MARCO TEBALDI |
Cito testuale: "Freewine è un disciplinare conseguito tramite un protocollo tecnico non vincolante. Questo disciplinare ha l'obiettivo di apportare consistenti riduzioni della quantità dei solfiti aggiunti nei vini prodotti dalle aziende aderenti. Vini che così regalano la pura espressione della combinazione vitigno-territorio".
Il mondo della innovazione è generalmente malvisto dai più, un po' per ignoranza, un po' perchè porta con se scompiglio e disassamenti ma anche perchè è spesso fastidiosamente autoreferenziale; non è così per Freewine.
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Freewine si basa sul principio di "innovazione" ed il suo è un protocollo libero, una adesione spontanea che un produttore fa in nome della sua capacità di capire che questa è prima di tutto una vera opportunità per il lancio del suo brand.
Al Tebaldi questa definizione non piacerà ma in fondo lo sa che la fortuna di Freewine è proprio quella di non essere solo una innovazione tecnica.
Freewine "si fonda su due presupposti, l'uso delle tecnologie (....grande importanza il controllo del'ossigeno...) e sulla adozione di un innovativo (lupus in fabula) protocollo di vinificazione."
E' un modo di produrre che privilegia prodotti naturali rispetto alla solforosa, che spezza la dipendenza da SO2 delle viticolture, che si basa sul principio "zero aggiunta di solfiti". Freewine è un procedimento tecnologico importante perchè la sua applicazione non è vincolata alle piccole quantità ed alle buone annate in vigna, "non necessita dell'eccezionale" per dare i suoi risultati.
Dietro questa cosetta molto enologica si nasconde la vera idea: la vera intuizione è semmai di chi vi aderisce, la vera intuizione è stata di quel pugno di "pionieri" che hanno deciso di applicare Freewine in alcune produzioni delle loro cantine creando così un segmento nuovo di mercato: il vino salubre, il vino senza solfiti, il vino vero, e chi più ne ha più ne metta.
Abbiamo assaggiato anche i loro vini quella sera, generalmente più saporiti, più vini, più terroir insomma, ma soprattutto si è potuto toccare con mano la loro consapevolezza di essere una cosa diversa. Quel loro modo di fare squadra, quella consapevolezza pur nella tutela della loro indipendenza, di essere una nuova wine-community, un gruppo nuovo nel mondo del vino.
Alla presentazione Freewine c'erano un manipolo di cantine le quali sapevano molto bene che ad accomunarle non era la solita DOC o il vitigno locale ma una propria intuizione. Gente che ha capito la stessa cosa, gente che la pensa allo stesso modo.
Assaggi i loro vini e parli con loro delle loro prospettive e capisci che sanno di essere un gruppo di vignaioli che per il fatto di aver comunemente aderito a Freewine, hanno in mano una idea nuova per vendere, per vendere bene e, soprattutto, per vendere all'estero.
E' infatti il mercato estero è il più sensibile all'abbattimento (peraltro quasi totale con Freewine) della solforosa.
Freewine è tante cose: è un mercato nuovo, un prodotto nuovo, un modo nuovo di ampliare il numero dei consumatori, un nuovo modo di creare il binomio vino-salute (e ce n' molto bisogno), un modo per mettere sul mercato vini "nuovi".
In una parola Freewine è una innovazione ad ampio spettro.
Freewine è anche un blog dove trovate le evoluzioni e le presentazioni del "Disciplinare".
Fatevi un vino "free".
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