Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

martedì 26 gennaio 2010

VINO & INTERNET : IL FUTURO E' IL WEB MARKETING.

Una notizia che non è una notizia veleggia fiera sulle pagine di molti blog ed organi informazione che rilanciano l’ultima ottima fatica analitica su Vino&Internet di Winenews.
La notizia sarebbe che: il mondo del vino non si innamora della rete, ci investe poco (e male aggiungo io), ci crede anche meno.
Qualche numero. “I dati Nielsen sugli investimenti pubblicitari: ad ottobre 2009… Internet è stato l’unico mezzo di comunicazione a registrare un aumento, pari al +4,7% sul 2008…contro un dato generale che parla di un calo del 15,6%… la tv generalista che scende del 12,6%, la radio del 13,2%, e la carta stampata che crolla addirittura del 23,2%”.
Mentre il mondo, quello terracqueo, rincorre la rete e le sue potenzialità di contatto , mentre in Italia il 55% della popolazione ha abitualmente le mani in pasta con internet e nel mondo 1,7 miliardi persone ogni giorno, il mondo vitivinicolo italiano affronta lo sviluppo di uno delle maggiori griffe nazionali, il vino appunto, con scetticismo mediatico (a voler essere buoni).
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E’ la Sicilia la regione italiana con maggior numero di cantine nel web, siti di grande qualità che si piazzano fra i migliori del suolo patrio, l’avreste mai detto? Fra tutti fatevi un giro su Planeta e Donna Fugata. Il primato del miglior sito resta però saldamente in mano alla veneziana Santa Margherita, i miei più sentiti complimenti all’amico Alberto Ugolini che di Santa Margherita è il Brand Ambassador (un title che è marketing nel marketing).
Resta comunque il fatto che solo il 5% delle cantine italiane utilizza la vendita on line e che per la stragrande maggioranza il proprio sito è anche meno di una vetrina. Non ci siamo, proprio no.
Tutta colpa delle cantine ? Un po’ si e un po’ no. Sicuramente nelle aziende agricole non si annidano i maggiori innovatori della imprenditoria italiana ma la cecità è figlia anche di scarsa comunicazione inter-settore e di troppi marketing-man improvvisati che si presentano in cantina con poche idee e troppi paroloni ammeri-cani.
Punto primo. Consorzi e Strade del Vino hanno spesso i peggiori siti internet si siano visti, spesso chiusi alla comunicazione, uni-direzionali, statici. Realtà che su internet mostrano il contrario di quello che vuole internet: siti conservativi, la mail nascosta, nessuna sensazione di “chi ci sta dietro”, intere pagine di disciplinari ufficiali e pochi/nessun commento sulla realtà consortile, la comunicazione riservata spesso solo alla stampa accreditata, spesso non si va oltre le sagre di paese, poche relazioni pubbliche, dati e finanziamenti per la rete meno che meno. Cosa/come dovrebbero fare di più i loro associati??
Punto secondo. Bussa spesso la porte delle cantine un genere di uomini marketing assolutamente incomprensibili, di cui viene spontaneo, raramente a torto, diffidare. Autoreferenziali e legati al marketing come fatto generico, lontani dal problema del vino, bevitori di Coca Cola che mai hanno messo piede in cantina, essi credono la vinificazione sia una nuova forma di religione ascetica orientale. Ne ho visti girare di questi, ne ho ascoltati diversi. Le Cantine si dovrebbero affidare a loro? Ma per piacere.
Ci sono molte cose da fare ma, tanto per partire, ecco due mali da estirpare per far crescere il binomio Vino&Internet.
Possono gli Enti consorzi o Strade, essere promotori di “innovazione”? Aiutare e promuovere il marketing in azienda ma anche certificare il marketing nelle aziende? Costituire o favorire la costituzione di pool di piccole aziende che volessero, anche in poche, consorziarsi e gestire azioni comuni di marketing e web-marketing?
Possono gli uomini di marketing del vino, ce ne sono parecchi in giro di veri professionisti che hanno nel vino prima una passione e poi un lavoro, farsi meglio riconoscere, magari costituendosi in “associazione di categoria” o in consorzi di collaborazione e promozione? Un po’ di umiltà anche da parte loro non farebbe male. Partire dal basso con il piede giusto può portare molto lontano.
La base di tutto sembra essere quella del “mettersi insieme”, il contrario del vizio italico del particolarismo.
Fatto sta che il vino ed il web non si vogliono ancora bene, non è una notizia ma il finale è già scritto: fra i due il primo dovrà prima o poi cedere alle lusinghe del secondo, non c’è storia, solo questione di tempo. Più tardi è peggio è.


