mercoledì 22 dicembre 2010
AMARONE: ALCUNI PREZZI SONO "ARTISTICI" ALTRI UN VERO "CAPOLAVORO"
Continuo imperterrito nelle mie personali celebrazioni in attesa della folgorante ascesa della nuova Anteprima Amarone 2007 (28/30 gennaio 2011 a Verona).
Protagonista di questa mia anteprima all’Anteprima uno scaffale di un supermercato, uno scaffale per “amarone lovers” (vedi foto).
L’Amarone è vino noto, vino famoso; a dire il vero fino a pochi anni fa qualcuno manco lo considerava vino mentre oggi si contendono la palma di “Veri Amaronisti” in parecchi e, fra varie diatribe di bassa bottega, la palma del prezzo è cosa da mostrar muscoli.
Per una volta qui non è questione di durezza ma di altezza e per il prezzo la sfida, dice qualcuno, pare sia a chi ce l’ha più alto. A sentirla così mi riecheggia nella testolina la famosa parodia di Totò ed il suo inimitabile “Ma mi faccia il piacereee”.
per continuare a leggere questo post clicca su Continua
.
Troppe volte abbiamo parlato delle Famiglie dell’Amarone d’Arte e del loro proclama ma il loro riferimento “all’Amarone che deve essere raro e caro” (inteso come prezzo alto eh!) non passa dalla mente.
Non passa anche per il quasi immobilismo del consuetamente attivo Consorzio Valpolicella, tutto questo can-can intorno al loro caro (inteso come oggetto di amore) Amarone ed alla fine si risolve tutto con la “resa per ettaro”?.
La foto parla chiaro, questo è uno scaffale di un punto vendita in GDO e la sequenza dei prezzi non da adito a dubbi: prezzi in scala da 14,50 €/bottiglia del solito brand Cadis (migliorata rispetto al 9,90 rilevato un anno fa), passando per € 16,50 di Pasqua ed arrivando a € 18,90 di Lamberti. La fascetta è di Amarone, il nome dice Amarone ecc ecc.
Insomma che differenza c’è da questi e gli Amarone che vogliono altri produttori venderci a 30/40/50/60 € a bottiglia??
Formalmente nessuna ed infatti è qui che ti voglio….. caro Consorzio.
Su una questione simile ma riguardante il Barolo, venduto in GDO al prezzo record di € 4,99, il celebre giornalista Franco Ziliani scrive recentemente sul suo Vino al Vino “Non serve a nulla scandalizzarsi, inca…volarsi, come ho fatto io, per la vera e propria svendita che dell’immagine di un vino cult e simbolo come il Barolo in questo modo viene fatta”.
Svendita dell’immagine? Per una volta il terribile Ziliani è stato un vero agnellino.
Per quanto riguarda la questione del nostro amato Amarone a me invece piacerebbe sapere chi bara.
Quanto vale un Amarone? Perché mai se vale 14 euri secchi secchi il mercato, e la mia tasca, dovrebbe riconoscere ad alcuni produttori 30 euro in più quando va bene? C’hanno i figli che fanno il liceo da privatisti? Tengono il nonno in vacanza a Cortina? Detengono famiglia numerosa? Oppure il motivo è, come dicono le Famiglie dell’Amarone d’Arte nel mitico loro già citato manifesto, che loro l’Amarone “ ‘o fanno strano” ovvero artistico ovvero diverso e che quindi vale di più???
Per avere la risposta a quanto sopra si può ipotizzare il Consorzio abbia mandato una letterina a Babbo Natale.
Sono due Amarone diversi? Il Consorzio ce lo dica e ci faccia due disciplinari diversi (dico sempre le stesse cose ? Lo so, portate pazienza), altrimenti si dica che…..
Questo è un tema vero per la prossima Anteprima Amarone e mi auguro il Consorzio Valpolicella voglia corrispondervi ritagliandosi uno spazietto, fra una magnificazione e l’altra con la solita cantilena della “favolosa vendemmia e della eccellente qualità delle uve di quest’anno”, per spiegarci quanto è veramente caro il nostro Amarone.
Quello che si chiede è una politica seria a difesa del buon nome e della immagine globale di questo stupendo vino, una politica che guardi al consumatore ed alla trasparenza sul mercato, ma anche una analisi tecnica precisa su cosa sia o debba essere un Amarone.
Lasciare il tutto in balia del mercato è pur sempre una scelta ma di questi tempi pare proprio non sia quella giusta
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Com'è noto, io non capisco nulla di commercio. Però dovendomene (anche) occupare ogni tanto, sto imparando che il prezzo non è come la legge, che è uguale per tutti. A seconda del canale di distribuzione, e del mercato di riferimento, cambia. Ai produttori ovviamente non fa piacere che cambi (solitamente al ribasso...), ma queste sono le regole del gioco. Altrimenti te ne stai a bordo campo, e guardi gli altri giocare, mentre sorseggi un bicchiere del TUO Amarone...
RispondiEliminaQuanto alla qualità di quello che sta in bottiglia, mi piacerebbe una volta fare una degustazione alla cieca di questi Amarone, "popolani" e "artistici". Non sono cosí tanto sicura che i primi ne uscirebbero bastonati a vantaggio dei secondi, segno che "l'arte" a volte (spesso?) non c'entra un piffero con il gusto personale...O la piacevolezza... Comunque sí, sarebbe un buon motivo di discussione per il Consorzio (esiste ancora?)
Si Elisabetta, si e poi si.
RispondiEliminaBisogna fare una anteprima all'Anteprima, insisto nella cosa.