Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

sabato 6 marzo 2010

PIOVENE PORTO GODI ROSSO VENETO IGT 2008 POLVERIERA E LA STORIA DEL ...GATO MAGNA'.


Il vino si fa anche nel vicentino e non solo là dove osano i consorzi autorevoli ma anche un po’ più in giù, in quei colli berici indomiti e ricchi di storia e tradizioni. Wine-test da magnagati? Son passato da Villaga. E’ un paesino ai piedi dei suddetti colli, ritrovato nelle mappe storiche fin dall’anno mille, centro di Templari e Cavalieri di Malta, il suo nome latino era “Viraga” e le fonti dicono forse derivi da Viridium ovvero verde, come il territorio che ospita il paesino.
L’Azienda Agricola Piovene Porto Godi propone diverse DOC dei Colli Berici e tutte a prova di mouse BtC, ma Stefano Il Nero, usualmente discolo, assaggia un IGT, sapete perché ? Alte motivazioni scientifiche ? Principi di degustazione AIS? Analisi organolettiche suggerite? No.... mi piaceva il nome !!! Rosso IGT Veneto Polveriera 2008. Sentiamolo.
per continuare a leggere questo post clicca su Continua

Un terzo per uno non fa male a nessuno, così il semplice rosso vicentino che si trastulla nel bicchiere è per un terzo cabernet franc, un altro merlot e poi cabernet sauvignon. Le sue uve passano la prova della “Macerazione con le bucce per 8 giorni con follatura...quindi in vasche di acciaio per la fermentazione controllata (25 - 30 C°).... ed un affinamento finale in botte di rovere”. Così dice il contadino.
La gradazione è di quelle che fanno pensare, 14,5 gradi tutti in punta di spada, ve lo assicuro.
Color rosso rubino con profili di uva matura dimostra subito la sua consistenza al naso con fumo intenso e traccia di legno, molto speziato ed un retrogusto evidente e denso di erba secca, fienile puro. Un turbiion di profumi forti e nettamente percepibili, un gir o di valzer di sensazioni olfattive che non lasciano spazio all’alcol.
Assaggio con ingresso grosso e corposo, pesante e più alcolico che non al naso (del resto son più di quattordici…), una beva inizialmente un po’ scomposta ma solo mediamente persistente, al finale si dimostrerò un vino denso e compatto, assolutamente gradevole per chi ama sentire il palato carico e pieno dopo il sorso, un prodotto di ampia caratterailità, decisamente vinoso e buon campione dei vini di cantina che sono rimasti tanto cari ai colli del veneto orientale.
Fin qui il vino ora però vi devo una spiegazione.
Ho citato i “magnagati” e magari molti di voi non sanno che i cittadini di Vicenza sono noti con l'epiteto appunto di “magnagati”, questo è legato ad un fatto accaduto moltissimi secoli fa fra vicentini e veneziani. Si narra che i veneziani cedettero in prestito dei felini per aiutare i vicentini ad affrontare il problema dei topi in città. I gatti però non furono mai restituiti a Venezia, perciò i veneziani chiamarono i vicentini magnagati pensando che i gatti dovevano essere stati di sicuro mangiati dai vicentini, f
atto peraltro mai ufficialmente smentito, a causa della diffusa fame e povertà della città.
Saluti berici.
.

2 commenti:

  1. "Mi piaceva il nome". Cavolo, come motivazione di scelta di una bottiglia da assaggiare questa ancora mi mancava...!
    :P

    L.

    RispondiElimina
  2. Hai visto ???....ne stanno emergendo anche delle altre (davvero!!) e prima o poi le scrivo, per alcune ci vuole un po' di coraggio tipo "me lo ha chiesto il mio capo" oppure "lo beveva mia nonna la mattina" ma piano piano....

    RispondiElimina

Prima di scrivere il post ricordate: "Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare." (Mark Twain)