Di questi quattro assi rimasti senza mazzo ne ho scritto anche io, di queste quattro pepite rivelatesi al massimo bei sassolini di fiume ne ho sperticato anche io. Quattro eventi di cui molto si è scritto, non solo io, che molte aspettative o timori hanno sollevato e poi si sono rivelati, per fortuna o per sfortuna, un mucchietto di polvere o, peggio, un mucchietto di chiacchiere.
Quali ? Vediamoli draculescamente insieme in ordine temporale : l'esperimento Terroir Amarone datato gennaio 2009, a lui il primo "non pervenuto"; il dibattito con sala da sold out "Bere con il sorriso, ovvero elogio della piacevolezza del vino" promosso da Santa Margherita al Vinitaly 2010 dai cui moltissimi buoni propositi si è passati poi al "non pervenuto"; l'abbandono delle blog-scene del giornalista Ziliani, accolto con psico dramma collettivo da tutto il web e poi risoltosi, unico evento positivo della carrellata, con un immediato ritorno, è il web e non Ziliani, in questo caso, il protagonista del "non pervenuto", il lancio del blog Vinino.it, al quale diamo ancora tempo per esprimersi ma che merita un primo bilancio, "non pervenuto". Dilapidatemi se volete ma così la penso io e passo a spiegarmi.
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Tutti questi quattro eventi hanno avuto ampio risalto sul web , questo web miracoloso quasi santo per qualcuno, ma sono quattro eventi che il web magari ha sponsorizzato e che poi, forse anche per ruffianeria o incompetenza ipocrisia o menefreghismo, non ne ha voluto analizzare i risultati! Qui chi fa flop è prima di tutto "il wonderful wine web", il www de noiartri.
Primo asso, quello di cuori. Terroir Amarone è un insuccesso a cui partecipo in prima persona perchè i fondatori me ne hanno dato facoltà di amministratore, per questo è asso di cuori.. Un social network aperto ai cultori di uno dei vini più importanti in Italia, un Social Network con oltre 250 partecipanti che non ha avuto un solo momento di vita vera, non è mai stato social e non è mai stato network. Terroir Amarone è lo specchio della diffidenza dei wine lovers verso la rete, è la dimostrazione che chi segue il vino in Italia oggi lo fa volentieri nel chiuso delle degustazioni autoreferenziali ma non si espone. Zero commenti sui post più scottanti zero interazione da parte dei partecipanti, eppure, i numeri sono li a dimostrarlo, centinaia di ingressi, migliaia di pagine lette ad ogni post. Terroir Amarone, da tutti osannato quando è nato nel 2009, è stato un flop.Forse e fino ad ora.
Santa Margherita è una cantinona, importante e di altissima professionalità . Al Vinitaly 2010 ha deciso di promuovere un convegno con breve degustazione sul mondo del "vinino", operazione di marketing o sincero affetto per una denominazione, quella del vinino appunto, nata nel web? Pareva tutte e due e poteva andare anche bene. Il Convegno, peraltro riuscitissimo non solo per il tutto esaurito in sala , ha visto schierato l'Ufficio Marketing di Santa Margherita con slides e proposte, presentazione di sondaggi e scenari macro e micro sul "vinino" il suo mercato e la sua filosofia. Il finale del convegno è stato un tripudio con Santa Margherita che rilanciava buoni propositi e nuovi appuntamenti, "idee da condividere" e "analisi da fare insieme". Il giorno dopo il convegno era sperticato sul web, clamori e applausi a scena aperta. Due giorni dopo è cominciato il silenzio che dura tutt'ora. Flop o mera operazione di marketing? Bhoooo. Spariti tutti. Asso di denari ovviamente e non pervenuto.
Asso di picche al "web" per il caso di Vino al Vino.
Franco Ziliani con il suo proclama "Vino al Vino si congeda..." nel Luglio 2010 mi ha costretto a tre rivelazioni pubbliche. La prima è che lo Ziliani mi risulta di molto antipatico, la seconda che lo leggevo sempre, la terza è che non mi piaceva per nulla che lui smettesse di scrivere. In occasione del suo congedo tutta la rete si è scossa, sembrava che senza di lui nulla più avesse senso, il web sembrava una canzone di Gino Paoli del periodo introspettivo. Improvvisamente però poche settimane dopo lo Ziliani è ritornato, senza spiegazione alcuna. Ne sono sinceramente felice per lui e per il web maaaa.......questa non l'ho capita! Il Franco Ziliani ora di blog da zero ne ha due, ha aperto pure Le Mille bolle blog.
