Felluga è un nome, non è che possiamo far finta di averlo visto adesso, mi stupisco non averne mai parlato fino ad ora, eppure la mia cantinetta ne colleziona diverse bottiglie, mah! Comunque sia è arrivato il suo momento, il momento del notissimo…… brand friulano.
Già proprio “brand” perché Livio Felluga è uno dei pochi che sa esserlo, dall’alto dei suoi 130 ettari di vigneti seminati fra Colli Orientali e Collio, tutto in terra “furlana”, produce, tra l'altro, vino che si sa sempre riconoscere e poi…e poi….e poi ci fermiamo perché per questa volta parliamo solo di una sua idea raffinata targata 1989, l’assaggio è il FELLUGA SOSSO’ 2003 DOC Colli Orientali Rosazzo Rosso Riserva.
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Cito la demo del Felluga “…..prende il nome dal piccolo rivo "Sossò" che scorre ai piedi della collina da cui provengono le uve. Frutto di un'accurata selezione di uve Merlot, Refosco dal Peduncolo Rosso, Pignolo prodotte dai vigneti più vecchi di Rosazzo….” , il Rosazzo appunto una DOC esclusiva e storica della provincia di Udine, da qui è partito il Felluga per questo piccolo capolavoro: il Sossò.
Dopo la delicata operazione di diraspatura, pigiatura e fermentazione le uve del nostro si posano per ben diciotto mesi in botti di rovere, ne escono per calarsi per altri 12 mesi di un lento e complesso affinamento in cantina.
Ho portato in tavola i 14 gradi alcolici risultati dalla vendemmia del 2003 per vedere che effetto che fa, infatti questo Rosazzo ha la prepotenza economica all'acquisto di un Amarone o di un Brunello ma, ve lo dico subito, è cosa magnifica.
Colore scuro, cupo, sintomi di densità tutt’altro che apparente con profumazione di bella e carnosa susina già lontano dal naso, quando questo si cala salgono altri splendidi ed eleganti tannini con spezie e legno, si il legno c’è ma è delicatissimo, come una cornicetta immancabile.
Beva carica e vinosa con contorni accentuati di ciliegia e leggiadra acidità sul finale. Denso e corposo il Sossò ti conquista con i suoi modi eleganti , l’assaggio rivela una fragranza ed una stuzzicosità difficile da riscontrare altrove, dolce e sapido in due momenti diversi che ne fanno meglio comprendere la sua bella apertura e la sua totale armonicità.
Un vino rosso che ne porta addosso tutte le caratteristiche associandole ad una indolenza nobiliare che ne fanno un titolo averne sorseggiato.
Il Livio Felluga Sossò è una esperienza da fare senz’altro, è un omaggio alla terra del Friuli che ci regala il suo rosso da grandi occasioni
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domenica 25 aprile 2010
mercoledì 21 aprile 2010
Stefano Il Nero VINCE IL CONCORSO DELLA CANTINA DI CASTELUOVO DEL GARDA.....WOW CHE SODDISFAZIONE !!!
Questa volta la comunicazione è di quelle che danno una grande soddisfazione: Stefano il Nero (cioè io , mi , me, moi, io di me insomma) ha vinto il concorso delle Cantine di Castelnuovo del Garda ""Vieni, assaggia, commenta e...vinci" che si è tenuto al Vinitaly nei primi giorni di aprile 2010. Si trattava di degustare alcuni loro vini e scrivere un commento, quello premiato gradiva e descriveva la mia degustazione del loro Bardolino DOC Vintage.
Quando me lo hanno comunicato è stata una vera e cara soddisfazione.
Il commento che ho scritto per il Vintage ? ... ah si eccolo:
"' E' il filo di cioccolata il suo modo di essere vanitoso ed il suo stridere acidulo il suo modo di essere amabilmente leggero. Un tocco di versatile caparbietà".
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Visto il successo ottenuto a Vinitaly la Cantina di Castelnuovo ha deciso di proseguire il concorso, di seguito i termini così come riportati sul loro blog:
"Il gioco però non finisce qui: dato il successo riscontrato, ci piacerebbe poter assegnare ancora qualche bottiglia a chi dimostra di apprezzarla davvero...
