto tu l’apri fra du anni se tu voi anche tre, datti pazienza”. Tempo scaduto si stappa : I Cortacci di Lamole IGT 2005 Az Agr. Le Masse.
Colore rosso antico, unghia poco pronunciata, profumazione leggermente acre, intensa ed amabilmente tonda, si nota il tocco di malvasia (composizione tipica dei Cortacci : sangiovense, malvasia, canaiolo) ed una nota di spezie piccanti sul finale. Bevuta leggera, non insistente dimostra poi una grazionsa persistenza, tondo con sapori di mora e di erba, bassa la traccia alcolica e nonostante i suoi 13° scende liscio, non è vino da muscoli, non è tutto tannino, sufficientemente garbato, sapido; lo guardo ancora, il suo colore è bellissimo.
La famiglia de Le Masse produce vino dalla fine dell’ottocento e sono oramai quattro le generazioni che si sono passati il testimone, è produzione di Chianti Classico, ma veramente classico, che ricavano dai loro quattordici ettari di vitigini in uno dei posti più belli e remoti del Comune di Greve in Chianti.
Vale veramente la pena, il prossimo giro fra Firenze e Siena prendete la Statale Chiantigiana, la famosa dueduedue, indicazioni prima per Greve poi Lamole, si gira dentro il colle verso Le Masse, ci sono diversi tornanti e poi…………
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