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domenica 17 gennaio 2010

AMARONE 2006....TU CHIAMALA SE VUOI "ANTEPRIMA"


Ho cercato in tre vocabolari e non ne ho trovato altro significato, di cosa? Un cruccio che mi insegue da giorni, il significato, ma quello vero eh, della parola “anteprima”.
Si sarebbe infatti dovuta svolgere a Verona nei giorni Sabato 30 e Domenica 31 Gennaio 2010 l'attesa manifestazione AMARONE 2006 IN ANTEPRIMA invece oggi io la suddetta ANTEPRIMA l’avevo in tavola con un bell’Amarone 2006, esattamente della pregiata casa MASI.
Allora io mi chiedo, torbido credente della sacralità del significato delle parole, che “anteprima” si può mai realizzare di una cosa che è già in piena disponibilità di tutti?
L’Amarone del 2006 gira già sugli scaffali da molte settimane, è stato spedito in quantità a mo’ di strenna natalizia, molti ci hanno brindato durante il cenone di capodanno. Cosa significa allora “AMARONE 2006 IN ANTEPRIMA”.
Una banalità ? Mah, una vocina mi dice che invece è una cosa seria.
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Torniamo ai vocabolari. Tutti collocano il significato del termine "anteprima" nel mondo dello spettacolo e la definizione più ricorrente quindi risulta “presentazione di uno spettacolo cinematografico o teatrale a un gruppo di invitati, prima della rappresentazione pubblica”. La cosa sottointende una specie di riunione più o meno esclusiva in cui mostrare un eccezionale prodotto assolutamente prima che chiunque altro ne sia venuto a conoscenza.
Non mi pare che Amarone 2006 anteprima sia in questo status……
Sono troppo ingenuo? Certo che potrei dire anche io un bel “ecchissenefrega” come faranno molti, molti che, nel farlo con un sorriso di autocompiacimento ed un cenno di superiorità, diranno “ma che vuoi stiamo a guardare queste cose”.
Facciano pure tanto la sostanza non cambia.
Potremmo dire che chiamare l’appuntamento di fine gennaio “anteprima” è una operazione di puro marketing organizzata dal Consorzio Valpolicella ? Bene allora resterebbe il fatto che diversi suoi iscritti non la tengono in considerazione: iscritti al Consorzio che poi avranno magari il tavolo, magari anche uno di quelli ambiti, all’interno della stessa manifestazione il cui significato non hanno certo onorato.
Oppure potremmo semplicemente dire che si tratta di un’altra dimostrazione di come il detto “l’unione fa la forza” non sia la pietra miliare su cui si basano alcune unioni consortili.
No, è molto di più.
E’ molto di più perché è l’ennesima dimostrazione di come il mondo dell’Amarone si stia impoverendo di significativi valori; la costituzione delle Famiglie dell’Amarone d’Arte è stata un segnale. Il vino che io ho avuto sulla tavola esce da una di queste cantine. I segnali di una distonia fra produttori e mercato sono molti e questo è uno di quelli.
Affidandosi alla sintesi, l'argomento sarebbe troppo ricco, non possiamo però esimerci da due punti.
Il primo è il rispetto verso il consumatore. Chiamare anteprima una cosa che non lo è risulta solo l’anticamera del lassismo totale sui margini di rispetto che si devono al mercato, ingannare ed auto-ingannarsi su una cosa così è molto brutto perché da li al dispetto finale al consumatore (in altri posti l’hanno chiamata Brunellopoli) il passo non è poi così lungo.
Si ricordino quindi gli iscritti al Consorzio che producono vino e non campagne di marketing e le seconde non devono/possono essere fuori sintonia rispetto alla “vita” del primo.
Il secondo punto riguarda la assoluta necessità che i produttori del rinomato vino veronese, tutti, ritornassero ad avere piena comprensione che stanno tutti vendendo la stessa cosa: Amarone.
Lo stesso nome per tutti, lo stesso nome e la stessa nomea. Ogni volta che uno di loro impoverisce quest’ultima o mina le sue basi di conoscenza non fa bene a se stesso e fa del male a tutti.
Se poi qualcuno crede di essere “più artista” di altri questo è solo un fattore da dimostrare al mercato, questo “artista” punti all’eccellenza davvero, se ci riesce farà del bene a tutti e molto a se stesso.
Comunque sia andate tutti all’Amarone 2006 Anteprima quest’anno, andateci senza il vocabolario, ci sono molti produttori che ci credono davvero, la prendono molto più sul serio di altri, si meritano la vostra presenza sui tavoli. Loro si.