"Vieni, assaggia, commenta e...vinci" perciò continuerà anche nelle prossime settimane: da maggio a settembre 2010, ogni mese assegneremo una magnum di Nero Assoluto - o due bottiglie di Custoza Passito Remenato - all'autore/autrice, italiano o straniero, del commento più originale, simpatico, divertente...
Per partecipare al gioco, basterà venire a trovarci nel nostro punto vendita, assaggiare uno dei vini proposti in degustazione, e scrivere un breve commento.
Intanto però il primo giro se l'è aggiudicato Stefano Il Nero e quindi un grazie alla Cantina di Castelnuovo ma anche a tutti gli amici che sostengono amabilmente questa mie iniziative da
grafomane/ blogger!! Ciao.
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mercoledì 14 aprile 2010
CRONACHE DAL VINITALY 2O10: IL CONVEGNO SU WINE&WEB FA FLOP. UNA OCCASIONE PERSA.
Ha fatto flop l’annunciato convegno “Vino web e social network: opportunità e responsabilità”; cosa inusuale per una assise di comunicatori che questi facciano flop comunicando.
Il titolo prometteva scintille ed il moderatore Beppe Giuliano, direttore di Euposia, ci aveva provato ad assegnare ruoli stringenti ai relatori ma questi si son premurati di dichiarar fuga da cotanto ruolo fin dall’inizio di ogni loro intervento per rifugiarsi in una serie interminabile di riflessioni intelligenti con la manifesta intenzione di non disturbare il vicino.
Risultato? Una noia mortale fatta di interventi mediamente fuori centro rispetto al titolo del convegno e di relatori a “tema libero”lontani dalle reali intenzioni della scarsa platea presente. Obiettivi del convegno? Come i risultati : non pervenuti.
Unici lampi alcuni concetti audaci espressi da Filippo Ronco, lasciati cadere con cura dagli altri ed una risoluta e pragmatica freddura fuori dal coro di Francesco Zonin della omonima casa vinicola. Andiamo con ordine e raccontiamo questo fanta-convegno
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Inizia la Brand Manager di Vinitaly, promotore del convegno, dicendo che di fatto il web non rientra nelle strategie comunicative di Vinitaly, sembrava la mattina giusta per dirlo (ma una bugia nooo??), chiedendo scusa si alzerà e se ne andrà subito. Ottimo viatico non c'è che dire!!
Enrico Grazzini, guardandosi bene dall’attizzar falò, dipinge lo scenario: un mondo dove “i cittadini consumatori comunicano direttamente…ed i mezzi di comunicazione di massa tradizionali perdono la esclusiva di intermediazione…dove si creano nuovi monopoli….dove per le aziende non è più possibile comunicare senza internet…la rete dei costi bassi…” Nessuna novità buone nuove.
Francesco Zonin snocciola cifre sul settore vitivinicolo e sulla iniziativa, bella davvero, di MyFeudo, “ la miglior forma di comunicazione che abbiamo per noi produttori è l’enoturista appassionato che passa a trovarci..con lui ci confrontiamo…internet è molto importante perché ci fa comunicare con questo mondo…ma non si può degustare via web!!”
Beppe Giuliano emette lamentosità sulla crisi dell’editoria tradizionale e lo Zonin lo sotterra con un lampo “il vino non ha mai contribuito alla editoria classica (cita dati puntuali) perché non ne abbiamo mai avuto le risorse non lamentatevi con noi per la vostra crisi”. Knock out.
Ci prova Filippo Ronco, l’artista di Vinix e Tigulliovino, “non tutto quello che è in rete è buono c’è anche spazzatura…internet ha già le sue regole perché è bidirezionale ….se scrivi una sciocchezza ti viene segnalato e vieni segnalato in due minuti questo non vale per la editoria tradizionale ….le persone che utilizzano la rete non hanno bisogno di intermediazione……per questo avere reputazione e credibilità è tutto se si vuol stare sul web…”.