Ora, sia chiaro, io sono contento che lo Ziliani continui a scrivere sul web e l'ho pure scritto chiaramente ma vorrei sapere da questa rete che si autodefinisce trasparente, aperta, sempre viva: caro wonderful wine web non è che ti diverti troppo a celebrare e poco a discutere? Non pervenuto caro il mio web, autoreferenziale sei, peggio della carta stampata. Muto sei!
Il poker si chiude con l'asso di fiori ovvero un "rivedibile". E' giovane infatti l'apertura sul web del blog "Vinino.it". Apertura acclamata dai più, un blog creato e voluto dal maestro di Internetgourmet, dopo la celebratissima inaugurazione on line il buio è calato su Vinino.it. Passo più lungo della gamba? Tempi non maturi? Aspettiamo il Vinitaly2011 prima di affondare? Tutto quello che volete ma, anche se il Vinino.it è nato sotto Natale 2010, diciamo che, ad oggi, non se ne è notato l'esistenza e il progetto non si vede. Rivedibile ma non pervenuto ugualmente.
Quattro assi e forse anche quattro sassi che mi sono tolto, perchè sono maldestro o maleducato, perchè non mi piace la ostentata riverenza o la cortigianeria di certo wine web, perchè mi piace fare così, perchè sono anche libero, perchè sono un blogger mica un cerimoniere.
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domenica 27 marzo 2011
domenica 20 marzo 2011
GALASSI MARIA ED IL SUO PATERNUS: MORBIDEZZA DI ROMAGNA
Continua la mia ricerca sul sangiovese italico e continua la perlustrazione in terra di Romagna. Questa volta l'assaggio si fregia della "biologicità". Ometto commenti sulla sempre viva discussione di come un vino possa essere biologico ed un altro no e vi rimando, per ora, ad altri per interventi e contromisure.
Non tiro per la giacca in tal tenzone la Galassi Maria Azienda Agricola Biologica, appunto, che risiede la ove la E45 fa la curva su per la collina del Cesenate, al centro della Romagna bella. Trentasei ettari la sua tenuta, di cui sedici a vigneto, due i vini in produzione per un totale di circa dodicimila bottiglie.
Due vini in produzione appunto, un 100% Sangiovese che ha anche la sua Riserva ed un 90% Sangiovese con aggiunta di un 10% di Merlot che è il nostro protagonista di assaggio: Sangiovese di Romagna Paternus 2008 DOC di Galassi Maria.
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Cosa ti aspetti da un sangiovese è cosa sulla quale solo pochi hanno dubbi, su cosa ti aspetti dalla Romagna e dalla sua riscoperta delle proprie potenzialità in fatto di cultura e coltura vitivinicola è cosa che si può verificare positivamente ad ogni assaggio.
Il Paternus è un'altra di queste piacevoli sorprese, è la conferma che dobbiamo scavare di più in certe nostre produzioni di Terroir, smettere di dare per scontato e, pokeristicamente parlando, andare a vedere.
Questo Paternus scende nel bicchiere senza patemi , subito di colore rubino intenso lascia al naso un passaggio leggermente erbaceo, poi note di frutta rossa lineari e di buona fragranza.
All'assaggio è subito molto aperto, di grande morbidezza, quasi delicato, sicuramente ben equilibrato, secco e solo leggermente persistente, tannico sul finale con punta di acidità gradevole anticipano una chiusura decisa.
Sono rimasto molto impressionato dalla morbidezza e dalla eleganza, quest'ultima forse un po' scomposta ma tale è, di questo Paternus, un buon viatico per questa cantina Galassi. Bene, davvero bene.
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Non tiro per la giacca in tal tenzone la Galassi Maria Azienda Agricola Biologica, appunto, che risiede la ove la E45 fa la curva su per la collina del Cesenate, al centro della Romagna bella. Trentasei ettari la sua tenuta, di cui sedici a vigneto, due i vini in produzione per un totale di circa dodicimila bottiglie.
