Esauditi nel tempo molti fioretti con il "grosso" toscano ultimamente mi sono messo ad indagar sul sangiovese della Rumàgna (citandola come vuole il suo dialetto).
Per questa tappa nel sangiovese di romagna eccoci arrivati a Castelbolognese, provincia di Ravenna: casa Ferrucci, viticoltori dal 1932.
Il nostro amico veste di pregio, bottiglia dorata decisamente "bizantina": lui è Ferrucci Domus Caia DOC Sangiovese di Romagna Superiore Riserva 2006.
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"Il termine Romagna deriva dal tardo-latino Romània e risale al VI secolo d.C., quando l'Italia fu divisa in Longobardica e Romana, cioè soggetta ai Longobardi e all'Impero Romano d'Oriente. "Romània" assunse quindi il significato generico di "mondo romano" (in opposizione a quello barbarico-longobardo". Direttamente da wikipedia.
Scendiamo ora a Castelbolognese che se si chiama così un motivo c'è, fu infatti il Senato di Bologna che intorno al 1300 ne decretò la nascita come prima difesa della città felsina e solo sulla fine del '700 il Papa decise di far passare il suddetto centro sotto il governo della città di Ravenna.
Il Ferrucci fa li vino dagli anni trenta, oggi ha sul suo listino una serie di bianchi e rossi tipici della sua Romagna, tutti da uve coltivate sui quindici ettari della sua tenuta.
Il Domus Caia non è un vino che si presenta da solo perchè lo accompagna sul territorio ampia nomea di "regalità" e raffinatezza; si è fatto un nome insomma, buon per lui.
Il Sangiovese di Romagna deve essere ottenuto da uve "provenienti da vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: Sangiovese dall'85% al 100%; possono concorrere, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la regione Emilia-Romagna".
Ovvio che anche in terra di Romagna c'è aperta la discussione sulle modifiche del disciplinare appena citato. Da questo punto di vista c'è in giro un generale italico momentaccio.
Il Domus Caia, ci indica il Ferrucci con avarizia di particolari, è ottenuto da uve sottoposte all’appassimento naturale, lunga periodo di macerazione sulle vinacce , dodici mesi in Tonneaux e quindi riassemblaggio per il periodo "lungo" (??) di affinamento finale in bottiglia.
Il mio Domus Caia si fa versare docile, bello il suo colore rosso rubino leggermente scuro, brillano riflessi di rosso anticato.
Naso pieno di frutta rossa, mora in grande evidenza, prugna super matura e un passaggio ampio di ciliegiona, solo stuzzicanti al naso i suoi 14,5 gradi alcolici con un ritorno finale leggermente erbaceo.
Assaggio subito gradevole, di beva per nulla pesante e di bassa persistenza, leggeri i tannini, molto elegante e composto nel suo equilibrio dove ai suoi profumi, che diventano ora sapori meno intensi del naso ma caldi, aggiungiamo un tocco evidente e garbato di mirtillo.
Il grado alcolico rende difficile arrivare a fine bottiglia ma è piacevole questo sangiovese così tipico eppure così moderato, un vino senza eccessi, un vino da tenere nel bicchiere per finire la serata con due chiacchiere piacevoli. Questo Domus Caia si dimostra decisamente all'altezza della sua fama
Ottima escursione in terra di Romagna, mi piace questa Romagna senza ombrelloni, mi piace questa Romagna di boschi e colline:
"Romagna solatia, dolce paese,
cui regnarono Guidi e Malatesta
cui tenne pure il Passator Cortese
re della strada, re della foresta."
(Giovanni Pascoli)
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