mercoledì 10 marzo 2010
KILO' CABERNET DOC RISERVA 2006 : SAUVIGNON PREGIATO DI BREGANZE (VI)
Alle Cantine Beato Bartolomeo di Breganze conferiscono le uve in quasi mille soci, a me la bottiglia del loro Kilò Cabernet Doc Riserva 2006 me l’ha conferita il Paolo. Ce la siamo sorseggiata durante una deliziosa cenetta chiacchierando e scorrendo collezioni d’epoca impensabili che Paolo raccoglie e custodisce con vena artistica; segnalerò la cosa alla cara amica Bea, ricambiando così la sua recente segnalazione del Chianti del Bonfio, perchè lei di coloro che producono cotante raccolte è fine scrittrice.
Questa bottiglia del nord-vicentino, il territorio del Consorzio Tutela DOC Breganze è delimitato fra Asiago Thiene e Bassano, fa da giusto contraltare alla recente esperienza berica e concede ai vini vicentini uno spazio che qui mancava.
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Breganze è terra nota per il Vespaiolo ma soprattutto per il suo Torcolato, l’amico che invece il Paolo mi ha fatto trascinare fra gli appunti è un Cabernet Sauvignon 100% e rappresenta una preziosa selezione, meno di 4000 bottiglie annue, fra la quarantina di etichette della Beato Bartolomeo.
Il Kilò è il frutto dichiarato di un ettaro di terreno argilloso in una località in Sarcedo,le sue uve raccolte con il sistema più tradizionale possibile, godono di un appassimento di circa 20 giorni follature e circa 8 giorni di macerazione poi in botti e barrique per 15 mesi prima di arrivare alla bottiglia. Segue altro riposino e poi via, a disposizione dei fini palati.
Una Riserva degna del suo disciplinare per un vino che si presenta con 14 gradi di alcol ed un colore rosso di botte, denso e carico, un arco stretto e compiuto ma lento ed una capacità di declamare l’olfatto assolutamente percettibile e inusitatamente quasi dolce.
Il naso trova questo Kilò apertamente marascato con note pepate e sentori di legno rotondo.
Una beva decisa ed allappante, tonda e modestamente equilibrata, così come di modesta persistenza, regala i primi spunti; la punta di breve acidità sul finale è gradevole e penetrante e rompe la corposità dando un po’ del grado che è rimasto fino al momento nascosto.
L’ingresso al palato marcatamente ciliegioso copre una dolcezza complessiva compiuta con tannino robusto.
Un cabernet sauvignon non ascrivibile fra i “classici” della categoria e, per chi si dedica anche a questo tipo di assaggi, una cosa che si potrebbe arrivare a dire anche originale. Buon lavoro alla Cantina di Breganze.
Appunti finiti, torno a spulciare le preziose collezioni del mio ospite: incredibile
.
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