Due vini in produzione appunto, un 100% Sangiovese che ha anche la sua Riserva ed un 90% Sangiovese con aggiunta di un 10% di Merlot che è il nostro protagonista di assaggio: Sangiovese di Romagna Paternus 2008 DOC di Galassi Maria.
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Cosa ti aspetti da un sangiovese è cosa sulla quale solo pochi hanno dubbi, su cosa ti aspetti dalla Romagna e dalla sua riscoperta delle proprie potenzialità in fatto di cultura e coltura vitivinicola è cosa che si può verificare positivamente ad ogni assaggio.
Il Paternus è un'altra di queste piacevoli sorprese, è la conferma che dobbiamo scavare di più in certe nostre produzioni di Terroir, smettere di dare per scontato e, pokeristicamente parlando, andare a vedere.
Questo Paternus scende nel bicchiere senza patemi , subito di colore rubino intenso lascia al naso un passaggio leggermente erbaceo, poi note di frutta rossa lineari e di buona fragranza.
All'assaggio è subito molto aperto, di grande morbidezza, quasi delicato, sicuramente ben equilibrato, secco e solo leggermente persistente, tannico sul finale con punta di acidità gradevole anticipano una chiusura decisa.
Sono rimasto molto impressionato dalla morbidezza e dalla eleganza, quest'ultima forse un po' scomposta ma tale è, di questo Paternus, un buon viatico per questa cantina Galassi. Bene, davvero bene.
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mercoledì 16 marzo 2011
VINO365, IL BLOG DI "CANTINA DI SOAVE": AVERE UNA SFIDA COSI' E' GIA' UN SUCCESSO.
Non parlo così direttamente del blog degli altri di solito ma questo non è un blog come gli altri. Me ne è arrivata notizia a mezzo comunicato stampa o cosa del genere e sono andato a guardarmelo con il piglio critico e l'accigliata statica di un blogger indipendente che va a vedersi il blog di una grande Cantina. Già perchè, pensavo, una Cantina che fa blog è solo pubblicità, non è mica il figlio dell'enologo che twitta amabilmente, è tristezza condensata in falsi messaggi conditi magari da un modesto ghost writer, è marketing falsamente innovativo. Pensavo. Situazione capovolta, impressioni rovesciate, giudizio ribaltato quando mi sono messo a girare per Vino365 il nuovo blog di Cantina di Soave.
Cosa è Vino365? E' un blog, ma è prima di tutto il blog di una grande cantina che si è messa in gioco, ha guardato i suoi consumatori negli occhi e lo ha fatto, secondo me, forse con coraggio ma sicuramente con intelligenza..
per continuare a leggere questo blog clicca su Continua
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Potrete mai dubitare di un vino di Cantina di Soave d'ora in poi ? La risposta è "certo che si" ma lo potrete anche dire al suo Direttore Generale, o al suo enologo. Se, assaggiando una bottiglia della Cantina di Soave, vi scapperanno incipit negativi , a misura della vostra competenza e della vostra educazione ovviamente, potrete guardare negli occhi gli autori di cotanto sfregio a voi procurato perchè vi basterà leggere i loro post su Vino365. Il blog di Cantina di Soave infatti non è preda dello scrittore prezzolato di turno, celebrativo e riverenziale, perchè i post su quel blog se li scrivono loro: i manager dell'azienda.
L'austero Direttore Generale Trentini si cimenta settimanalmente e ci ha già detto la sua ad esempio sul Talento: "La menzione “Talento” potrebbe diventare un marchio collettivo forte e creare un nuovo polo di eccellenza della spumantistica italiana, superando la regionalizzazione delle denominazioni e facendo della qualità l’elemento di unione". L'ha scritto il DG di Cantine di Soave, mica fischietti, che aspettate a dire la vostra? C'è qualche altro DG o autorevole esperto in giro che abbia voglia di cimentarsi pubblicamente sulla cosa e non al chiuso dei soliti salottini per pochi ? Allora clicchi su "commenti" sotto il pezzo "talentuoso" del Trentini e scriva la sua.