Giampiero Nadali, un uomo chiamato Aristide Blog, negando l’utilità di uno scontro media tradizionali e new media vira sul marketing “la new economy in Italia non esiste.....bisogna conoscere la sintassi della tecnologia….la disintermediazione è competizione non scavalcamento dei media attuali…internet per il vino non è solo comunicazione ma innovazione”.
Raccoglie la palla Gianluca Amadori che dei giornalisti è il Presidente del loro Ordine veneto, forse coglie il clima discontinuo e si accomoda amabilmente su “ sono contro le regole di limitazioni dell’uso della rete…i blog sono da valorizzare…..c’è differenza fra comunicazione e informazione…..chi decide di fare informazione deve essere iscritto all’Ordine….ogni media si ritaglierà il suo ruolo….la trasparenza nella rete è elemento importante….il giornalista quando scrive deve distinguersi e la sua formazione è la base del suo futuro…”.
A questo punto tutti hanno detto tutto lo scibile con la massima attenzione a non ascoltarsi l’uno con l’altro, nessuno ha interrotto/contestato l’altro, atmosfera ovattata, tutti tranquilli e sono trascorse oltre due ore.
Il tentativo di dibattito imporrebbe il tema se dire “questo vino è scadente..” sia diffamazione o no. Siamo alla frutta, è chiaro. Mi alzo e vado, forse il mondo vitivinicolo deve ancora crescere per “vedere” il web ma il web ringrazi se il mondo vitivinicolo non ha visto questo dibattito.
Ci saranno altre occasioni.
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domenica 11 aprile 2010
CRONACHE DAL "VINITALY 2010" : IL VININO E' UN SUCCESSO CHE FA.... PAURA
E’ stato un successo e tutti contenti ma veramente tutti.
L’atteso appuntamento con il “vinino” al Vinitaly coraggiosamente promosso e sostenuto da Santa Margherita e tenutosi ieri di fronte ad una sala da tutto esaurito ha centrato l’obiettivo
Mentre Angelo Peretti, autore del pluri-citato “Elogio del vinino – Manifesto per la piacevolezza dei vini da bere” introduce la degustazione-dibattito invitando la sala ad una sobrietà troppo spesso inusuale in questi appuntamenti, la platea si comincia a versare la prima delle cinque bottiglie scelte per l’occasione.
Un invito a parlare e gustare, in forma conviviale, con attenzione al tema ma anche con la freschezza e la giovialità tipica di un vino da bere e non per niente il tema fondante della mattinata sarà: recuperare il vino alla tavola, questo lo può fare sicuramente solo un “vinino”.
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Santa Margherita ci dimostra di crederci ed il suo super-uomo del Marketing (nonché rugbista/seconda linea ai tempi che furono cosa non marginale su questo blog) Lorenzo Biscontin snocciola i dati di un sondaggio svolto sull’argomento dalla sua Azienda. Approfondimento molto più che interessante e soprattutto una analisi preparatoria di una potenziale strategia più vasta.
“Abbiamo fatto una indagine anche perché riteniamo che il termine vinino sia un po’ debole…” ed i numeri dimostreranno che molti scuotono il capo alla parola a meno che non ne venga spiegato il vero significato.
La ricerca dimostra però anche che il lancio via web di questa tendenza/strategia/new-style ha avuto successo, il 21% degli intervistati la conosce, percentuale quasi proibitiva anche al brand della più celebre cantina. Internet mostra i muscoli che il vinino non ha il dovere di avere.
L’idea del vinino corre nel dibattito e si dimostra valida perché fa riscoprire le radici profonde del vino, le sue tradizioni, lo fa apprezzare per il suo terroir, perché punta ad allargare la base dei consumatori con uno strumento veramente in grado di farlo ed una metodologia adeguata proponendosi come compagnia giornaliera sulla tavola nella famiglia.
E’ anche una idea ad alto potenziale innovativo; un vinino infatti si inquadra genericamente in un vino che non costa più di 5/6 euro a bottiglia (le eccezioni ci sono e confermano la regola) e quindi potrebbe essere sostenuto da strumenti di marketing ad alto potenziale di penetrazione ma a costo mediamente basso: ecco che il web-marketing ed i new media diventano la soluzione.