Questo post è pubblicato anche su Terroir Amarone il Social Network a cui partecipano tutti i “Wine Lovers & Producers of Amarone della Valpolicella”. Anche Stefano il Nero.


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mercoledì 13 gennaio 2010

SCAIA BIANCA 2008 IGT TENUTA SANT'ANTONIO (VR): FRAGRANZA SFRONTATA


Il tappo in vetro fa di questa bottiglia una confezione per stilisti ed una chicca per gli intenditori: sobria ed elegante, alta tenuta ed isolamento dall’esterno e nessun problema di potenziali “sapori vari di tappo”. Cominciamo bene.
Dove è questa cosa…..uscita Casello Verona Est , giri intorno al buon San Martino e poi su verso Mezzane di Sotto: Tenuta Sant’Antonio. Mi ci devo fermare (quante tappe mi riprometto, ma tanto prima o poi le faccio tutte).
La bottiglia infatti mi arriva dal Luca che è passato dalla versione “i vini sono tutti uguali” ad averci la sua Enoteca preferita facendoci gustare citazioni autorevoli del tipo “ciapa qua che questo l’è na spremuta”. Spremuta in che senso? Di agrumi…..ma…..come no!.....bhe andiamo con ordine. Assaggiamolo……e vediamo…….
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Scaia Bianca 2008 Tenuta Sant’Antonio, una di quelle cose di cui non vedo l’ora sapere il parere della Maria Grazia perché, lo dico sempre, non di solo Amarone vive il veronese.
Scaia per ricordare forse la scaglia del terreno calcareo di provenienza anche se, andando al sodo, il vero protagonista del bianco in questione è il suo uvaggio: Garganega 50%, Trebbiano Soave 30% e Chardonnay 20%. Azzeccatissimo anche nel procedimento dichiarato ad alto sostegno aromatico.
Assaggio effettuato a diverse temperature, per quanto possa essere significativo, per affinare gusti che, in questo caso, è più che mai un peccato nascondere.
Primo step ad 11°C per gustare i 12,5 ° di alcol della Scaia, colore decisamente giallo scarico, nessuna intersezione, elegantino al colore; profondo e composito al naso, riconoscibilissimo ed intenso il mondo degli agrumi, forte arancia, fortissima, come un secco maestrale arriva al naso il pompelmo. Il naso è densissimo di sensazioni e prorompe, semplice e decisivo, il tipico piccante autorevole profumo dello chardonnay che si confonde agli agrumi con spietata eleganza. Lo chardonnay lo ritroveremo subito anche all’assaggio dando a questo vino un suo personalissimo non esagerato equilibrio. I fiori della garganega in evidenza in chiusura. Inebriante. (Capite la spremuta ora ?).
Bevuta intensa ma non pesante, media lunghezza ma non garbata, sapido con un tocco finale di leggera acidità, penetra senza esagerare. Raggiungendo i 13 °C aumenta il piccante e diventa simpaticamente grosso (non grossolano).
Un vino che fa sentire il suo grado e velocemente regala una raffinata sensazione dello status “gota rossa”, piacevole. Secondo me sprecato in aperitivo, da portare a tavola, da pesce senz’altro.
Un vino sfrontato, non intenso ma capace di farsi ben sentire e poi i profumi………
Congratulazioni alla Famiglia Castagnedi.
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lunedì 11 gennaio 2010

