lunedì 5 aprile 2010
DAL POMINO ROSSO 2004 DOC MARCHESE DI FRESCOBALDI.....FINO ALLE FORESTE CASENTINESI
Continua la mia saga alla rincorsa del Pinot Nero. Dopo tanta nordicità scendiamo in Toscana. Fra i 5000 ettari del Marchese di Frescobaldi e fra le nove tenute toscane della nobile casata se ne sa di una che ne racchiude la vitignità internazionale.
Sono stato poco piu di un mese fa in gita ammirata fra le montagne del Parco delle foreste Casentinesi, Falterona e Campigna. Posto incantevole.
Alle pendici del Parco c’è il Castello di Pomino dove trovate Chardonnay, Pinot bianco e grigio, Cabernet Sauvignon ed appunto, fra i 1500 ettari della tenuta lunghi filari di Pinot Nero, del Marchese di Frescobaldi appunto ed anche il Pomino Rosso 2004 DOC del Castello di Pomino Marchese di Frescobaldi.
Ho ancora negli occhi quel Parco
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Dalla Toscana ecco allora un vino che del Pinot Nero ne è parte, non esclusiva però, il Pomino racchiude in se tre gemme: pinot nero, sangiovese ed un tocco di merlot. Tutte dal Castello.
Il pre-trip delle foreste mi ha fatto trovare quindi“esportare”ed oggi assaggiare questo Pomino Rosso.
Il sopracitato Marchese produce vino da 30 generazioni, i tempi passano ed il nobile marchio di Toscana assomiglia sempre di più ad una multinazionale con la sua mirabile sede in centro a Firenze, vicino al Ponte Vecchio; del resto i numeri son numeri e per rispettarli ci vuole anche questo, l’importante sarebbe non imbrogliarli mai.
Il Castello di Pomino è cantina da tempo dei Granduchi di Toscana ed esattamente dal 1716 marchia vini di qualità ma non i soliti blasoni di Toscana; il Pomino in questione si è meritato la sua DOC ed è stato un sottile piacere fuggire dai nomi altisonanti per versarsi appunto un Pomino Rosso. Questo 2004 arriva a noi dopo 18 mesi di barriques in rovere, interessante.
Colore rosso rubino leggermente scarico il nostro si porta in profumazione auto esaltando la sua carica di sangiovese, molta viola e qualche lampone. Alla vista denso ma non troppo si porta poi in beva una apparente non corrispondenza (arriva il pinot…)anche se giusto un attimo dopo si dimostra capace di essere mediamente allappante ed evidentemente in confidenza con tannini muscolosi.
Tocco di acidità ben lontano dalla consuetudine regionale, il grado si fa sentire ma senza stupire (13% di alcol), finale legnoso anzi di più…cuoioso. Un vino chiuso e dotato di una sua timida rudezza, non così elegante come vorrebbe, non di facile comprensione. Certo la mia impuntatura sul 100% Pinot Nero del Nord Italia non mi lascia apprezzare abbastanza questo uvaggio solido e ben studiato.
Assaggio da ritentare con portate adeguate ma niente enoteca per rintracciar la bottiglia, un viaggio al Castello è miglior cosa perché arriva la stagione giusta e quella che può essere una escursione degustativa può diventare molto di più. Fatevi un Pomino e poi mi dite ma programmate anche un giro al Parco delle Foreste Casentinesi, entrateci nel cuore, che meraviglia
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