Si rinnova ancora una volta lo spirito di questo blog, palla ovale e buon vino e così……
Siamo andati in quattro a caccia di rugby & lambrusco, direzione via Emilia, giornata di sole novembrino; questa è la cronaca di una giornata a Modena e provincia con Italia- Fiji incontro internazionale di rugby e lambrusco in varietà, vitigno emiliano dop.
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Il rugby ha fatto centro, Italia – Fiji era partita da vincere e i nostri l’hanno fatta anche se di marcare una meta non se ne parla. E' stata una questione di calci piazzati, un primo tempo bruttissimo ed un secondo solo sufficiente sono bastati perché, anche se i fijani la meta l’hanno anche fatta, hanno tirato meno calci e di quelli avuti ne hanno infilati meno. Italia 24 Fiji 16 e lasciamo ora a Mallett, impudente coach della nostra nazionale di rugby, sperticare per questa vittoria, nulla potrà mai cancellare la mediocrità della sua gestione del rugby italico. Speriamo la Federugby ci regali presto un motivo per sperare che si può più di così, che il nostro rugby può tornare a farci sorridere, ad essere frizzante e piacevole, come un lambrusco. Altro che la pizza fredda che ci propina lo spocchioso Mallett.
Il dopo partita si è dipanato fra i giusti onori recapitati ai tre monumenti Patrimonio dell’Umanità decretati dall’UNESCO in Modena, Piazza Grande, Duomo e Ghirlandina, ed una cena sapientemente organizzata dal Siro in zona San Prospero, una ventina di chilometri più a nord, provincia profonda, di Modena naturalmente.
La Ghirlandina in verità non l’ha vista nessuno, incappucciata da fantasiosi teli stile "ohcomesonoculturaloide" lei si gode il suo restauro nascosta e silenziosa, tornerà presto a farsi ammirare.
Poi è toccato a lui ! Il lambrusco ha una varietà di vitigni sparsi fra le provincie di Mantova, Reggio nell’Emilia e Modena, di questi ultimi si occupano sia il Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena sia il Consorzio del Marchio Storico dei lambruschi modenesi e chissà perché in Italia un solo campanile non basta mai.
La serata prevede dichiaratamente una esplorazione sulla metodologia operativa per affrontare, chiacchierando sulle magnificenze dei calci di Bergamasco e dei dritto per dritto di Vilivuli, la cucina modenese.
La tavola di questo pezzo di Emilia divaga su tre direttrici: maiale, aceto, lambrusco. E' ampia, ricca, grassa, opulenta e sontuosa, perfetta per un vino minerale, fresco, sempre giovane, di grado modesto e soprattutto frizzante. Modena ama il suo lambrusco come questi ama la sua Modena.
Si srotola il menù: entrano in scena gnocco fritto ed affettati, tigelle e formaggi cremosi, due divagazioni di confine con lo strolghino prima (eccellente) ed i tortelloni ripieni di zucca poi. Un pinzimonio timido ed alcune gocce di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena guardano passare un guanciale commuovente ridotto su polenta.
Quale lambrusco per cotanta occasione? I tre re che scegliamo si sono spalmati nella serata con vena competitiva: prima il LAMBRUSCO DI SORBARA vino spiccatamente di buona beva, di colore viola, vinoso ma non troppo, fruttato con la sua fragolina sempre presente ed un profumo delicato a farle da contorno. Scorre il menù e guardando verso la tradizione arriviamo al LAMBRUSCO MARASCONE, ovvero laddove le uve di sorbara, salamino e grasparossa si incontrano e danno luogo ad un vino scuro come la notte che rilascia gusti più intensi e carichi, frutta nera pesante, profilo molto secco, c’è più “terra” nel marascone.
Il finale lo lasciamo gestire ad un LAMBRUSCO SALAMINO DI SANTA CROCE che ci fa conoscere un lambrusco più elegante sia al naso che all’assaggio, fine, meglio strutturato, il frutto è più delicato ed il passaggio sul palato armonioso. Un capo d’elite.
Giornata ricca di emozioni per gli audaci della spedizione emiliana: Siro, Stefano Il Nero, Luca e Claudio, quattro amici ed appassionati ovali in giro per questa Italia sempre così dolce ed affascinante, inseguendo le tracce del nostro rugby e le tradizioni della nostra gente.
Grazie Modena, grazie di tutto.
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