giovedì 25 febbraio 2010
CHIANTI DOCG 2004 IL POGGIOLO FEDERICO BONFIO : UNA FORZA SEMPLICE
Io lo sapevo che la Beatrice detiene parenti toscani ma, sarà stato lo spaventoso volume di chiacchiere che stavamo sviluppando quel giorno, l’agguato che mi ha teso ha funzionato alla perfezione. Ha messo in tavola, fra i legumi che stavamo prelibatamente gustando, una bottiglia “di quello che piace a te…chianti no?“ e poi fra una sproloquiata ed un sano tocco di calice ho dovuto alzare il capo e dire ”ma questo chianti …docg vero? Ma scusa …l’è proprio bono….chi…”.
Già di chi è ? Me lo ricordo eccome il Luca. Come si dice, non lo vedo da ..”una vita”; ora lavora nel Friuli e poi corre giù continuamente al…. suo poggiolo. L’ho assaggiato così il suo Chianti Colli Senesi DOCG Il Poggiolo 2004 - Federico Bonfio.
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Federico Bonfio è una azienda agricola con una dozzina di ettari vitati in uno dei posti più affascinanti e suggestivi di tutta la Toscana: Monteriggioni.
Il nostro DOCG, uvaggio tipico Sangiovese, Canaiolo, Colorino, viene dichiarato per una produzione di ca 60.000 bottiglie annue; il contenuto dei vetri prima di arrivare all’assaggio intenerisce la propria esistenza attraverso una “vinificazione in acciaio per 12 giorni, passaggio in malolattica e affinamento in botti di rovere di Slavonia di grande dimensione (50 hl.) per 6-9 mesi, passaggio in botti di piccola dimensione (7,5 hl.) per altri 6 mesi”; non stanco della sbronza da botte “dopo l’imbottigliamento matura in bottiglia ulteriori 3-6 mesi”. Tutto da disciplinare ma anche qualcosa di più.
Chianti e Monteriggioni, mi rivedo le colline, dolci allo sguardo e indocili al passo, i cunicoli stretti del suo borgo, la piazza sterminatamente piccola, la vecchina che fa la maglia, è così il castello di Monteriggioni, come il suo vino.
Un rubino intenso e sfacciato con riflessi anticati sui suoi lembi, eccolo il prodotto del Poggiolo, al naso dichiaratamente floreale in principio, densamente legnoso poi; un legno duro e secco, nessuna concessione a vene di morbidezza ma non per questo carico e pesante, tutt’altro.
L’assaggio è sorprendente, beva semplice e ampia, non corposa anche se un po’ grezza, rimane veloce anche sul finale; sapori floreali, non allappante denota una media gradevole persistenza, in linea con la buona acidità del finale che lo rende piacevolmente “presente”. Gustosamente ribes giovane, nessun appassimento, gustoso al palato, in tavola ci resta a lungo, si lascia sorseggiare e si scopre in punta di piedi.
Questo Chianti è “una forza semplice”, fedele alla sua vocazione, insomma quello che ti aspetti arriva puntuale, non si smentisce; un leggero disequilibrio fra il naso e l’assaggio lo rileva la seconda beva, leggermente crudo? L’uvaggio forse è la chiave ma qui si esce dal bicchiere e si entra in casa del fattore: ad ognuno il suo.
Davvero un buon lavoro Luca ed è un vero piacere averti ritrovato, il tuo Poggiolo parla per te
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