La domanda sospesa rimane “si deve davvero chiamare vinino o che alternativa?”, un nome che non piace a troppi diventa il simbolo della paura di farcela, il comprensibile timore di aver trovato una strada, cosa rara di questi tempi. L’esortazione dalla sala è quella a continuare nella analisi e nella ricerca di una strategia, questa pare essere una occasione unica nella storia del wine-world, potremmo avere presto un nuovo prodotto senza dover piantare nuove vigne o studiare nuovi affinamenti.
Bisogna andare avanti, la cosa non può finire qui.
Durante la piacevole ed affollata conversazione abbiamo assaggiato:
BARDOLINO CHIARETTO CLASSICO DOC 2009 MENEGHELLO (Lazise)
Nel bicchiere un colore rosa antico di grande eleganza come la provocazione al naso senz’’alcol e floreale, gentile ed equilibrato con acidità bassa in chiusura. Molto bello.
TAI ROSSO DOC DEI BERICI 2009 AZ. AGR. CAVAZZA
Tonalità appena sopra la rosatura con lampi brillanti, profumo di bacca rossa con beva iniziale puntigliosa e finale in buona acidità. Persistente (come può esserlo un tocai) e leggermente “legnoso”. La sera d’estate.
PINOT GRIGIO ALTO ADIGE IMPRONTA DEL FONDATORE DOC 2009 SANTA MARGHERITA
Colore giallo paglierino con una profumazione di base senza eccessi e di gran garbo, frutta da tavola al naso per una beva corta e di una piacevolezza unica. Equilibrato e decisamente sapido. Ottimo.
CATALANESCA “SORRENTINO” VDT 2008 DI CATALO’
Il suo colorino giallo nasconde una profumazione eccellente, erbacea e floreale, di agrumi e spezie; lo spettacolo al naso si compie con una bevuta corposa e secca, salata ed importante. Bellissima sorpresa del sole del sud.
CONCERTO REGGIANO FRIZZANTE LAMBRUSCO DOC 2008 MEDICI ERMETE
Colore viola , fruttato e gioviale al naso, vivacemente tondo con note di erba nella sua beva corta sbarazzina e piacevole. Tanto per gradire. La tradizione dell’Emilia.
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mercoledì 7 aprile 2010
IL FUTURO DEL RUGBY ? SOSTEGNO SOSTEGNO SOSTEGNO.
Domani si trovano "i capi del rugby", c'è anche il Presidente, si trovano e poi giù a discutere sul futuro del rugby; si trovano le 8 maggiori società italiane, restano a casa Treviso e Viadana, loro hanno sogni celtici da soddisfare, altri "paradisi" dai quali discendere. Discendere si ma non domani. Politica, politica e ancora politica, mentre il movimento giovanile soffre, mentre la spinta propulsiva innegabilmente maturata per il nostro rugby negli ultimi anni produce topolini che la FIR ci racconta come fossero montagne, loro si riuniscono per decidere. Decidere cosa ? E' questo il problema, decidere cosa? A chi si sta pensando? E' una decisione finalizzata ad un nuovo campionato di elite ? Tutto qui?
Ho già scritto qui di quella triste idea delle franchige al posto del campionato maggiore . L'ho scritto e mi ha risposto il celebre Duccio di Rugby 1823 che ringrazio per la franchezza; dopo di lui ha commentato la cosa preevater69, un amico al quale voglio strappare il velo che si è costruito con l'indecifrabile nickname: si chiama Luca. A te la parola Luca
.
