mercoledì 17 febbraio 2010
CHIANTI CLASSICO CASTELLO DI UZZANO 2007 DOCG : DURO E PURO.
In principio fu il Chianti. Lo so che l’ho già detto ma la mia storia con il vino comincia con il Chianti ed il primo amore, si sa, non si scorda mai.
Nel lungo ed ormai datato periodo di assaggio chiantigiano questo Castello di Uzzano, anche nella versione “Riserva”, mi è venuto in mano molte volte. Confesso che le prime volte, neofita, mi piaceva l’etichetta, oggi l’etichetta, che non è cambiata, non mi piace più. La grafica è sempre la stessa ma i contenuti, autoreferenziali, sono zero informazioni per il consumatore; adesso noto la cosa, sono cresciuto io o è cambiato qualcosa nel mercato. Forse tutti e due.
Gradito ritorno in tavola comunque per questo Chianti Classico Castello di Uzzano 2007 DOCG.
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Il Castello di Uzzano, zona Greve del Chianti, nei dintorni del quale la Agricola omonima produce le sue uve, oltre 30 ettari di vitato, fu patria di disfide guelfe e ghibelline. Furono i secondi ad arrostirlo sul finire del milleduecento e cinquant’anni dopo i guelfi a rimetterlo su…e avanti così. Il vino in questione vanta le prima citazioni proprie in quel milletrecento, ne va molto fiera la Agricola Uzzano, cosa comune a molti produttori legati ai bellissimi borghi della bellissima Toscana. Fra il vino ed il suo castello oggi non c’è però alcun legame.
Il nostro appartiene alla zona del Chianti Classico, è bene sottolinearlo ora che la disfida si è risolta in carte bollate e divorzio, al collarino il Gallo Nero.
Scende nel bicchiere senza note di particolare densità, colore nero, onora perfettamente la denominazione di questo blog. Scuro che più scuro non si può.
Profumazione statica, non fa notare i suoi 13 gradi di alcol, vinoso con note di minerale, frutta rossa macinata, non eccessivo nella intensità di profumazione ma deciso.
Al palato ha una beva iniziale larga ed ampia poi diventa subito solida ed allappante, tannico, immediata la chiusura muscolosa da chianti con persistenza da Gran Signore del Castello. Alta sapidità, sangiovese puro puro; la cosa che mi stupisce di più è la sua acidità, evidente in chiusura, un tratto distintivo, voluta ed ineludibile: buona.
Un vino che non concede spazio alle smancerie, niente sopra le righe ma nessuna concessione al frivolo ed al leggiadro. Chianti duro e puro. Punto e basta.
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scusa ma il sangiovese non è nero di colore normalmente... anzi è rubino tendente al trasparente... mi sa che non è 100% sangiovese sto chianti
RispondiEliminaBravissimo infatti non lo è, il DOCG gira intorno al 75% sangiovese di disciplinare il resto altre uve del posto......sul "tendente al trasparente" magari hai un po' esagerato.
RispondiEliminaCiao, ma la prossima volta fatti riconoscere.