Subito in apertura ecco la pistola fumante sulle attuali difficoltà del Consorzio, c’è infatti l‘ospite di lusso ovvero il solito fine dicitore che si chiama spesso quando sale l’imbarazzo e nessuno sa tenere la scena: apre infatti le danze il bravo Federico Quaranta, noto per la trasmissione RadioRai Decanter. Il Quaranta ci urla al microfono tre cose : la prima che di solito è più simpatico (lo ripeterà quattro volte ed alla fine ci abbiamo dovuto credere), che lui “non capisce nulla di vino” (il portone dopo c’era la presentazione della esposizione "Vivi la Casa" che il Quaranta abbia sbagliato portone?),che per lui l’amarone è importante perché lo aveva nel bicchiere quando ha fatto la dichiarazione d’amore a quella che è ora sua moglie. Rivelazione esplosiva.
Non è una cosa seria, si capisce, ma si impegnano prima Carlo Zanardo e poi Daniele Accordini a cercar di ristabilire la professionalità anche se l’ordine di scuderia sembra sia il contrario.
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Lo Zanardo infatti relaziona sul nuovo ruolo dei Consorzi di Tutela, ma si premura di dire che farà presto perché in fondo la sua è “solo materia tecnica” (ma non eravamo li per questo ?). Ci lascia però alcuni spunti molto interessanti, chissà se dopo lo avranno redarguito per tanto ardire, quando parla dell’ Amarone come di “pratica tradizionale di produzione” e quando parla del Consorzio che verrà come di un ente di tutela “rivolto soprattutto al consumatore”, perché “il consumatore va informato” e per questo il Consorzio deve fare seriamente “comunicazione ed insistere sul fattore territorio di provenienza”.L’enologo Accordini, sempre eccezionale e di altissimo livello, salva la frittata anche se, si intuisce, le notizie della stagione 2007 rendono tutto più difficile.
Quindi la parola passa ad uno spento Presidente del Consorzio Valpolicella Luca Sartori. Un intervento, quello del Presidente, scarico di contenuti, recitato con stanchezza, senza punti di forte interesse. Cita qualche numero per dirci, lo dice davvero lui, che la politica di contenimento del prodotto sul mercato è fallita: gli ettari vitati nel 2010 sono aumentati di 150, 6450 nella stagione corrente con 1495 aziende che producono uve per amarone, 28, 2 milioni di Kg di uve nel 2010 (21,9 nel 2009) e quasi 13 milioni di bottiglie nel 2010 (erano 9 nel 2009). Buoni però i prezzi, le redditività e l’export che aumenta del 40% (13% la media dei vini italiani). Sartori cita quindi le recenti sue richieste alla Regione Veneto per il “blocco degli ettari vitati” e parla della necessità di “un mercato controllato e con i nervi saldi”. Soviet Valpolicella.
Siamo a metà relazione presidenziale, la successiva metà non sarà più dedicata al vino ed ai moltissimi problemi del mercato e della neo DOCG, o magari alle proposte delle Famiglie d’Arte ed alla “A” da apporre sulle loro bottiglie, ai problemi dei prezzi sugli scaffali, alla programmazione ed al futuro, ma alla..... fantascienza. E’ a questo punto infatti che Il Presidente (in scadenza) fraseggia “…amarone come fenomeno di cultura e stile di vita” ed ecco andare in scena il peggior marketing si sia mai visto.
Il Consorzio tenta una imbarazzante declinazione del solito dualismo “Vino & Arte” presentando, nel disinteresse totale della sala che si alza e se va, alcune iniziative. Le prime due , ovvero una mostra di pittura di un grande artista veronese e la presentazione di itinerari turistico-cultural-vinosi lungo la Valpolicella (che novità!!), scivoleranno incolpevoli nel silenzio e nell’indifferenza. La terza iniziativa non risulta dai comunicati stampa, è il Presidente Sartori a citarla parlando di una mostra, che si terrà in loco, di “tele e paesaggi della Valpolicella realizzate da un noto artista cinese”. All’anima del “tipically” penso io, il Consorzio si lancia nel Made in China.... ma poi mi ravvedo….devo aver capito male….. non è possibile…. ...sarebbe una idiozia troppo grande. Mah!
Sartori conclude citando l’alleanza con il mondo del Prosecco per azioni promozionali in Russia, Norvegia, USA e Brasile e poi si fa chiedere da Quaranta se esiste la sua candidatura per il prossimo mandato presidenziale del Consorzio, la risposta, scritta nella domanda, è chiaramente un “no”. Il leone non ruggisce più, si prospettavano tempi migliori un anno fa, un Sartori carico annunciava voler dar fuoco a micce che però pare non si siano mai accese.
Il Consorzio è debole, risponde al proclama delle Famiglie d’Arte con una mostra di pittura, dice di voler sostenere i prezzi ma produce un incremento del 44% della offerta di prodotto, parla ai buyer esteri ma va all’estero con il più forte Prosecco e gioca invece le proprie carte in casa, come se della bontà dell’amarone bisognasse convincere la massaia di Illasi o il manager di Bovolone. Il Consorzio è debole all’interno e all’esterno. Gino Bartali ogni volta che perdeva una tappa diceva “L'è tutto sbagliato, tutto da rifare “.
Caro Consorzio Valpolicella, ci vediamo alla prossima tappa.
Pubblicato anche su Terroir Amarone
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