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Dice Luca "Nuove regole, mal di testa. Mi dispiace che un giuoco così sano, bello e semplice (spingi, conquista la palla, aprila, passala, copri il tuo compagno, meta...certo non è sempre così facile!)sia oggetto di furenti scorribande politiche per la conquista od il mantenimento del potere. Francamente la nuova formula super10 o le franchige sono, per me, temi alquanto poco interessanti e forse non sono neanche all'altezza di commentarli. Però una cosa ho voglia di dire. Attenzione all'onore ed allo spirito del rugby! Sere fa ho visto un'intervista al cestista Kevin Garnett, probabilmente uno dei migliori giocatori in circolazione nel NBA, che descriveva molto bene il carico di responsabilità che ha sentito quando ha inziato a giocare per una storica squadra come i Boston Celitcs. Alzare gli occhi e vedere trofei, vittorie, grandi campioni, tradizione, gloria, conquiste, ecc. ecc. è stato per lui motivo di grande riflessione. Ovviamente con le dovute proporzioni, me ne rendo conto, io credo che un ragazzino che inizia a giocare nel Monselice, nel Selvazzano, nel Valsugana, nel Mogliano, ed in tante altre squadre minori debba essere orgoglioso e fiero di giocare con quelle maglie, sapendo che generazioni e generazioni di rugbisti prima di lui lo hanno preceduto, contribuendo, nell'anonimato dei decenni passati di questo sport, a portare il movimento ai livelli attuali. Livelli che probabilmente sono diventati "appetibili" ed "appetitosi".."
Dite quel che vi pare, che questo è romanticismo ovale o passione di tempi andati, dite che vi piace ma forse non fa incassi, dite ogni cosa possibile ma il rugby è questo, perchè sono esattemente queste parole che ti danno la forza per spingere...conquistare....aprire...sostegno sostegno sostegno.
Il rugby è questo che piaccia o no ai signori della riunione di domani.
I ragazzi domenica hanno il solito loro Concentramento Under 8/10/12 o il match Under 14 o 16, insomma cari i miei "capi del rugby" se vi riunite senza pensare a loro, state a casa.
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Ho già scritto qui di quella triste idea delle franchige al posto del campionato maggiore . L'ho scritto e mi ha risposto il celebre Duccio di Rugby 1823 che ringrazio per la franchezza; dopo di lui ha commentato la cosa preevater69, un amico al quale voglio strappare il velo che si è costruito con l'indecifrabile nickname: si chiama Luca. A te la parola Luca
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Dice Luca "Nuove regole, mal di testa. Mi dispiace che un giuoco così sano, bello e semplice (spingi, conquista la palla, aprila, passala, copri il tuo compagno, meta...certo non è sempre così facile!)sia oggetto di furenti scorribande politiche per la conquista od il mantenimento del potere. Francamente la nuova formula super10 o le franchige sono, per me, temi alquanto poco interessanti e forse non sono neanche all'altezza di commentarli. Però una cosa ho voglia di dire. Attenzione all'onore ed allo spirito del rugby! Sere fa ho visto un'intervista al cestista Kevin Garnett, probabilmente uno dei migliori giocatori in circolazione nel NBA, che descriveva molto bene il carico di responsabilità che ha sentito quando ha inziato a giocare per una storica squadra come i Boston Celitcs. Alzare gli occhi e vedere trofei, vittorie, grandi campioni, tradizione, gloria, conquiste, ecc. ecc. è stato per lui motivo di grande riflessione. Ovviamente con le dovute proporzioni, me ne rendo conto, io credo che un ragazzino che inizia a giocare nel Monselice, nel Selvazzano, nel Valsugana, nel Mogliano, ed in tante altre squadre minori debba essere orgoglioso e fiero di giocare con quelle maglie, sapendo che generazioni e generazioni di rugbisti prima di lui lo hanno preceduto, contribuendo, nell'anonimato dei decenni passati di questo sport, a portare il movimento ai livelli attuali. Livelli che probabilmente sono diventati "appetibili" ed "appetitosi".."
Dite quel che vi pare, che questo è romanticismo ovale o passione di tempi andati, dite che vi piace ma forse non fa incassi, dite ogni cosa possibile ma il rugby è questo, perchè sono esattemente queste parole che ti danno la forza per spingere...conquistare....aprire...sostegno sostegno sostegno.
Il rugby è questo che piaccia o no ai signori della riunione di domani.
I ragazzi domenica hanno il solito loro Concentramento Under 8/10/12 o il match Under 14 o 16, insomma cari i miei "capi del rugby" se vi riunite senza pensare a loro, state a casa.