PAX TIBI CUP : IL PETRARCA REALIZZA IL COLPACCIO, ROVIGO KO


Questa coppa virtuale, che vive unicamente su questo blog, comincia a farsi interessante e assolutamente meno scontata di quanto qualcuno pensava all'inizio. La Coppa, la Pax Tibi Cup appunto, che andrebbe assegnata (esistesse nella organizzazione ufficiale) a fine campionato alla Società Veneta, fra le quattro che partecipano al Super10, che realizza il miglior piazzamento in una classifica dove vengono conteggiati i soli risultati dei loro scontri diretti ha regalato sorprese. In questo turno che si è giocato fra l'Epifania, quando il Venezia ha beffato i rodigini, ed il 10 gennaio quando il Petrarca ha realizzato la mission impossible ed ha superato la corrazzata trevigiana, la classifica ha subito una piccola rivoluzione. Di seguito i tabellini aggiornati, i prossimi incontri valevoli per la virtualissima Pax Tibi Cup sono al tre aprile ed al primo di maggio ed i giochi sono tutt'altro che fatti.
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Girone di Andata
12/09 VENEZIA MESTRE R. 1986- vs -FEMI-CZ ROVIGO 32 - 32
19/09 BENETTON TREVISO vs RUGBY PETRARCA 36 - 3
30/09 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986 36 - 3
30/09 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO 17 -12
29/11 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO 18 - 17
29/11 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO 6 - 28

Girone di Ritorno
06/01 FEMI-CZ ROVIGO vs VENEZIA MESTRE R. 1986 12 - 16
10/01 RUGBY PETRARCA vs BENETTON TREVISO 8 - 3
03/04 VENEZIA MESTRE R. 1986 vs RUGBY PETRARCA
03/04 FEMI-CZ ROVIGO vs BENETTON TREVISO
01/05 FEMI-CZ ROVIGO vs RUGBY PETRARCA SRL
01/05 BENETTON TREVISO vs VENEZIA MESTRE R. 1986


CLASSIFICA PAX TIBI CUP al 11/01/2010
BENETTON TREVISO 14 PTI
PETRARCA PADOVA 13 PTI
FEMICZ ROVIGO 6 PTI
CASINO VENEZIA 6 PTI

