Può tornare a casa grazie.
E’ l’unica considerazione che purtroppo si merita il Coach della nostra Nazionale di Rugby, niente di più, inutile girarci intorno, inutile attendere che finisca il Sei Nazioni o che si materializzino altre sue improbabili conferenze stampa in quel suo italiano rabberciato ed incomprensibile (chiunque con i soldi che prende lui si sarebbe sforzato di più).
Può tornare a casa e poi anche “grazie”. Si anche grazie, perché noi italiani siamo mediamente gente educata, a differenza di lui, comprendiamo le sue difficoltà in questa italica avventura, sappiamo che alcune cose buone sono state fatte, non lo buttiamo via il Signor Mallett, lo congediamo con deferenza. Questo dovremmo fare un minuto dopo la chiusura del torneo europeo e mi piace dirvelo adesso, quando il torneo è solo a metà, quando il sipario non è ancora calato, perché i conti non tornano già ora ed ormai non possono tornare più. Vediamo qualche perchè così alla rinfusa.
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Mallett non fa per noi, non serve al nostro movimento, Mallett ha sbagliato tantissimo, Mallett non ha niente a che fare con gli obiettivi del rugby italiano (troppo concentrato sui suoi obiettivi), l’unico motivo per cui Mallett non dovrebbe andare a casa è proprio quello che non ha vinto una partita che sia una tranne la samoana predestinata.
Mallett non ha in testa una Nazionale di rugby italiana; la giostra continua di giocatori, la richiesta di naturalizzazioni improbabili preferite a giocatori nati e formati sul patrio suolo, gli esperimenti con cambi di ruolo sui singoli atleti che si dimostrano tutte le volte disastrosi in campo (ma non le vede in allenamento certe cose?).
Il Mallett non ha in testa un gioco per la nazionale, forse l’avrebbe per un club sudafricano o neozelandese ma non per un paese come il nostro, con strutture fisiche come le nostre, con caratteristiche come quelle del nostro pubblico. Mallett semplicemente non ha stima del rugby italiano e men che meno di quello europeo.
Infatti Mallett non è ambasciatore del rugby italiano, lo ha fatto John Kirwan recentemente, Mallett non è credibile visto che passa le sue conferenze stampa, dopo l’inesorabile sconfitta, a dire quanto siamo piccoli, brutti sporchi e cattivi, inadatti al rugby e via così. Mai visto un Coach di una Nazionale in un posizionamento mediatico così antitetico agli obiettivi della sua Federazione.
Mallett non ha la stima dei suoi giocatori, e lui non l’ha di loro, tanto meno ha quella dei club di provenienza che lo subiscono e per i quali non rappresenta un esempio, non è esempio per nessun allenatore di nessuna categoria. Questo semplicemente perché un “metodo Mallett”, a parte il palestra palestra palestra, o un “gioco alla Mallett” non esiste. Non è idolo dei ragazzini del movimento, non è fenomeno di trascinamento e di crescita del movimento stesso; del resto non è simpatico e non fa nulla per esserlo. Non credo che grazie a lui qualcuno in Italia abbia cominciato a giocare a rugby (a meno che non fosse argentino o sudafricano da mettere nella lista dei naturalizzabili)
Mallett non ha una strategia complessiva e soprattutto non è uomo da mentalità vincente, non ha mai trasmesso a nessuno entusiasmo e mentalità vincente. Cosa se ne fa di uno così un movimento in crescita come il nostro?
Lo abbiamo visto anche recentemente; per il primo incontro del Sei Nazioni con l’Irlanda il Coach ha messo in campo una squadra con l’obiettivo di non prenderne troppe (anti-rugby), poi il Presidente Federale e il Capitano stampellato Parisse gliele hanno suonate di santa ragione e lui solo allora ti fa scendere in campo con l’Inghilterra una squadra con licenza di giocare e tutti ci divertiamo (non tanto ma piuttosto che niente..). Ovvio, perdiamo il match. Perdiamo senza problemi, con il sorriso, perché cosa vuoi pretendere da una squadra che, per le stesse dichiarazioni stampa del suo Coach prima di ogni match e prima dell’intero Torneo, ha licenza di perdere senza problemi tanto con cambierebbe nulla? Unico limite perdere con 15/20 punti di distacco. Follia. Come se il capo di una azienda avesse licenza di perdere sul bilancio ogni anno svariati milioni di lire e non avesse alcun obbligo di tentare l’utile d’esercizio. La cosa, già assurda così, diventa tragicomica se poi questo capo lo ricorda ogni giorno alle sue maestranze. Troppo comodo così.
Potremmo andare avanti per molto, lasciamo stare, lasciamo che Mallett vinca magari una partita, il risultato generale non cambia: con questo signore sudafricano non andiamo da nessuna parte, ci vada lui da qualche parte. Senza rancore, in amicizia, ma vada a casa. Grazie.
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