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lunedì 5 aprile 2010
PAX TIBI CUP: ROVIGO IN CATTEDRA
Ancora una volta di scena la nostra coppa virtuale che confronta le venete in Super10; la Coppa che andrebbe assegnata (esistesse nella organizzazione ufficiale) a fine campionato alla Società Veneta, fra le quattro che partecipano al Super10, che realizza il miglior piazzamento in una classifica dove vengono conteggiati i soli risultati dei loro scontri diretti. Il turno di aprile riserva la super sopresa Rovigo che spiana i super campioni della marca ed i veneziani che vincono in casa contro i più quotati petrarchini. Vediamo risultati e la nuova classifica della Pax Tibi Cup.
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Girone di Andata
12/09 VENEZIA MESTRE R. 1986- vs -FEMI-CZ ROVIGO 32 - 32
19/09 BENETTON TREVISO vs RUGBY PETRARCA 36 - 3
30/09 RUGBY PETRARCA SRL - vs - VENEZIA MESTRE R. 1986 36 - 3
30/09 BENETTON TREVISO - vs - FEMI-CZ ROVIGO 17 -12
29/11 RUGBY PETRARCA SRL - vs - FEMI-CZ ROVIGO 18 - 17
29/11 VENEZIA MESTRE R. 1986 - vs - BENETTON TREVISO 6 - 28
Girone di Ritorno
06/01 FEMI-CZ ROVIGO vs VENEZIA MESTRE R. 1986 12 - 16
10/01 RUGBY PETRARCA vs BENETTON TREVISO 8 - 3
03/04 VENEZIA MESTRE R. 1986 vs RUGBY PETRARCA 24 - 19
03/04 FEMI-CZ ROVIGO vs BENETTON TREVISO 34 - 28
01/05 FEMI-CZ ROVIGO vs RUGBY PETRARCA SRL
01/05 BENETTON TREVISO vs VENEZIA MESTRE R. 1986
CLASSIFICA PAX TIBI CUP al 03/04/2010
BENETTON TREVISO 16 PTI
PETRARCA PADOVA 14 PTI
FEMICZ ROVIGO 11 PTI
CASINO VENEZIA 10 PTI
DAL POMINO ROSSO 2004 DOC MARCHESE DI FRESCOBALDI.....FINO ALLE FORESTE CASENTINESI
Continua la mia saga alla rincorsa del Pinot Nero. Dopo tanta nordicità scendiamo in Toscana. Fra i 5000 ettari del Marchese di Frescobaldi e fra le nove tenute toscane della nobile casata se ne sa di una che ne racchiude la vitignità internazionale.
Sono stato poco piu di un mese fa in gita ammirata fra le montagne del Parco delle foreste Casentinesi, Falterona e Campigna. Posto incantevole.
Alle pendici del Parco c’è il Castello di Pomino dove trovate Chardonnay, Pinot bianco e grigio, Cabernet Sauvignon ed appunto, fra i 1500 ettari della tenuta lunghi filari di Pinot Nero, del Marchese di Frescobaldi appunto ed anche il Pomino Rosso 2004 DOC del Castello di Pomino Marchese di Frescobaldi.
Ho ancora negli occhi quel Parco
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Dalla Toscana ecco allora un vino che del Pinot Nero ne è parte, non esclusiva però, il Pomino racchiude in se tre gemme: pinot nero, sangiovese ed un tocco di merlot. Tutte dal Castello.
Il pre-trip delle foreste mi ha fatto trovare quindi“esportare”ed oggi assaggiare questo Pomino Rosso.
Il sopracitato Marchese produce vino da 30 generazioni, i tempi passano ed il nobile marchio di Toscana assomiglia sempre di più ad una multinazionale con la sua mirabile sede in centro a Firenze, vicino al Ponte Vecchio; del resto i numeri son numeri e per rispettarli ci vuole anche questo, l’importante sarebbe non imbrogliarli mai.