Sul blog ci scrive anche Marco Stenico, che è il Direttore Commerciale sul suolo italico, lui commenta il calo dei consumi, incrociando visibilmente le dita sotto il tavolo indica un approccio: " l'utilizzo di bottiglie da 375cl e la mescita al bicchiere potrebbero essere un buon aiuto al consumo intelligente". L'Export Manager Luca Sabatini ci parla di Germania e neve su New York brindata con Soave mentre l'enologo Bertolazzi spiega il procedimento di appassimento delle uve.
Sorrido invece e mi sciolgo un po' davanti al sognante fascino romantico del post della Responsabile Marketing Daniela Ruzzenente la quale racconta come si è inventata una etichetta: "Qualche tempo fa dovevamo cambiare l’etichetta....... i creatici dell’agenzia con aria trionfante ci presentarono delle bozze vagamente etniche.... Sembrava una linea di vini pensata per i Flintstone, della serie “Wilma, dammi la clava!”....... Un mattino, davanti ad un caffè e a un telegiornale che parlava di vacanze, ecco improvvisamente l’idea geniale: non bisognava cercare il simbolo del lago, ma piuttosto il simbolo dell’acqua nel lago quindi un’onda... l’etichetta avrebbe dovuto avere la sagoma di un'onda nella parte superiore......"
Adesso se la etichetta della linea Terre al Lago vi fa pensare ad una vacanza a Sharm el Sheik potete scriverlo a Daniela, ne sarà entusiasta. Io continuo ad andare in montagna.
Ecco alcuni esempi di cosa trovate su Vino365, post mai banali, non evocativi, semmai esposti ai commenti di tutti noi; nomi e cognomi in vista, riferimenti specifici anche ad altre Cantine, un punto di discussione, idee vere, come spesso tutti chiediamo ci vengano raccontate dai professionisti della buona beva.
Cantina di Soave ha scelto la strada della apertura totale al mercato, un blog così è una vetrina ma anche una piazza, è un esempio di professionalità ma anche un dialogo fra semplici, è una sfida portarlo avanti ma è già una vittoria averlo voluto aprire, è la corretta interpretazione alla potenzialità dei new media per il mondo che produce.
Riusciranno i nostri eroi del Soave a "durare" in rete, posto arido di soddisfazioni permanenti e ricco di sfide apparenti?
Io sarò qui a scriverlo, per adesso buon Vino365 a tutti voi
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Cosa è Vino365? E' un blog, ma è prima di tutto il blog di una grande cantina che si è messa in gioco, ha guardato i suoi consumatori negli occhi e lo ha fatto, secondo me, forse con coraggio ma sicuramente con intelligenza..
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Potrete mai dubitare di un vino di Cantina di Soave d'ora in poi ? La risposta è "certo che si" ma lo potrete anche dire al suo Direttore Generale, o al suo enologo. Se, assaggiando una bottiglia della Cantina di Soave, vi scapperanno incipit negativi , a misura della vostra competenza e della vostra educazione ovviamente, potrete guardare negli occhi gli autori di cotanto sfregio a voi procurato perchè vi basterà leggere i loro post su Vino365. Il blog di Cantina di Soave infatti non è preda dello scrittore prezzolato di turno, celebrativo e riverenziale, perchè i post su quel blog se li scrivono loro: i manager dell'azienda.
L'austero Direttore Generale Trentini si cimenta settimanalmente e ci ha già detto la sua ad esempio sul Talento: "La menzione “Talento” potrebbe diventare un marchio collettivo forte e creare un nuovo polo di eccellenza della spumantistica italiana, superando la regionalizzazione delle denominazioni e facendo della qualità l’elemento di unione". L'ha scritto il DG di Cantine di Soave, mica fischietti, che aspettate a dire la vostra? C'è qualche altro DG o autorevole esperto in giro che abbia voglia di cimentarsi pubblicamente sulla cosa e non al chiuso dei soliti salottini per pochi ? Allora clicchi su "commenti" sotto il pezzo "talentuoso" del Trentini e scriva la sua.
Sul blog ci scrive anche Marco Stenico, che è il Direttore Commerciale sul suolo italico, lui commenta il calo dei consumi, incrociando visibilmente le dita sotto il tavolo indica un approccio: " l'utilizzo di bottiglie da 375cl e la mescita al bicchiere potrebbero essere un buon aiuto al consumo intelligente". L'Export Manager Luca Sabatini ci parla di Germania e neve su New York brindata con Soave mentre l'enologo Bertolazzi spiega il procedimento di appassimento delle uve.