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sabato 9 gennaio 2010

IL RUGBY E LE PALLE....DI NEVE


Durante l’inverno in Italia
, il più delle volte anche copiosamente, nevica. Non è una novità semmai una esplosione di gioia per i bambini, che si sorprendono a giocare in ogni angolo diventato improvvisamente bianco e soffice, e per i carrozzieri ma questa è altra storia.
Da quest’anno la neve è un elemento di valutazione anche nel mondo del rugby, vi chiederete il perché: è tutta una questione di palle...di neve.
Il turno della Epifania del massimo campionato ovale ha dovuto fare a meno di due responsi sportivi. Causa neve non si è giocato a Viadana il match con i padroni di casa ad ospitare l’Aquila ed a Parma dove il Petrarca Rugby non è nemmeno arrivato causa preventiva richiesta posticipo gara fatta fino dalla mattina dai parmigiani.
Tutti d’accordo ? Signorno! (Per fortuna)
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Un certo Pasqua, Presidente dell’Aquila Rugby,bene ha fatto ad elevare formale protesta alla FIR con una lettera della quale qui di seguito uno stralcio: “…..Al mio arrivo allo stadio “Zaffanella” di Viadana, alle ore 12.00, un nostro tifoso, vista la non volontà di scoprire le linee del campo su cui c’erano al massimo 3 cm di neve fresca, ha imbracciato una pala in quel momento presente sul terreno di gioco e, con un solo passaggio in un paio di minuti, ha pulito la linea dal centrocampo ai 22 metri. E’ stato subito fermato, forse perché tanta solerzia avrebbe consentito lo svolgimento della partita se qualcun altro avesse fatto il proprio dovere nei tempi giusti. La non volontà di affrontare la partita è dimostrata anche dalla mancata presenza sul campo dei copri pali e delle bandierine….”
A Viadana, come a Parma, non nevicava dalla sera prima; nel mantovano i giocatori si trastullavano sul campo baciato dal sole lanciandosi palle di neve invece di effettuare un sano riscaldamento pre-partita.
A Parma invece, più solerti, già nella soleggiata mattinata, forse impauriti dal fatto che la neve si potesse anche sciogliere, hanno richiesto spostamento della gara; ottenuto poche ore dopo il Petrarca ha girato il bus all’altezza di Rovigo ed è tornato a casa, pronto per “brusare a befana”.
L’ovattato mondo rugbistico di massima categoria, impegnato più che mai a coprire ogni possibile movimento o segnale di vita del proprio sport, non avrebbe nemmeno fatto caso alla cosa se il giornalista milanese, il pluricitato Duccio Fumero dal suo Rugby 1823 non avesse dedicato un articolo a testa alla neve di Viadana e Parma.
L’ipotesi che Viadana, la mitica Viadana, ed i cuginetti del Gran Parma, causa la panchina corta, i molti influenzati, i troppi giocatori fuori condizione o in infermeria, abbiano approfittato del
la nevicata per sottrarsi al responso del campo è dubbio che mai deve sfiorare le menti, ma per carità, ma suvvia, vergognosi a pensarlo, ma ci mancherebbe. Proprio Viadana poi dove i valori del rugby…la correttezza….bla bla bla ….insomma poi, come dice Viadana, “tutto è stato fatto a termini di regolamento”.
Mica c’è scritto sul regolamento che bisogna spalare il campo quando nevica o tirare l’acqua dopo aver fatto pipì
. Non c’è scritto neanche che si debba giocare a palle di neve ma vogliamo farne una questione di palle ??
Dimentichiamo gli Aironi viadanesi, per questa volta è meglio, e diamoci una chiosa.
In questo dicembre appena trascorso a Treviso si è giocato un match di Heineken Cup rinviato di solo una ora dopo che decine e decine di persone, pubblico e dirigenti del Benetton inclusi, si sono messi a spalare la neve copiosa scesa fino a poche ore prima, a Rovigo in quei giorni idem e, se scendessimo nelle serie minori potremmo scrivere un libro.
Cattivi esempi ? No, questione di palle.
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venerdì 8 gennaio 2010

BUON COMPLEANNO "STEFANO IL NERO"


Il compleanno di un giovane e maldestro blog è una cosa di una certa importanza, lo è anche e soprattutto per il blogger, quindi ciao blog e ciao blogger . Auguri auguri auguri.
Stefano il Nero compie un anno esattamente adesso, è stato bello e divertente per me e, mi auguro, per i molti che lo hanno letto, commentato ed aiutato a crescere. Auguri auguri auguri.
Un compleanno è spesso il momento per un bilancio e ne ho avuto anche io la tentazione ma poi ho preferito semplicemente farmi gli auguri, per numeri e invettive bloggeriane ci sarà tempo e così per promesse e lanci di nuove roboanti (!!!) iniziative.
Quindi bando alle ciance, auguri auguri auguri a Stefano il Nero ed un salutone a tutti voi.


"Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d'averne che basti; quanto più se ne gitta, tanto par che n'avanzi." (Giacomo Leopardi)

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Qui finisce il post.