Il Castello di Pomino è cantina da tempo dei Granduchi di Toscana ed esattamente dal 1716 marchia vini di qualità ma non i soliti blasoni di Toscana; il Pomino in questione si è meritato la sua DOC ed è stato un sottile piacere fuggire dai nomi altisonanti per versarsi appunto un Pomino Rosso. Questo 2004 arriva a noi dopo 18 mesi di barriques in rovere, interessante.
Colore rosso rubino leggermente scarico il nostro si porta in profumazione auto esaltando la sua carica di sangiovese, molta viola e qualche lampone. Alla vista denso ma non troppo si porta poi in beva una apparente non corrispondenza (arriva il pinot…)anche se giusto un attimo dopo si dimostra capace di essere mediamente allappante ed evidentemente in confidenza con tannini muscolosi.
Tocco di acidità ben lontano dalla consuetudine regionale, il grado si fa sentire ma senza stupire (13% di alcol), finale legnoso anzi di più…cuoioso. Un vino chiuso e dotato di una sua timida rudezza, non così elegante come vorrebbe, non di facile comprensione. Certo la mia impuntatura sul 100% Pinot Nero del Nord Italia non mi lascia apprezzare abbastanza questo uvaggio solido e ben studiato.
Assaggio da ritentare con portate adeguate ma niente enoteca per rintracciar la bottiglia, un viaggio al Castello è miglior cosa perché arriva la stagione giusta e quella che può essere una escursione degustativa può diventare molto di più. Fatevi un Pomino e poi mi dite ma programmate anche un giro al Parco delle Foreste Casentinesi, entrateci nel cuore, che meraviglia
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venerdì 2 aprile 2010
APPUNTAMENTI AL VININI...TALY, MAGARI ON LINE
Appuntamento al Vinitaly 2010 e, urca, aspettando il mondo blog certifichi la scadenza veronese con le consuete guide su “come entrare…. come uscire….come perdere la suocera al Vinitaly….come aprire un baracchino di pop corn…..come farsi l’amante al Vinitaly….come fare finta di esserci già stati e…last but not least…come girare dentro il Vinitaly degustando vino…. io vi appunto due cosine piccole ma significative. La “stagione” trascorsa ci ha lasciato infatti due novità sopra tutte: il web&wine (oggi mi piace chiamarlo così) ed il manifesto al vinino, ovvero il suo Elogio, redatto dal bravo Peretti e presentato dal suo Internetgourmet e da molti sostenuto, corrisposto e diffuso incluso Stefano Il Nero
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Il Manifesto del Vinino è la vera novità di questa annata ed il Vinitaly se ne è fatto in qualche modo carico. Ci ha pensato Santa Margherita ad organizzare ed ospitare presso la Sala A-Palaexpo A2 al 1° piano per sabato 10 aprile ore 11 la Degustazione-Dibattito “Bere col sorriso ovvero Elogio della piacevolezza del vino”. Si parla dei “vini da bere, che gli appassionati sul web hanno definito "vinini" per contrapposizione al concetto di “vinone” e sono la più' sincera espressione della nostra cultura e tradizione".
Il vinino è una chiara idea del web, il web che si fa wine, due mondi che si scrutano e si guardano, il Vinitaly non poteva allora fare a meno di aprire una finestra su queste due "w".
Altro irrinunciabile appuntamento è per domenica 11 ore 10.30, il Vinitaly ospita al Centrocongressi Europa Sala Vivaldi il convegno: Vino web e Social Network: opportunità e responsabilità.
Su questo appuntamento ci sono pochissime informazioni anche nelle cronache ufficiali della manifestazione veronese ad ulteriore dimostrazione della superficialità con la quale la "comunicazione tradizionale" vede e considera il mondo new media; del resto che ci dobbiamo fare ? Già...che ci dobbiamo fare ? Sapete che si dovrebbe/potrebbe fare ? Mettere on line entrambi questi eventi....questa sarebbe la cosa giusta da fare. Ehi blogger che ne dite?
Comunque sia questi sono i prossimi appuntamenti veronesi di Stefano Il Nero, benvenuti al "Vininitaly" amici del Web World Wine !!
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