E' grazie a questo elaborato e tortuoso percorso di ricerca che oggi mi trovo a parlarvi di Sartarelli Classico Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC 2009.
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Il verdicchio ha una storia curiosa, forse sarebbe meglio parlare di ipotesi di storia, rimane curioso il fatto che così si parli di questa specialità marchigiana. In più testi infatti è citata la analogia riscontrata su questo vitigno con il Trebbiano di Soave. La cosa ha fatto supporre a molti che il verdicchio non sia altro che una importazione di vitigno realizzata da popolazioni sopraggiunte nelle Marche dal Veneto nel quattrocento a seguito di una tremenda epidemia.
Sartarelli invece è azienda nata negli anni settanta, si trova a Poggio San Marcello, copre sessanta ettari di cui una parte ad oliveti, così come si fa nella bella terra delle Marche.
Ho messo sotto il naso il loro 100% Verdicchio prima di tutto per smentire coloro per i quali l'estate chiamerebbe solo bianchi senza spessore e un po' malaticci di grado alcolico e poi per cominciare a dare il giusto spazio a questo territorio così bello e un po' dimenticato sul piano della critica vitivinicola.
Bello il colore di questo verdicchio, giallo cupo con riflessi smaccatamente verdini, un vino che ti guarda con una intensità inusuale. Grado alcolico a livello "13", al naso però niente di lui, solo pesca in solenne evidenza e fiori bianchi in genere con un finale leggermente affumicato.
All'assaggio è pieno e di buon corpo, ampia sapidità e ritorno floreale; prima di lasciarsi ad una chiusura non veloce e asciutta questo verdicchio mette in evidenza un passaggio pesantino di amarognolo, un po' sgraziato in questa fase, chiude bene però. Piacevole.
Mi ci devo impicciare di più con le Marche
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