Sorrido invece e mi sciolgo un po' davanti al sognante fascino romantico del post della Responsabile Marketing Daniela Ruzzenente la quale racconta come si è inventata una etichetta: "Qualche tempo fa dovevamo cambiare l’etichetta....... i creatici dell’agenzia con aria trionfante ci presentarono delle bozze vagamente etniche.... Sembrava una linea di vini pensata per i Flintstone, della serie “Wilma, dammi la clava!”....... Un mattino, davanti ad un caffè e a un telegiornale che parlava di vacanze, ecco improvvisamente l’idea geniale: non bisognava cercare il simbolo del lago, ma piuttosto il simbolo dell’acqua nel lago quindi un’onda... l’etichetta avrebbe dovuto avere la sagoma di un'onda nella parte superiore......"
Adesso se la etichetta della linea Terre al Lago vi fa pensare ad una vacanza a Sharm el Sheik potete scriverlo a Daniela, ne sarà entusiasta. Io continuo ad andare in montagna.
Ecco alcuni esempi di cosa trovate su Vino365, post mai banali, non evocativi, semmai esposti ai commenti di tutti noi; nomi e cognomi in vista, riferimenti specifici anche ad altre Cantine, un punto di discussione, idee vere, come spesso tutti chiediamo ci vengano raccontate dai professionisti della buona beva.
Cantina di Soave ha scelto la strada della apertura totale al mercato, un blog così è una vetrina ma anche una piazza, è un esempio di professionalità ma anche un dialogo fra semplici, è una sfida portarlo avanti ma è già una vittoria averlo voluto aprire, è la corretta interpretazione alla potenzialità dei new media per il mondo che produce.
Riusciranno i nostri eroi del Soave a "durare" in rete, posto arido di soddisfazioni permanenti e ricco di sfide apparenti?
Io sarò qui a scriverlo, per adesso buon Vino365 a tutti voi
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mercoledì 9 marzo 2011
BARDOLINO LE FRAGHE DOC 2009 ED I PENSIERI DI MATILDE
Ero con Andrea, amico ovale e di degustazione, abbiamo stappato un Bardolino, non uno qualsiasi, quello di Matilde Poggi.
Prima vendemmia di Matilde, siamo nel 1984, nasce il percorso e la passione nel vino de "Le Fraghe", la sua cantina; comincia divertendosi con il nome : fraghe, forse sta al fragum latineggiante di fragola, quindi al plurale sta per fragole. Uhm.
Il succitato mittente sta in Cavaion Veronese, in mezzo al mondo del bardolino gardesano, terra di tradizione: terroir raffinato.
Conoscere Matilde e la sua vitalità mi permette di affrontare queste righe che parlano di lei e del suo vino, che poi è la stessa cosa, facendo parlare lei. Le ho fatto solo poche domande, perchè con Matilde, se vuoi parlare davvero di vino, devi sederti con calma e sorseggiare i discorsi come si fa con le cose dolcemente solenni. Sentiamo prima lei e poi come io e l'Andrea abbiamo sentito il suo Bardolino Le Fraghe DOC 2009.
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Allora Matilde, vino si, ma come?
Vino goloso, da bere e non da discutere
Consumi in ribasso e produzione in aumento, andiamo all'estero ? Come ?
In questo momento l’Italia sta soffrendo, bene l’estero che cerca sempre più vini frasi, giovani ma da zone di tradizione vinicola, con alcool giusto e anche con un prezzo da tutti i giorni
Cosa vuol dire per te "rispetto del terroir"?
Partire da una viticoltura rispettosa e arrivare alla bottiglia con il massimo delle espressioni del territorio, dell’ambiente in cui sono.
Non ti piace la denominazione "vinino" vero? Ahi ahi!
Già detto più di una volta è una brutta espressione che mi parla di una cosa piccola, inferiore, io mi ritengo una produttrice di vino nè grande, nè piccolo. E' un problema lessicale non di concetto.
Ok allora se è solo un problema lessicale il nostro caro Angelo è a posto, dimmi ora quali dei tuoi vini ami di più?
