Lo spot pubblicitario della bevanda gassata internazionale , quello dove festante famigliola italiana anni cinquanta o giù di li va a tavola con la compagnia della bevanda 'mmericana, è una delle cose più brutte mi sia capitato di vedere negli ultimi tempi. In termini di brutture l'altra cosa decisamente pesante, non alla pari ma ci correva dietro, è stata quella del silenzio del mondo vitivinicolo e di molti dei suoi blogger più "famosi" davanti allo spot di cui sopra. Su molti blogger non ci contavo, molti di loro palesano una tale attenzione a loro stessi da non avere il tempo materiale di guardarsi anche intorno, ma sulla reazione dei viticoltori ovvero i produttori di vino, il loro silenzio...bhe...questa poi !
Ma per fortuna che c'è Ziliani, detto da me ..., che con il suo Vino al Vino ogni tanto molla un ceffone dei suoi e questa volta ha centrato la guancia giusta.
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Lo Ziliani riporta l'intero iter della vicenda incluse le proteste delle organizzazioni dei consumatori, le motivazioni a difesa della tradizione italica che di bevande gassate in tavola nisba nisba nisba, le ragioni di ordine salutistico e altre riflessioni.
Quello che dice nel suo post il giornalista bergamasco sulla vicenda lo condivido e quindi vi invito ad andare a leggerlo.
Alla chiosa però lo ZIliani scrive: " Come direbbero gli americani, I have a dream, ho un sogno. Una cosa semplicissima. Il sogno è che le varie associazioni dei produttori di vino italiano trovino per un momento il modo di mettersi d’accordo, di fare fronte comune, di decidere una strategia unitaria..... Che mettano le mani al portafoglio, creino un fondo comune e diano vita loro ad uno spot pubblicitario da far passare sulle reti pubbliche e private. Nulla di speciale, una sorta di parodia, in positivo, dell’advertising della multinazionale: una scena conviviale, una famiglia a pranzo..." , una famiglia a pranzo con davanti un bel bottiglione di vino !!!
Allora....due riflessioni ed una considerazione finale.
La prima riflessione. Il fatto che possa esistere un clima unitario in Italia su un qualsiasi comparto produttivo, vino incluso, è una ambizione davvero rivoluzionaria ma non impossibile. In diversi settori qualcosa sta accadendo, il qualcosa l'ha fatto spesso la crisi economica e non il buonsenso ma almeno qualcosa si è visto.
Il settore del vino contiene degli esempi di unioni territoriali interessanti ma il lavoro di lobby o di advertising è ancora merce rara. Il perchè sta, secondo me, proprio nella radice di queste "unioni". Il mondo vitivinicolo permane nel suo immobilismo non perchè sconti "scarsa rappresentanza" ma proprio per il motivo contrario. Esistono una marea di consorzi, cantine sociali, strade del vino, unioni del vino indipendenti e no, unioni slow e unioni fast. Mille esempi di rappresentanza che alimentano la loro esistenza, hanno la linfa del loro esistere, proprio nella divisione gli uni dagli altri. Le rappresentanze "tipiche" invece, sponda mondo agricoltura, non sono "introdotte". Sperare in un sogno unitario in un mondo dove ogni giorno qualcuno propone una
nuova scissione potrebbe essere fiato sprecato ma provarci è giusto.
Seconda riflessione. L'idea del "fondo comune...strategia unitaria.." è interessante, soprattutto considerando che il giornalista di cui sopra la propone nell'ottica di una stimolazione all'aumento del consumo di vino (naturalmente bevendo responsabilmente). Questa soluzione va però richiesta in primis, anche viste le condizioni del settore sopra riportate, alla politica (senza distinzione di parte). Uno spot che promuove il vino e le altre nostre specialità gastronomiche a tavola contro lo spot "gassato" sarebbe un buon spot per tutta l'Italia. Non si storga allora il naso quando un ministro/presidente di regione promuove pesantemente il vino della sua terra, semmai si dica "speriamo lo facciano anche gli altri".
La considerazione aggiuntiva riguarda "il sogno". Il mondo blogger che fa?? Noi blogger siamo in rete, noi parliamo con i consumatori, noi dovremmo essere i primi a metterci del nostro, insieme, tutti uniti, con una strategia comune ed unitaria. Ve li vedete tutti i nostri blog con uno spot autoprodotto multilingue in contemporanea, un giorno intero su tutta la rete, con lanci e rilanci su tutti i social network? Un mese di campagna con un post alla settimana a testa sull'argomento, lanci alle agenzie di stampa ed alla carta stampata, alle televisioni nazionali e locali. Far impazzire la rete ed i media sull'argomento. Un mese di "strategia unitaria", da veri wine-blogger, dalla parte del vino e del suo consumo responsabile, apertamente a favore della vera tradizione italiana a tavola! Ecco un altro "sogno" che potrebbe essere interessante: il mondo blogger attivo e unito in una iniziativa forte.
Questa ultima cosa si può fare ? Ah no ?? Allora cosa ci aspettiamo facciano i produttori?
Anche io ho un sogno, ma il mio sogno è alta mora e con due ....., perchè nei blogger ci confido poco
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