Li amo tutti allo stesso modo: il bardolino significa di più per me perché da lì ho iniziato a produrre, lì ho cominciato a voler dire la mia. E’ stata una sfida. Era la massima espressione del territorio
Progetti per il futuro?
Sono in conversione biologica, attualmente lavoro a questo progetto che mi aiuterà ad avere sempre una maggiore marcatura di territorio nei miei vini.
Il suo bardolino ci ha gesticolato dal bicchiere con i suoi riflessi carichi che facevano rilasciare un colore più capace dell'atteso. Al naso è arrivato abbastanza intenso, ampio di frutta e pungente di pepe, un leggero profumo erbaceo, forse di gioventù, ancora però molto gradevole. Beva calda e carezzevole che anticipa forte il frutto rosso di ciliegia, appena persistente con un bel tannino raffinato. Finale ampio che suggerisce un cordiale abbinamento con le "due chiacchiere fra amici".
Il Bardolino de Le Fraghe è bello, perchè è luccicante e vero, perchè è pulito e sobrio, perchè ti lascia finire con nostalgia la bottiglia, perchè ti fa pensare ad un vino....goloso da bere non da discutere. Punto.
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Prima vendemmia di Matilde, siamo nel 1984, nasce il percorso e la passione nel vino de "Le Fraghe", la sua cantina; comincia divertendosi con il nome : fraghe, forse sta al fragum latineggiante di fragola, quindi al plurale sta per fragole. Uhm.
Il succitato mittente sta in Cavaion Veronese, in mezzo al mondo del bardolino gardesano, terra di tradizione: terroir raffinato.
Conoscere Matilde e la sua vitalità mi permette di affrontare queste righe che parlano di lei e del suo vino, che poi è la stessa cosa, facendo parlare lei. Le ho fatto solo poche domande, perchè con Matilde, se vuoi parlare davvero di vino, devi sederti con calma e sorseggiare i discorsi come si fa con le cose dolcemente solenni. Sentiamo prima lei e poi come io e l'Andrea abbiamo sentito il suo Bardolino Le Fraghe DOC 2009.
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Allora Matilde, vino si, ma come?
Vino goloso, da bere e non da discutere
Consumi in ribasso e produzione in aumento, andiamo all'estero ? Come ?
In questo momento l’Italia sta soffrendo, bene l’estero che cerca sempre più vini frasi, giovani ma da zone di tradizione vinicola, con alcool giusto e anche con un prezzo da tutti i giorni
Cosa vuol dire per te "rispetto del terroir"?
Partire da una viticoltura rispettosa e arrivare alla bottiglia con il massimo delle espressioni del territorio, dell’ambiente in cui sono.
Non ti piace la denominazione "vinino" vero? Ahi ahi!
Già detto più di una volta è una brutta espressione che mi parla di una cosa piccola, inferiore, io mi ritengo una produttrice di vino nè grande, nè piccolo. E' un problema lessicale non di concetto.
Ok allora se è solo un problema lessicale il nostro caro Angelo è a posto, dimmi ora quali dei tuoi vini ami di più?
Li amo tutti allo stesso modo: il bardolino significa di più per me perché da lì ho iniziato a produrre, lì ho cominciato a voler dire la mia. E’ stata una sfida. Era la massima espressione del territorio
Progetti per il futuro?
Sono in conversione biologica, attualmente lavoro a questo progetto che mi aiuterà ad avere sempre una maggiore marcatura di territorio nei miei vini.
Il suo bardolino ci ha gesticolato dal bicchiere con i suoi riflessi carichi che facevano rilasciare un colore più capace dell'atteso. Al naso è arrivato abbastanza intenso, ampio di frutta e pungente di pepe, un leggero profumo erbaceo, forse di gioventù, ancora però molto gradevole. Beva calda e carezzevole che anticipa forte il frutto rosso di ciliegia, appena persistente con un bel tannino raffinato. Finale ampio che suggerisce un cordiale abbinamento con le "due chiacchiere fra amici".
Il Bardolino de Le Fraghe è bello, perchè è luccicante e vero, perchè è pulito e sobrio, perchè ti lascia finire con nostalgia la bottiglia, perchè ti fa pensare ad un vino....goloso da bere non da discutere. Punto.
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